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5 Novembre 2024 01:24

L’usuraio Giovanni De Florio condannato e tratto in arresto dai finanzieri

Militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto comandati dal. T. Colonnello Renato Turco, hanno eseguito un ordine di carcerazione nei confronti del sessantatreenne tarantino condannato per il reato di usura.

Schermata 2015-11-06 alle 13.09.04Giovanni  De Florio sessantatreenne tarantino figurava tra i 21 soggetti già arrestati dalle Fiamme Gialle nel febbraio 2014, nell’ambito dell’operazione denominata “TIME WASTER”, a completamento di un’articolata attività info-investigativa, all’esito della quale si giunse all’identificazione di un’associazione di persone coinvolte in un vasto giro di usura.  L’esame delle documentazioni bancarie ed extracontabili acquisite consentirono di ricostruire flussi finanziari di ingenti somme di denaro, quantificati in circa 3 milioni e 500 mila euro. Fu altresì accertato che gli interessi di natura usuraria applicati variavano da un tasso annuo del 70% ad un tasso del 270%.

Schermata 2015-11-06 alle 13.06.22

De Florio dopo essere stato sottoposto per quattro mesi agli arresti domiciliari fu rimesso in libertà in attesa di giudizio. A seguito del “patteggiamento” richiesto dallo stesso ed in esecuzione di sentenza definitiva emessa dal G.I.P. del Tribunale di Taranto, si è resa obbligatoria la sua restrizione e trasferimento in carcere, in quanto condannato alla pena della reclusione di 3 anni e 6 mesi.

L’inchiesta TIME WASTER svolta dalla Guardia di Finanza del comando Provinciale di Taranto, coinvolse un gruppo di persone dedite all’usura a cui vennero sequestrati beni per circa 3,5 milioni di euro. Le indagini portarono a 21 ordinanze di custodia cautelare emesse nel febbraio del 2014 dal gip di Taranto Martino Rosati su richiesta del sostituto procuratore Giovanna Cannarile, che coinvolsero diversi pregiudicati, ma anche degli “insospettabili”, tra i quali un funzionario di banca. Il gruppo usuraio operava a Taranto, in alcuni comuni della provincia e persino a Treviso. Secondo gli accertamenti svolti dai finanzieri venivano prestate somme di denaro a tassi di interesse che arrivavano fino al 270 per cento.  Tra le persone coinvolte nell’inchiesta, accusate di usura, ci sono anche un operaio dell’Ilva e un attore teatrale. L’indagine venne avviata grazie ad una denuncia presentata da un imprenditore operante nel mondo dello spettacolo che si è rivolto a più usurai per fare fronte a difficoltà economiche che lo avevano portato sull’orlo del fallimento. Nelle indagini si accertò che gli usurai erano “in grado di prestare in una sola soluzione anche centomila o duecentomila euro”.  L’operazione è stata condotta dai militari del Nucleo di polizia tributaria del comando provinciale delle Fiamme gialle.

 

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