di Francesca Lauri
Il Comitato Tecnico Scientifico si è riunito sabato scorso per analizzare il documento ricevuto dal Ministro della Salute relativo alla partecipazione del pubblico alle manifestazioni sportive, predisposto dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome. Al riguardo, per quanto riguarda la partecipazione del pubblico agli eventi delle diverse discipline sportive e delle diverse serie, confermando che essi rappresentano la massima espressione di criticità per la trasmissione del virus – anche in considerazione del recente avvio dell’anno scolastico, il cui impatto sulla curva epidemica dovrà essere oggetto di analisi nel breve periodo – il CTS ritiene che, sulla base degli attuali indici epidemiologici ed in coerenza con quanto più volte raccomandato, non esistano – al momento – le condizioni per consentire negli eventi all’aperto e al chiuso, la partecipazione degli spettatori nelle modalità indicate dal documento predisposto dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome.
Resta, comunque, imprescindibile assicurare – per ogni evento autorizzato dalle norme attualmente in vigore – la prenotazione e la preassegnazione del posto a sedere con seduta fissa, il rigoroso rispetto delle misure di distanziamento fisico di almeno 1 metro, l’igienizzazione delle mani e l’uso delle mascherine. Qualora l’evento non possa garantire le citate misure di prevenzione, i numeri indicati nel DPCM dovranno necessariamente essere ridotti dagli enti organizzatori e posti sotto la valutazione e la responsabilità delle autorità sanitarie competenti.
Il CTS, pur comprendendo le aspettative di un ritorno graduale degli spettatori alla fruizione in presenza degli eventi sportivi, ritiene che la proposta operata dalla Conferenza delle Regioni e Province Autonome potrà essere riconsiderata sulla base dei risultati del monitoraggio di impatto delle riaperture della scuola e della pubblica amministrazione.
Sono già numerosi tra virologi e medici, coloro che si sono mostrati per lo meno cauti, quando non chiaramente contrari, alla riapertura degli stadi. Dopo Massimo Galli, anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Cts si dice preoccupato. “E’ indubbio che la riapertura degli stadi presenta delle situazioni e delle connotazioni di criticità e di potenziale rischio che non possono essere sottovalutate”., afferma, aggiungendo che si tratta di “una situazione complessa che credo meriti attenzione nella valutazione e credo anche significativa cautela“.
“Non e’ pensabile improvvisamente ipotizzare una riapertura degli stadi con 25.000 persone, ma si può ipotizzare una progressiva riapertura e con regole che devono essere ferree”, afferma infine il viceministro alla Salute Pierpaolo Saleri.