Il GIP del Tribunale di Roma dott.ssa Flavia Costantini ha accolto oggi le 113 richieste di archiviazione,formulate dalla Procura della repubblica di Roma. Si tratta di archiviazioni “eccellenti” che riguardano fra gli altri il Governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il suo ex-capo di Gabinetto Maurizio Venafro e l’ex sindaco di Roma Alemanno, ed ha respinto la richiesta di archiviazione solo per tre delle 116 richieste arrivate dai pm titolari dell’indagine: l’imprenditore Salvatore Forlenza, l’ex consigliere comunale Luca Giansanti (lista civica Marino sindaco) , ed Alfredo Ferrari (Pd) ex presidente della commissione bilancio del Comune di Roma.
Ottengono l’archiviazione anche Sabrina Alfonsi (indagata per concorso in corruzione) la ex presidente del primo municipio della Capitale, Alessandro Onorato (concorso in corruzione) l’ex consigliere comunale della lista Marchini, Vincenzo Piso, ex PdL ed attualmente iscritto al gruppo Misto, indagato per finanziamento illecito; Daniele Leodori (turbativa d’asta) presidente del Consiglio Regionale del Lazio; Alessandro Cochi (turbativa d’asta) ex delegato allo sport della giunta Alemanno , e Riccardo Mancini e Antonio Lucarelli stretti collaboratori dell’ex sindaco di Roma, entrambi indagati per associazione mafiosa. Nell’elenco delle posizioni archiviate figurano anche i nomi degli imprenditori Luca Parnasi (corruzione) e Gennaro Mokbel (riciclaggio), e di Ernesto Diotallevi, quest’ultimo in passato coinvolto in indagini sulla Banda della Magliana.
Le motivazioni. “Gli elementi acquisiti nel corso delle indagini non risultano idonei a sostenere l’accusa in giudizio nei confronti di Gianni Alemanno con particolare riguardo all’elemento soggettivo del reato (l’articolo 416 bis cp) in merito al ruolo di partecipe nel reato associativo” scrive il gip Flavia Costantini nel suo provvedimento di archiviazione, in cui il giudice ha spiegato però come dalle “risultanze investigative” fosse evidente che “alla base dell’aggiudicazione degli appalti pubblici alle cooperative riconducibili a Buzzi vi sia stata la diffusa opera corruttiva, elevata a ‘modus operandi’ e che proprio con l’elezione di Alemanno a sindaco di Roma, le stesse avessero moltiplicato il volume d’affari grazie alla ‘ramificazione’ delle ‘conoscenze’ in seno alla pubblica amministrazione” aggiungendo “molti soggetti collegati a Carminati da una comune militanza politica nella destra sociale ed eversiva ed anche in alcuni casi, da rapporti di amicizia, avevano assunto importanti responsabilità di governo e amministrative nella Capitale”.
“Ringrazio la magistratura di cui ho sempre avuto fiducia – conclude Gianni Alemanno – che mi ha ridato la mia onorabilità. Ora attendo che lo stesso facciano tutti quegli esponenti politici e giornalisti che hanno strumentalizzato queste indagini solo per utilità politica, dimenticando il danno che facevano non solo a me e alla mia famiglia ma a tutta la città di Roma“.