di Antonello de Gennaro
Per natura diffido sempre da chi sostiene di essere o dire la “verità”. Anche se è un collega serio ed informato come Franco Bechis, ex direttore del quotidiano IL TEMPO ed attualmente vice direttore del quotidiano LIBERO edito dalla finanziaria di famiglia dell’ on. Angelucci (ex PdL ora con il gruppo di Denis Verdini). A volte sapere e capire chi è il datore di lavoro di un giornalista è importante. Ho visto e conosciuto troppe banderuole cambiare sponsor e partito con la facilità e velocità con cui si cambia una maglietta sporca.
Oggi Franco Bechis, che sul suo sito-blog personale ha appoggiato ed esaltato la campagna elettorale del M5S, si esibisce in una sua inchiesta personale, che una volta tanto è priva di documenti e poco attendibile. Dice di aver parlato con tutti. Bene, allora ci faccia sentire le registrazioni delle dichiarazioni. Bechis scrive che “Paola Muraro, assessore all’Ambiente della giunta municipale di Roma guidata da Virginia Raggi dal 7 luglio scorso, risulta iscritta dal 21 aprile 2016 nel registro delle indagini avviate dal pm romano Alberto Galanti in un fascicolo in cui sono ricompresi più nomi e che ipotizza la violazione dell’articolo 256 del Testo Unico Ambientale, “attività di gestione di rifiuti non autorizzata”.
La cosa assurda è che Bechis aggiunge: “La Muraro è indagata? Sì. E non significa nulla. Che cosa rischia? Poco più di uno scappellotto, mai l’indagine proseguisse. Perché quell’articolo 256 del testo unico ambientale prevede sì una pena non enorme anche dell’arresto da 3 mesi a un anno (reato quindi minimo) accompagnata da da una multa fra 2.600 e 26.000 euro. Questo però solo se a compiere il reato sono “titolari di imprese e i responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifiuti”. La Muraro però non rivestiva formalmente questa qualifica, e l’eventuale violazione di quelle norme di legge comporterebbe allora solo la sanzione amministrativa pecuniaria“.
Ma che discorsi sono questi ? Se una Legge è tale, va rispettata. Senza se e senza ma. Punto e basta. La sanzione amministrativa pecunaria equivale ad una condanna, non è come pagare una multa per sosta vietata ! Non a caso Carla Raineri ha dichiarato al quotidiano La Repubblica “Da magistrato non comprendo il senso dell’espressione “reato generico”. Ed ha ragione.
Quello che Bechis dimentica è quanto accaduto lo scorso 5 luglio quando La Repubblica ha svelato una vicenda imbarazzante e cioè la diffida inviata dagli avvocati di Paola Muraro all’azienda dei rifiuti per chiedere 200mila euro a titolo di “equo premio” per un brevetto inventato dall’allora strapagata consulente nel 2011, il manager dimissionario nel tentativo di metterci una “pezza” disse: “In Ama abbiamo contenziosi, e anche pesantissimi, ma non con la dottoressa Muraro”.
Ed allora di grazia, come si fa a mandare a fare l’assessore all’ambiente una persona che è in causa con l’ AMA che è una municipalizzata ? Resta il fatto che l’assessora destinata a “vigilare” proprio sull’AMA voleva beneficiare di una lauta somma, liquidata proprio dall’azienda “vigilata“. Sarebbe bastato soffermarsi su questo campanello d’allarme, sin da quella data, per capire la pressochè totale inesperienza e quindi inadeguatezza della Raggi a fare il Sindaco.
Qualcosa che nessuno accerta. Un giornalista che segue una campagna elettorale di un candidato sindaco dovrebbe avere l’accortezza di andare a vedere il suo passato, sopratutto quando, come in questo caso, il candidato è un consigliere comunale uscente. Analizzare e verifica della sua attività politica. Capacità di incidere sul consiglio comunale. Ma tutto questo nè Bechis nèi suoi sodali di LIBERO che mentre prima pendevano dalle labbra dei vari deputati del centrodestra a cui erano legati, adesso si vogliono riconvertire in “grillini”, lo hanno mai fatto. Strano…a dir poco ! Sarà forse l’ “effetto-fascio” Di Battista ?
Bechis continua nella sua ricostruzione: “La Raggi ha informato la sera del primo agosto scorso di quella indagine il mini-direttorio del M5s che faceva da cerniera fra la sindaca di Roma e il direttorio nazionale (Paola Taverna, Stefano Vignaroli, Gianluca Perilli e Fabio Massimo Castaldo). Il gruppetto ha discusso a lungo, ha cercato informazioni nel dettaglio che in quel momento non avevano nemmeno i diretti interessati, e ha deciso il giorno 5 agosto di scrivere tutto quel che avevano appreso (era la loro funzione) in una mail inviata a un membro del direttorio nazionale, il responsabile enti locali del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio. Da lì in poi ogni decisione su questa vicenda è stata presa non da tizio o caio, ma dal Movimento 5 stelle e se qualche cosa non ha funzionato nella catena di informazioni interna, sono sinceramente affari loro“.
Piccolo particolare: la Raggi nega di aver inviato la mail e Di Maio afferma di non aver ricevuto mai la mail di cui parla Bechis. Quindi caro Franco, chi dei tre mente sulla questione della mail ? La Raggi, Di Maio o Bechis ?
