di Francesca Lauri
Jean Paul Gaultier 67anni, nato a Bagneux, il 22 gennaio ha firmato il suo ultimo defilé celebrando il suo addio alla moda al Thêatre du Châtelet di Parigi. Lo show è stato per tutto il tempo musica e applausi su una passerella bianca collocata come fosse tra il pubblico hanno sfilato 250 abiti e tutte le sue “muse” che giocavano ed ammiccavano e cantando e ballando, si divertivano: Béatrice Dalle, Rossy de Palma, Arielle Dombasle, Gigi e Bella Hadid, Paris Jackson, Farida Kelfa, Amanda Lear, Jasmine Le Bon, Eric O’Connor, Coco Rocha, Irina Shayk, Dita von Teese.
Ad assistere alla sua ultima sfilata-show un parterre speciale da red carpet,: Fanny Ardant, Carla Bruni, Laetitia Casta, Eva Herzigova, Mika, Kenzo, Christian Louboutin , Dries Van Noten, Nicolas Ghesquière. Uno spettacolo fresco, come piena di energia è stata la sua corsa verso il pubblico, per un gran finale diventata una festa per tutti.
Si recò al suo primo appuntamento con i bozzetti da chez -Jean Patou, e fu lì che ad appena 17 anni incontrò lo stilista italo-francese Pierre Cardin molto potente ed influente dell’epoca, del quale divenne assistente. Nel 1976 apre il suo primo atelier, ma sono i primi ’80 che diventano suoi.
Lo stilista da sempre considerato “l’enfant terrible” della moda sin da bambino si divertiva a vestire Nana, il suo orso di peluche, le metteva corsetti, seni a cono, guêpière, oggetti strappati al baule dell’amatissima nonna Marie; disegnava e adorava gli spettacoli e le piume de Le Folies Bergère. Con il suo flusso vitale , la sua visione sovversiva di bellezza., viene considerato sicuramente il più “maschio” degli stilisti francesi, si è congedato dalla moda dopo 50 anni. dopo aver a inventato quasi tutto, dissacrando con ironia ed humor qualsiasi capo d’abbigliamento.
Gaultier ha “rivisitato” lo smoking ed il kilt, vestendo donne come uomini e uomini come donne. Ha attraversato le tendenze punk e burlesque, applicando pressochè ovunque stecche e bustini, diventando il precursore di “body positive”, “gender fluid” e maquillage per tutti.
Ogni invitato ha ricevuto un cartoncino con la cifra 50 in lettere dorate, con una nota: “Per questa mia ultima collezione, ho voluto essere fedele ai temi che mi hanno sempre ossessionato, i jeans, i corsetti, il vestito alla marinara, l’androginia, e che mai mi hanno lasciato… Io penso che la moda debba cambiare e questa sera voi vedrete la mia prima collezione upcycling. Ho aperto tutti i cassetti, ho utilizzato i miei archivi come materia prima e li ho maltrattati, intrecciati mescolati. È quel che io adoro più di tutto: mischiare, un métissage, di generi, materiali, classi sociali ,persone, mondi e poter giocare con questo”.
Jean Paul Gaultier è da sempre un provocatore affascinante, che riserva ogni volta sempre delle sorprese in passerella per sbalordire. Quando le copertine dei magazine di moda erano piene di giovani androgine, Gaultier mandava in passerella a sfilare donne in carne. Quando si volve far diventare la giovinezza un simbolo, lui sceglie vecchie signore. Alle bionde, da sempre amate dagli altri stilisti, preferisce proporre visi da bruna, dai lineamenti spigolosi e decisi.
Irriverente, eccentrico divertito, spirito brillante del tempo: “Oggi ci sono troppi vestiti, troppe immagini, troppe suggestioni, c’è così troppo di tutto, da far diventare qualsiasi cosa priva di interesse”. Ha fatto di tutto e di più: prèt -à porter per uomini donne e bambini, profumi, bijoux, haute couture, ha lavorato con Hermès, per spettacoli e televisione, ha dettato la sua cultura del pop e ne ha costruito stile ed attestato. Ha corteggiato, vestito e frequentato star del cinema come Madonna, Nicole Kidman, Lady Gaga, Katy Perry, Rihanna e Cate Blanchett.
Sullo schermo del Thêatre du Châtelet ha fatto proiettare un estratto di un film “cult” per tutti i fashion addicted: “Qui êtes -vous Polly Maggoo?”, a firma William Klein, una vera e propria incursione satirica, eccessiva nella couture parigina del 1966 . “Back to Black” di Amy Winehouse per la voce di Boy George, un grande amico del couturier, e che “quel funerale” possa iniziare.
Una celebrazione di ieri, oggi e soprattutto di domani. “Quand y’en a plus y’en a encore” è l’ultimo titolo scritto sul programma. Au revoir monsieur Jean Paul Gaultier …