Un prestigioso ed importante riconoscimento che legittima l’impegno imprenditoriale ed in particolare nel settore sanitario, anche nei confronti dei Paesi del continente africano mediante azioni di supporto atte alle forniture ospedaliere. E’ quello arrivato dal Ministero per gli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale che ha accolto la proposta del Governo del Gibuti ed ha quindi acconsentito all’istituzione di un Consolato onorario della Repubblica di Gibuti a Roma, nominando Marco Miraglia, Presidente e Amministratore Delegato della COPAG SpA, a Console Onorario per tutto il territorio italiano, essendo sino ad oggi il nostro territorio sprovvisto di una sede diplomatica della Repubblica del Gibuti.
Anche in Italia, vi sarà quindi una rappresentanza della piccola nazione di Gibuti, sempre più strategica non solo all’interno del continente africano. La Repubblica di Gibuti rappresenta l’ultima frontiera della competizione fra grandi potenze mondiali. Questo Stato situato nel Corno d’Africa è infatti il palcoscenico in cui confluiscono gli interessi, le ambizioni e le strategie securitarie dei principali attori geopolitici del nostro tempo. Con meno di un milione di abitanti che fino al 1967 portava il prolisso nome di “Territorio francese degli Afar e degli Issa” è diventata una Repubblica indipendente nel 1977.
L’importanza della Repubblica di Gibuti non risiede nelle sue materie prime bensì nella sua collocazione geografica: incastrato fra Eritrea a nord e Somalia (Somaliland) a sud, il Gibuti si trova alla bocca d’ingresso del Mar Rosso risultando un vitale centro nevralgico per il controllo del Golfo di Aden e lo stretto di Bab el-Mandeb. Quest’ultimo è un punto di passaggio obbligatorio verso il canale di Suez, per il quale nel 2023 sono transitate il numero record di 26.434 navi.
In un territorio grande due volte la Lombardia, dove le temperature oscillano tra 40 e 55 gradi, si trova Gibuti la punta dell’Africa di fronte alla quale passa buona parte dei traffici commerciali del mondo, petrolio incluso. Qui gli Usa hanno messo il comando di tutte le loro forze militari in Africa, a fianco di quella cinese.
La presenza dell’Italia a Gibuti
Su questo lungomare sventola anche il nostro tricolore. Tra i tanti inquilini di Gibuti c’è infatti l’Italia, che con preveggienza nel 2013 vi ha aperto sia una base militare, che una missione dei Carabineri. Nell’ ultimo ventennio diversi Paesi occidentali hanno provato a radicare le propria presenza nella zona. La Francia ha trasferito nella Repubblica di Gibuti la più grande base militare d’oltremare. Costo dell’operazione, 34 milioni di dollari dal 2003 al 2011. “Necessari per assicurarsi il diritto di stazionamento di truppe nel Paese” stando ai dati forniti a suo tempo dalla Farnesina. Non si conoscono i dettagli dell’accordo che ha portato alla creazione di una base militare statunitense a Gibuti. Ma da qualche anno la repubblica africana è divenuta il maggior beneficiario degli aiuti allo sviluppo Usa di tutta l’area sub-sahariana. Persino il Giappone ha recentemente inaugurato una base militare a Gibuti. L’unica base al di fuori dei propri confini. E poi c’è l’Italia. “Dopo aver capito l’importanza strategica dell’area – spiega ancora la fonte diplomatica – anche il nostro Paese ha dirottato alla piccola repubblica una parte rilevante dei fondi per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo. Ogni anno versiamo al Gibuti diversi milioni di euro“.
Marco Miraglia console onorario della Repubblica di Gibuti per tutto il territorio italiano , è un imprenditore, “figlio d’arte”: la sua famiglia è titolare di uno dei più prestigiosi gruppi che opera nell’ambito della sanità privata dal 1949, la Giomi SpA, e lui dal 2013 riveste la carica di Presidente e Amministratore Delegato della COPAG SpA (Consorzio dell’Ospedalità Privata per gli Acquisti e le Gestioni), una società per azioni con l’anima del consorzio: COPAG è un “unicum” assoluto in Italia, costituita nel 1976 a Roma è partecipata oggi da circa 200 azionisti operanti nel settore sanitario privato (rappresentativo di oltre 25.000 posti letto nel panorama nazionale), con l’obiettivo di supportare i processi di acquisto di dispositivi medici, farmaci e strumentazione per sala operatoria, non solo per i propri azionisti, ma per la quasi totalità delle strutture sanitarie private presenti sul territorio nazionale.
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