di Lorenzo Borga e Maria Sole Lisciando
ROMA – Dopo le accese discussioni estive sui vaccini obbligatori, con il mitigarsi delle temperature si avvicina, tra varie deroghe ed eccezioni, la prima scadenza per i genitori per mettersi in regola (11 settembre per i bambini di nidi e materne). Con l’approvazione a fine luglio della legge 119/2017, l’obbligo vaccinale è stato fissato per dieci profilassi, pena la non iscrizione a scuola. La coercizione scatta per il vaccino esavalente (ossia quello contro difterite, tetano, pertosse, poliomelite, epatite B e haemophilus influenzae), il trivalente Mpr (contro morbillo, parotite e rosolia) e per quello anti-varicella.
La dichiarazione di Emiliano. In Puglia il presidente della regione Michele Emiliano si è espresso contro l’estensione delle vaccinazioni obbligatorie da quattro a dieci durante un incontro con una delegazione di cittadini pugliesi contrari all’obbligo vaccinale, avvenuto il 28 agosto. In particolare, ha dichiarato:
“La nuova legge sta seminando panico, creando sospetti e reazioni negative. Persino una regione come la Puglia, tra le più virtuose d’Italia in materia di vaccinazioni, da quando il governo ha deciso di intervenire con tanta decisione, sta registrando un calo della propensione a vaccinarsi”.
La dichiarazione, diffusa da Ansa e da un comunicato stampa della Regione Puglia, è stata poi ripresa anche sul profilo Facebook di Emiliano. Il presidente della Regione Puglia – pur sottolineando con forza la sua posizione favorevole alla vaccinazione – sostiene che l’obbligo vaccinale genererebbe un effetto opposto: i cittadini che non si fidano della politica perché dovrebbero rispettare un obbligo imposto proprio dai politici? La legge sull’estensione delle vaccinazioni obbligatorie è tuttavia in vigore solo da fine luglio ed è quindi impossibile stabilire se effettivamente ci sia stato un calo dei vaccinati. Il tema è molto caldo e sensibile, dal momento che influenza la sicurezza sanitaria. Vale quindi la pena verificare la seconda parte della dichiarazione: cioè se la Puglia è effettivamente tra le regioni più virtuose in tema di vaccinazioni, come rivendicato con orgoglio dal suo Presidente.
Come si misura la virtuosità nelle vaccinazioni . Due sono i criteri che si possono prendere in considerazione per valutare l’efficacia delle campagne vaccinali regionali e quindi per stabilire se la Puglia è realmente “tra fra le più virtuose regioni d’Italia”. Il metodo più immediato è la verifica della copertura vaccinale regionale, ossia la percentuale di soggetti vaccinati rispetto alla popolazione da vaccinare, per verificare se si raggiunge la soglia minima del 95 per cento raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Soglia fondamentale affinché si interrompa la circolazione degli agenti patogeni, con conseguente protezione dei soggetti che presentano controindicazioni alle vaccinazioni o su cui la vaccinazione non risulta efficace.
In secondo luogo, si possono contestualizzare, sempre attraverso i dati della copertura vaccinale, le condizioni di ogni regione e confrontarle fra loro, in modo da osservare quali emergano come virtuose e quali no. Quando si utilizza il dato della copertura vaccinale è bene tenere a mente che non tutte le regioni dispongono di un’anagrafe vaccinale informatizzata efficace, e che dunque le percentuali non sempre risultano affidabili; ad ogni modo, la regione Puglia dispone di un’anagrafe aggiornata ed attendibile.
I dati sulle coperture vaccinali in Puglia Dati del ministero della Salute alla mano, verifichiamo dunque la situazione della regione Puglia sulle coperture vaccinali. Prendiamo in considerazione le coperture del vaccino esavalente e quello Mpr, contro morbillo, parotite e rosolia. In entrambi i casi, consideriamo la coorte di bambini entro i 24 mesi di età.
