ROMA – Dopo le polemiche conseguenti all’inchiesta delle Iene – che ha svelato che il padre di Luigi Di Maio avrebbe assunto dei dipendenti in nero – il Fatto Quotidiano ha portato alla luce anche un anno di lavoro da “non inquadrato” del futuro vicepremier alla pizzeria “La Dalila” di Pomigliano d’Arco, dove la scelta di pranzare in quella pizzeria per il giornalista si è rivela fortunata, ricca di sorprese e di notizie. Tra una margherita e una coca cola i colleghi del Fatto hanno scoperto dalla viva voce di chi serve ai tavoli, prepara le pietanze e tiene aperto il locale, che il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico ci ha lavorato per un anno, cioè fino a pochi mesi della sua elezione alla Camera, come cameriere “non inquadrato“, che da queste parti significa in nero.
Ma non solo: ha regalato a questo piccolo ristorante la sua precedente attività di web master, aprendone e curandone il sito internet e la pagina Facebook “senza chiedere un euro: lo faceva a livello amichevole: era lui che faceva le foto delle pizze e le pubblicava“.
Anche se fosse stato a livello amichevole, per legge, il lavoratore doveva essere regolarmente inquadrato e con una posizione aperta presso l‘INPS. La carriera di Di Maio in pizzeria sarebbe durata dall’estate del 2011 a quella del 2012.