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3 Luglio 2024 03:19
3 Luglio 2024 03:19

Lo show giudiziario-mediatico della Procura di Potenza continua. Nuovi arresti , ma nessuno è di Potenza …

ALL'' INTERNO LA 1a PARTE DELL'ORDINANZA CAUTELARE Effettuate delle perquisizioni domiciliari nei confronti delle persone colpite dall'ordinanza del procuratore di Potenza Curcio, che per quanto riguarda la vicenda Capristo, potrebbe condizionare in qualche modo il corso del processo in corso, la cui prossima udienza si terrà il 18 giugno dinnanzi al Tribunale di Potenza

Nuove misure cautelari sono state richieste dalla Procura di Potenza, convalidate dal gip del Tribunale di Potenza, Antonello Amodeo nell’ambito di un’inchiesta che riguarda presunte irregolarita’ che sarebbero state commesse dall’ex procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, nel corso di indagini sull’ex ILVA. Le nuove misure riguardano l’avvocato siciliano Pietro Amara arrestato a Roma verrà trasferito a Potenza, l’ex procuratore di Taranto Capristo, arresti domiciliari per Giacomo Ragno avvocato del Foro di Trani a cui è stata sequestrata la somma di 278.000 euro pari all’importo delle parcelle professionali pagate in suo favore da ILVA in amministrazione straordinaria, il poliziotto Filippo Paradiso dipendente del Ministero dell’Interno e nei ruoli della Polizia di Stato, attualmente distaccato presso lo staff del sottosegretario all’ interno Carlo Sibilia (M5S) nonché Nicola Nicoletti, socio della società PwcPricewaterhouseCoopers.

Nei confronti di Capristo che è attualmente sotto processo per la prima vicenda giudiziaria che l’ha colpito, e’ stato disposto l’obbligo di dimora. Amara secondo le ipotesi accusatorie del procuratore Francesco Curcio avrebbe avuto rapporti frequenti con Capristo. Rapporti che Capristo ha sempre smentito e chiarito in tutte le sedi.

l’avvocato Pietro Amara

In realtà l’ avvocato Amara è stato soltanto consulente del prof. Laghi , che era uno dei tre commissari di ILVA in amministrazione straordinaria, ed insieme a lui ha partecipato solo a poche riunioni presso la Procura di Taranto, in quanto il legale dell’ ILVA che interloquiva con la procura è sempre stato l’ avv. Angelo Loreto come tutti i magistrati di Taranto che indagavano sull’ ILVA ben sanno.

Effettuate delle perquisizioni domiciliari nei confronti delle persone colpite dall’ordinanza del procuratore di Potenza Curcio, che per quanto riguarda la vicenda Capristo, potrebbe condizionare in qualche modo il corso del processo in corso, la cui prossima udienza è fissata per il 18 giugno dinnanzi al Tribunale di Potenza. Durante la prima inchiesta sul caso Capristo, il procuratore di Potenza Curcio si è recato più volte a Taranto per interrogare dei dirigenti ILVA all’ interno del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, alla ricerca di ipotetici reati accusatori nei confronti di Capristo. Le voci circolanti (che non possiamo confermare in quanto non eravamo presenti) parlavano di presunte pesanti pressioni del procuratore Curcio esercitate sui dirigenti dell’ ILVA.

I cinque sono accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, favoreggiamento e corruzione in atti giudiziari. Nell’inchiesta è coinvolto anche l’ex gip di Trani, Michele Nardi, incredibilmente a piede libero, che secondo le ipotesi degli inquirenti basate sulle dichiarazioni dell’imprenditore Flavio D’Introno l’imprenditore coratino delle ceramiche arrestato nel 2007 per usura ai danni di commercianti del Nord Barese, condannato dalla Corte di Cassazione a 5 anni e 6 mesi di reclusione (per reati per i quale è previsto l’arresto) e 16.500 euro di multa.

Secondo le dichiarazioni di D’ Introno, Michele Nardi avrebbe utilizzato il suo ruolo di ispettore ministeriale sostenendo Capristo come candidato alla nomina a procuratore di Trani, pretendendo in cambio una “tutela” rispetto alle indagini nei confronti di Nardi aperte all’epoca a Trani.

