ROMA – Sono 30 gli indagati, di cui 13 colpiti dall’ ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale competente, Dott.ssa Maria Grazia Caserta, di cui uno con obbligo di dimora, il bilancio di una indagine della Guardia di Finanza conclusasi oggi che ha svelato un sistema di fraudolenta solidarietà per timbrare il cartellino per assentarsi dal lavoro durante l’orario di servizio all’ Ospedale “Don Tonino Bello” di Molfetta (Bari). I provvedimenti sono stati notificati a Molfetta, Giovinazzo, Bisceglie, Barletta e Foggia.
Tra gli indagati figurano cinque dirigenti medici, personale paramedico, una Capo sala, una infermiera professionale, diciassette impiegati amministrativi, cinque tecnici manutentori nonché un soggetto esterno all’Azienda Sanitaria Locale.
I finanzieri della Tenenza di Molfetta coordinati dal pm dott. Silvia Curione della Procura della Repubblica di Trani, all’esito di una complessa indagine denominata “Quinto Piano”, protrattasi per oltre due anni, hanno fatto emergere circa 300 episodi di assenteismo ad opera di dirigenti dodici, infermieri professionali ed impiegati del ruolo tecnico ed amministrativo del Presidio Ospedaliero “Don Tonino Bello”.
I reati contestati, a vario titolo, sono “truffa aggravata ai danni di Ente Pubblico“, “falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale”, “abuso d’ufficio” e “peculato“. Inoltre, saranno interrogati ulteriori indagati, per i quali è stata richiesta la misura interdittiva della sospensione dal servizio. Proseguono, invece, le indagini per definire altre posizioni.
Le condotte fraudolente rilevate hanno riguardato sistematiche assenze dal luogo di lavoro in orario di ufficio, spesso formalmente autorizzate da permessi sindacali o da Legge 104/92, per svolgere attività presso altre strutture o per motivi privati, anche utilizzando le autovetture di servizio. In taluni casi è stata constatata la collaborazione di un soggetto esterno all’Azienda Sanitaria Locale, il quale si presentava per “smarcare” ai rilevatori la presenza.
Si assentavano anche alcuni impiegati dell’Ufficio rilevazioni presenze e assenze preposti al controllo del corretto rispetto dell’orario di lavoro di tutti gli altri dipendenti che, approfittando della possibilità di accedere al sistema informatico, modificavano manualmente e fraudolentemente orari di lavoro.
La direzione generale dell’Asl di Bari “ha offerto, e continuerà a offrire, massima collaborazione alle autorità giudiziarie competenti, e assicura la massima celerità nell’apertura dei procedimenti disciplinari previsti per legge e nella sospensione cautelare dal servizio prevista dalla legge a carico di tutti coloro che hanno abusato della loro qualità di dipendenti pubblici” commenta Antonio Sanguedolce direttore generale dell’Asl di Bari in una nota sull’inchiesta e gli arresti per i casi di assenteismo, “L’Asl di Bari licenzierà senza indugio i dipendenti interessati dalla vicenda se i fatti contestati dalla Procura di Trani dovessero essere confermati nelle modalità previste dalla legge” conclude la nota