Caro Direttore,
sin dall’inizio della mia esperienza politico-istituzionale, ho sempre pensato che l’impegno nelle istituzioni non può essere per sempre, che non può diventare un mestiere.
Quando la XVII legislatura della Repubblica passerà le consegne alla successiva, avrò completato il mio 18° anno consecutivo nelle istituzioni, prima regionali e poi nazionali. 18 anni sono tanti. Mai avrei immaginato di dedicare una parte così grande della mia vita all’impegno pubblico.
E’ giusto e naturale che la classe dirigente si apra ad una nuova generazione; da parte mia riconquisterò tempo per la mia vita privata, spegnerò qualche riflettore, restituirò attenzioni alla mia famiglia ed ai nuovi impegni professionali che verranno.
In realtà, la decisione di non ricandidarmi stava maturando già da qualche tempo. Ero tentato di esternarla già nel mese di luglio, subito dopo l’ultimo grande successo elettorale di cui sono stato protagonista. Ma alcuni cari amici, quasi spaventati dalla mia decisione che avevo cominciato a confidare, mi hanno chiesto di aspettare. E l’ho fatto perché non volevo per nessuna ragione che tale mia scelta, espressa con largo anticipo, disorientasse il partito.
I 18 anni sono tutti compresi negli anni 2000, il periodo senz’altro più difficile dal punto di vista socio-economico per il nostro territorio e per la nostra gente.
Da una parte il mio consenso elettorale cresceva a vista d’occhio, i successi personali e di partito si rincorrevano in una sequenza ripetitiva ininterrotta fino ad arrivare ai giorni nostri; dall’altra, le vicende del nostro territorio diventavano sempre più complesse e difficili ed il peso della responsabilità diventava sempre più gravoso.
Non mi sono mai sottratto alle mie responsabilità istituzionali, ho provato sempre ad agire con rigore e sobrietà, non ho mai tradito la fiducia di qualcuno.
Per qualche anno ho sempre portato nella mia borsa la dichiarazione dei redditi presentata nel 1999, l’anno precedente alla mia prima elezione in Regione, per documentare che la mia condizione economica, dopo l’elezione, era tutt’altro che migliorata. E ancora oggi quel reddito del 1999 è superiore a quello dichiarato quest’anno.
Ringrazio Dio per tutti i doni che ho ricevuto, ringrazio la mia famiglia e mia moglie in particolare per la pazienza che hanno avuto e per la forza che mi hanno dato. Ringrazio tutte le persone che hanno creduto in me, nella mia lealtà, nella mia voglia di fare. Ringrazio tutti i miei elettori, soprattutto quelli che non ho mai conosciuto personalmente.
Le prossime elezioni politiche saranno per il mio partito le prime elezioni a Taranto con me nella veste di semplice iscritto al PD. So che per molti non sarà facile, ma bisogna subito trovare le motivazioni per consolidare il primato che il Partito Democratico ha conquistato e mantenuto a Taranto da quando è nato.
Nella mia esperienza politica ho conosciuto in questi anni tante persone meravigliose che mi hanno gratificato con un incessante sostegno appassionato e disinteressato; ne ho conosciuto altre, invece, solo interessate a cercare nelle politica una scorciatoia per migliorare la loro condizione economica e sociale. Non biasimo alcuno, ma nel mio cuore c’è posto solo per i primi.
Grazie Direttore per l’ospitalità e grazie ancora per tutte le attenzioni che la sua testata mi ha voluto riservare in questi magnifici anni.
On. le Michele Pelillo