Capristo, Nardi, D’Introno, Ragno, l’ex pm tranese Antonio Savasta, il commercialista Massimiliano Soave e il ragioniere Franco Maria Balducci e il carabiniere Martino Marancia sono stati indagati a piede libero per “concussione” con l’accusa di aver truccato due fascicoli di indagine della Procura di Trani, inducendo le “vittime” di nominare come avvocato difensore Ragno e Balducci o Soave come consulenti.

Secondo la Procura di Potenza Capristo diventato procuratore di Taranto avrebbe anche favorito Amara e Nicoletti, , mostrandosi “più aperto, dialogante e favorevole alle esigenze dell’ILVA“. In questo modo secondo l’ ipotesi accusatoria Capristo avrebbe rafforzato nei confronti dell’amministrazione straordinaria “il convincimento che Amara e Nicoletti, nelle loro vesti di legale il primo e consulente factotum della amministrazione straordinaria il secondo, potessero più agevolmente di altri professionisti interloquire con la Procura di Taranto“.

l’ex procuratore Capristo ed il suo aggiunto Maurizio Carbone

L’ex procuratore di Taranto Capristo, secondo l’accusa manifestava apertamente (…) la sua posizione “dialogante” con il Nicoletti e la sua benevola predisposizione ad assecondare e considerare le esigenze della struttura commissariale di Ilva determinando un complessivo riposizionamento della Procura di Taranto rispetto alle pregresse, più rigorose, strategie processuali ed investigative impostate dal suo predecessore, Franco Sebastio: questo sarebbe avvenuto, ad esempio, sollecitando un sostituto a «concedere la facoltà d’uso dell’Altoforno 2 nonostante l’accertata parziale inadempienza da parte dell’ILVA alle prescrizioni».

A Capristo i pm di Potenza contestano anchela benevola predisposizione ad assecondare e considerare le esigenze della struttura commissariale di ILVA, determinando un riposizionamento del suo ufficio rispetto alle pregresse, più rigorose, strategie processuali e investigative manifestate dal suo predecessore“. Inoltre Capristo avrebbe fatto pressioni su  alcuni pm di Taranto ( ma incredibilmente non c’è traccia di alcuna denuncia da parte di questi pm) per valutare positivamente le posizioni di alcuni indagati o addirittura chiederne l’archiviazione. Ed avrebbe contemporaneamente “condizionato i dirigenti di ILVA, sottoposti a procedimenti penali, affinché concedessero incarichi difensivi all’avvocato Ragno. Ipotesi questa che però al momento non trova riscontro in alcuna denuncia di questi dirigenti alla magistratura.

Gli avvocati difensori del procuratore Capristo, Angela Pignatari del Foro di Potenza e Riccardo Olivo del Foro di Roma replicano: “ha sempre agito correttamente e in piena conformità al suo ruolo di Procuratore di Trani e di Taranto“. Con riferimento alle accuse della Procura della Repubblica di Potenza, i legali di Capristo hanno evidenziato che si tratta in realtà “di fatti per lo più già passati al vaglio di altre Autorità giudiziarie, che non ne avevano ravvisato elementi di illiceità, ed assai risalenti nel tempo” aggiungendo che “Il più recente dei fatti sarebbe cessato nel luglio di due anni orsono, gli altri si collocano dal 2008 al 2016“.

La domanda che gli avvocati di Napoli che ben conoscono Curcio, che ha a lungo operato nella procura napoletana, è la seguente: “ Ma se tutto questo alla fine si rivelasse un altro “flop” come lo è stata l’inchiesta sulla P4, cosa diranno al CSM ? Promuoveranno ancora una volta il magistrato Curcio senza averne i titoli ?”. Un pubblico ministero che conosce molto bene Capristo in maniera confidenziale ci ha affidato una sua domanda “aperta”: “Ma se Capristo dovesse provare la sua innocenza, chi gli chiederà scusa e restituirà l’onore della sua lunga carriera macchiata da una discutibile inchiesta giudiziaria di una Procura di provincia che ama stare sempre al centro dell’attenzione media

ordinanza-capristo-parte-A

IL COMUNICATO STAMPA DELLA PROCURA DI POTENZA

(NON PUBBLICATO SUL SITO ! E DA NOI RICEVUTO DA UN COLLEGA )

MA DIFFUSO SOLO AGLI “AMICI DEGLI AMICI”….

Comunicato-1

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