Tabella 1 – Copertura vaccinale in Puglia per anno e antigene (%)
(Fonte: Ministero della Salute)
Nota: le percentuali riferite ai sei antigeni dell’esavalente differiscono fra loro di alcuni centesimi. Per questo abbiamo scelto il valore più alto per ogni anno.
Come si nota dalla tabella 1, le coperture vaccinali sono scese a partire dal 2013, quando per il vaccino esavalente raggiungevano ancora la soglia del 95 per cento. Il calo è più evidente per il vaccino Mpr, che ha perso quasi cinque punti percentuali.
Andando a ritroso nel tempo (figura 1), per il morbillo, la Puglia ha goduto storicamente di una buona copertura vaccinale, che nel 2010 raggiungeva quasi il 94 per cento. Ma dal 2013 in poi, il dato non solo peggiora, ma scende addirittura al di sotto della media italiana. In sintesi, la Puglia ha visto un peggioramento netto della propria condizione e non raggiunge i valori minimi di sicurezza.
Figura 1 – Copertura del vaccino contro il morbillo in Italia e in Puglia (24 mesi – %)
(Fonte: Ministero della Salute)
Nota: l’asse verticale è incompleto per mostrare con maggiore chiarezza le variazioni annuali.
Inoltre tra le venti regioni italiane, come si nota dalla tabella 2, la Puglia si posiziona mediamente nella seconda metà nella classifica, spesso poco distante dalla media nazionale. Non esattamente tra le più virtuose, come invece sostiene Emiliano.
Tabella 2 – Posizione della Puglia nella classifica delle coperture vaccinali (sulle regioni e province autonome italiane)
(Fonte: Elaborazione su dati del Ministero della Salute )
Grazie all’ufficio stampa del presidente pugliese siamo venuti in possesso dei dati sulla base dei quali Emiliano ha basato la propria dichiarazione: si tratta delle coperture vaccinali a 36 mesi riferiti al 2015. Anche in questo caso in realtà la Puglia si trova in circa decima posizione per le coperture dell’esavalente, ed in undicesima per il morbillo. La regione del governatore d’altra parte appare invece all’avanguardia nell’introduzione di nuovi vaccini, come antimeningococco B e l’antipneumococcico coniugato. Tuttavia questo non è sufficiente per modificare un giudizio generale non positivo sulle vaccinazioni in regione.
Il peggioramento dei dati pugliesi va contestualizzato in un aggravamento generale della situazione italiana. L’analisi dei dati mostra che in Italia, dal 2013, si è osservato un calo progressivo del ricorso a tutti i vaccini. Le coperture risultano in molti casi inferiori al 95 per cento. La costante riduzione dei vaccinati verificatasi negli ultimi anni sembra avere origine sia nel clamore sui presunti rischi di effetti negativi (comunque ben meno probabili delle malattie da cui i vaccini proteggono) che nella bassa percezione di quelli legati alle patologie. Particolarmente grave è il caso del morbillo, del quale, con una copertura vaccinale attorno all’85 per cento, da inizio 2017 si sono registrati 4.328 casi e tre decessi. E l’88 per cento dei casi riguarda individui non vaccinati. D’altra parte, nel 2016, le coperture a 24 mesi di età hanno raggiunto la soglia del 95 per i sei antigeni dell’esavalente solo in Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna, mentre nessuna regione l’ha ottenuta per l’Mpr.
I dati sono osservabili per intero nella mappa interattiva pubblicata dal quotidiano La Repubblica.
Il verdetto.
Dunque, per quanto si possa contestualizzare il risultato pugliese in una generale riduzione dei vaccinati in Italia, resta difficile trovare riscontro alla dichiarazione di Emiliano, secondo cui la Puglia è tra le regioni più virtuose. Non raggiunge i valori minimi accettati internazionalmente, né è una delle regioni italiane con la più alta copertura vaccinale. Tra l’altro, come mostra la figura 1, la Puglia è peggiorata di più rispetto al resto d’Italia. E a meno che essere virtuosi non significhi essere i primi tra gli ultimi, la dichiarazione di Emiliano è FALSA.
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