Passando alle sue “considerazioni”, Bechis scrive che “perfino Ignazio Marino, che non è accusato di reati del secolo come quelli di cui si sono macchiati esponenti di primo piano di Pd e Pdl, ha oggi accuse (sulle note spese) penalmente dieci volte più gravi delle iniziali ipotesi di accuse alla Muraro“. Nulla da dire, invece sulle promesse del M5S e Grillo agli italiani: “prenderemo come deputati e senatori solo 2.500 euro al mese “. Balle !!! E nulla da dire sul fatto che molti portavoce-cittadini del M5S non pubblicano le spese per la loro attività parlamentare e politica sui loro siti.
Sono d’accordo con Bechis sulle responsabilità politiche, quando scrive: ” Detto questo- che bisogna dire altrimenti sembra di vivere sulla luna- nella gestione di questa vicenda non tanto la Muraro, ma la Raggi ha sbagliato. La Muraro non è stata eletta da nessuno, ma nominata successivamente, e lealmente ha informato chi doveva informare di quel che era accaduto. La Raggi invece è stata eletta, e non da qualche centinaio di simpatizzanti del Movimento 5 stelle. E’ stata eletta da centinaia di migliaia di romani. Per il patto che ha stretto con loro durante la campagna elettorale, per la fiducia che ha ricevuto, doveva informarli come aveva promesso esattamente di quello di cui era venuta a conoscenza lei a fine luglio“
Non sono per niente d’accordo con Bechis quando sostiene; “Che cosa può fare la Raggi in questo momento, dopo avere chiesto scusa ai romani? Può continuare, e difendere tranquillamente la Muraro se le accuse restano ipotesi di questa scarsissima consistenza. Deve fregarsene di altro tipo di polemiche, come quelle sullo studio Sammarco. Lei ha lavorato lì fino a quando non è divenuta sindaca. E’ la cosa più naturale del mondo che abbia chiesto consigli o referenze professionali al titolare del suo studio quando si è trattato di tamponare il buco lasciato da Marcello Minenna all’assessorato al Bilancio”. L’assessorato al bilancio dovrebbe essere retto da economisti, non da avvocati caro Bechis, quindi l’ avv. Sammarco non aveva alcun titolo a dare consigli, anche perchè difficilmente Berlusconi sarebbe andato a chiedere consigli da un avvocato di D’ Alema….su chi nominare Ministro dell’ Economia o Governatore della Banca d’ Italia !
Franco Bechis mi trova perfettamente d’accordo con lui quando scrive e sostiene che “Fossi stato al posto suo ( della Raggi n.d.a. ) avrei scelto la squadra degli assessori prima delle elezioni e l’avrei proposta insieme alla mia persona al voto dei cittadini romani“. Eppure negli articoli di Bechis, nei suoi entusiastici (sin troppo) servizi fotografici via Twitter della campagna elettorale della Raggi, non ho trovato nessuna domanda del genere alla candidata Sindaca ! Come mai Franco ?
Concludendo Bechis scrive: “Non servono magistrati al potere che ti coprano da guai, né da capo gabinetto, né all’assessorato al Bilancio. Non servono al Movimento 5 stelle personaggi che vengano da tutt’altre storie e all’improvviso sono presi dalla smania di salire a bordo. Ne avrei fatto a meno fin dall’inizio: Beppe Grillo non diceva che la vera svolta era una mamma qualsiasi ad amministrare come si fa a casa propria? Era quella la novità, perché cercare strade diverse? Allora, siccome a quella proposta i romani- che sono diffidenti per natura- hanno creduto, non li si deluda. La Raggi azzeri la sua giunta, chieda scusa ai suoi elettori per le omissioni, e ricominci da capo solo con i suoi ragazzi e ragazze. Niente magistrati e niente prof e imbucati dell’ultima ora, e pazienza se farà con loro una brutta figura: potrà sfruttare la loro competenza in altro modo, con un po’ di fantasia. La fortuna è che è stata eletta lei, non i suoi assessori, cui può togliere tutte le deleghe. Se crede alla buona fede della Muraro, la mandi a guidare l’Ama, che è il suo vero mestiere. E così eventualmente con altri. Questo ovviamente è un banale consiglio, dato da uno che non conta un fico secco ma è semplicemente cittadino elettore della capitale“.
Sulla prima parte della conclusione di Bechis, sono d’accordo. Non servono magistrati in trasferta o in pensione, ne capi di gabinetto che pretendono di arricchire il proprio CV con master pagati a spese della comunità (vedi quello che pretendeva Marra) per amministrare una città grande, difficile ed ingestibile come la Capitale.
Non sono d’accordo sull’eccessiva autonomia che Bechis vorrebbe dare alla Raggi. Servono persone elette dai cittadini, il voto lo danno loro, non lo danno, nè noi giornalisti, nè il fantomatico “direttorio” ! Come si fa a dire “Se crede alla buona fede della Muraro, la mandi a guidare l’Ama, che è il suo vero mestiere” ? Caro Franco il mestiere della Muraro come tu stesso sai bene e scrivi, era quello di dare consigli, non gestire un’azienda considerato che non ha mai avuto ruoli o incarichi dirigenziali. Così come sarebbe stato interessante ed importante magari prima esercitarsi a gestire un piccolo Comune limitrofo, un Municipio di Roma prima di avventurarsi alla guida della Capitale.
Caro Franco ti dimentichi anche quello che scrivi , quando parli da elettore romano ? Ecco cosa ho trovato sulla pagina Facebook di Bechis: 1 settembre 2016 “Ma perché ho lasciato la residenza di Torino? Certe volte nella vita si è scemi. Sono nato a Torino, lì ho vissuto per 25 anni, lì ho ancora gran parte della mia famiglia. Che mi è venuto in mente di prendere la residenza a Roma? L’avessi lasciata dove sono nato oggi potrei dire che ho davvero un buon sindaco…”. A volte la rete può essere anche terribile….