Dopo tre mesi di dovuti accertamenti è stata revocata l’amministrazione giudiziaria alla concessionaria automobilistica Maldarizzi di Bari, che suo malgrado e senza alcuna propria responsabilità si era vista coinvolgere all’interno dell’inchiesta “Codice interno” della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari per via della presenza, tra i dipendenti della concessionaria, dell’ incensurato Tommaso Lovreglio, uno degli arrestati finito in carcere nipote di Savinuccio Parisi, “boss” mafioso del quartiere Japigia .
Il commissario D’Amore ha infatti accertato che il Lovreglio, contrariamete a quanto si vantava al telefono venendo intercettatto, non si era mai occupato di “recupero crediti” per la concessionaria Maldarizzi la quale ha dimostrato documentalmente di essere tutelata da polizza assicurativa per i casi di insolvenza. Ma è anche emerso ed accertato che la sua prestazione lavorativa era assolutamente marginale”. Infatti non era un dipendente ma bensì un semplice segnalatore con l’incarico di procacciare clienti, ed aveva messo piede nella sede della concessionaria non più di 20 volte in circa 6 anni. Inoltre non sono emersi riscontri sui rapporti del Lovreglio con il management della società, ma esclusivamente con un dipendente addetto all’area vendite che peraltro non lavorava più con il gruppo Maldarizzi da due anni.
Il Tribunale di prevenzione di Bari (relatore giudice Alessandra Susca) ha accolto l’istanza degli avvocati Filippo Bottalico e Luca Calcagnile difensori della società, revocando il provvedimento disposto lo scorso 26 febbraio. La DDA della Procura di Bari con il pm Fabio Buquicchio nell’udienza del 27 aprile scorso aveva chiesto che venisse applicato il controllo giudiziario, misura più “soft” dell’amministrazione ma che avrebbe consentito comunque di mantenere sotto osservazione le attività della società. Ad influire sulla decisione del Tribunale la relazione depositata dall’amministratore giudiziario, l’avvocato romano Luca D’Amore che evidenziava l'”esito favorevole” dell’esecuzione della misura. Infatti lo stesso amministratore giudiziario “ritenendo concluse le attività di bonifica” della società, aveva richiesto la revoca del provvedimento.
Immutata l’ amministrazione giudiziaria dell’Amtab, la società municipalizzata dei trasporti del Comune di Bari . L’ ex presidente Pierluigi Vulcano, “riprotetto” dal sindaco uscente Antonio Decaro. alla presidenza dell’ Asi, il Consorzio per l’area di sviluppo industriale di Bari, si è visto notificare dall’Agenzia delle entrate allo stesso consorzio un atto di pignoramento dei crediti verso terzi datato 6 maggio 2024 delll’importo di 367.958 euro.
A Vulcano sono state notificate dall’ Agenzia delle Entrate cartelle esattoriali dal 2015 al 2023, per aver evaso tributi per poco più di 325mila euro, somma alla quale sono stati aggiunti circa 23mila euro di interessi di mora e 18mila di sanzioni. L’atto di pignoramento è stato notificato direttamente all’ ASI di Bari, in quanto il consorzio corrisponde a Pierluigi Vulcano dei compensi per sua carica societaria di presidente dell’