I carabinieri del Comando provinciale di Catania hanno notificato la sospensione per un anno dall’esercizio delle funzioni pubbliche al vicepresidente Luca Sammartino , uno degli esponenti di maggior rilievo della Lega in Sicilia, e assessore all’Agricoltura. Ex Pd, ex Udc, ex Italia Viva, recordman di preferenze elettorali, Sammartino è accusato di corruzione in relazione all’ultima inchiesta su corruzione e su un presunto patto elettorale politico-mafioso arriva ai vertici della Regione siciliana . Sammartino si sarebbe servito di “personale dell’Arma dei Carabinieri, in servizio e in quiescenza, per attività di vigilanza e di ‘bonificà tecnica dei locali della sua segreteria” e cercando anche di “acquisire informazioni riservate circa l’eventuale pendenza a suo carico di procedimenti penali“.
Mentre in Sicilia il vicepresidente della regione Luca Sammartino viene accusato di corruzione, per ironia della sorte suo zio, Claudio Sammartino, uno dei tre giuristi nominati dal ministro degli Interni per la commissione d’accesso che sta verificando il ruolo dell’amministrazione comunale barese nell’ambito dell’inchiesta Codice Interno, indaga sulla corruzione all’interno del comune di Bari. La nipote acquisita di Sammartino, moglie di Luca è deputata della Lega.
La scelta del ministro Piantedosi ricaduta sull’ex prefetto Claudio Sammartino era diventata fin da subito oggeto di critiche dal mondo dem, che aveva immediatamente accusato il Viminale di aver scelto un rappresentante potenzialmente soggetto ad forma di conflitto d’interessi seppure indiretto. A dire il vero il nipote dell’ ex prefetto, vanta nel passato una militanza politica piuttosto trasformista. Inizia a fare politica nell’Udc, per poi migrare nel Pd negli anni della segreteria guidata da Matteo Renzi. Il legame “renziano” ha origine dall’ alto numero di preferenze (12.567 voti) ricevute dagli elettori nelle liste dell’Unione dei democratici cristiani nelle elezioni del 2012 e la sua “vicinanza” a Davide Faraone, il luogotenente fedelissimo dell’ex premier Renzi in Sicilia. Ancora due cambi di partito fra il 2019 e il 2020 con l’uscita dal Partito democratico migrando in Italia Viva e poi aderire alla Lega di Matteo Salvini.
Polemiche del campo progressista che però erano passate nel dimenticatoio in quanto l’ex-prefetto Claudio Sammartino può annoverare nella propria decennale esperienza istituzionale, incarichi di una certa indiscutibile complessità. Il suo ultimo incarico è stato a Taranto, città complicata e dai mille problemi dove ha prestato servizio come prefetto nel2012. Poi nel 2013 è stato trasferito a Reggio Calabria e nel 2016 è stato nominato commissario dello Stato per la Regione siciliana. Carica che ha mantenuto fino alla nomina di prefetto di Catania ricevuta ad ottobre 2018.
“Senz’altro allarmante e indicativo di una personalità incline a commettere azioni delittuose è il comportamento dell’indagato, diretto alla ricerca di informazioni sull’esistenza di indagini a suo carico, anche istigando altri a commettere reati pur di fornirgliele“. Scrive la Gip di Catania, Carla Aurora Valenti, sul vicepresidente della Regione Luca Sammartino. La giudice sottolinea, inoltre, “la gravità dei delitti di corruzione propria commessi, la capacità del Sammartino di incidere pesantemente nelle scelte dell’amministrazione comunale di Tremestieri Etneo (basti pensare, in via esemplificativa, alle imposizioni di voto ai consiglieri comunali Smecca Ferdinando e Torre Giancarlo), la sua condivisione del progetto che avrebbe alterato le regole di un’onesta competizione elettorale, progetto alla cui realizzazione ha collaborato attivamente, traendone anche benefici personali, l’intervento con i funzionari regionali fondamentale per l’illecito risultato avuto di mira“.
Nella serata di ieri, è arrivata la nota del Viminale a fare chiarezza sulla posizione dell’ex prefetto: “È del tutto strumentale accostare il prefetto Claudio Sammartino a indagini a cui è completamente estraneo e che riguardano vicende e persone lontane dalla sua figura e dalle funzioni che ha esercitato anche in incarichi di grande rilevanza riscuotendo sempre apprezzamenti trasversali. Per il prefetto fa fede l’encomiabile lavoro in 40 anni di carriera svolta al Ministero dell’Interno”.
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