di Giovanna Vitale *
Il Movimento di lotta si fa di governo e i vizi della vecchia politica, che a parole si dice di voler combattere, tornano puntuali come un orologio svizzero. Basta guardare cosa sta accadendo a Roma: non solo la rissa fra correnti, ma pure incarichi di sottogoverno distribuiti a go-go a mogli, fidanzate, portaborse. Il peggio del familismo amorale sempre denunciato dai grillini, ora applicato in Campidoglio con metodo scientifico. Antipasto del banchetto che verrà, visto che le nomine più pesanti, circa 300, a cominciare dallo staff della neosindaca, devono ancora venire.
L’inizio non fa ben sperare. I primi passi dei pentastellati seguono liturgie da prima Repubblica: legami di sangue, d’amore o d’amicizia trasformati in poltrone, dunque in stipendi. Specie alla periferia dell’impero, dove è più facile sfuggire ai controlli. Accade allora nel popoloso III municipio che Giovanna Teodonio, moglie di Marcello De Vito, protegé della deputata Roberta Lombardi, il più votato in assemblea capitolina di cui è diventato presidente, venga reclutata come assessore alla Sicurezza del personale e Polizia locale. Una parentela da lei stessa rivendicata su Fb. Mentre per favorire la fidanzata del bis-consigliere comunale Enrico Stefàno si è dovuto ricorrere a un escamotage: la 27enne Veronica Mammì, uscente in VI municipio, è stata traslocata in VII, dove ha ricevuto la delega al Sociale. Uno spostamento tattico, raccontano fonti interne al Movimento, necessario per aggirare il tetto dei due mandati consecutivi. Così si salta un giro, ma si riscuote comunque un incarico, in attesa delle prossime consultazioni. Che, per la Mammì, già portaborse della deputata Daga, potrebbero essere le Politiche o le Regionali, fra un anno o due.
Una strategia molto in voga fra i grillini. Alla faccia della sbandierata diversità a 5 stelle. I quali, per selezionare la classe dirigente, usano ormai lo stesso criterio degli altri partiti: la fedeltà. Alle persone che contano, prima che ai principi. Capita perciò che l’assistente alla comunicazione del deputato Enrico Baroni, Mario Podeschi, venga nominato assessore al Sociale in V municipio. Mentre l’architetto Giacomo Giujusa – consulente per le tematiche ambientali dell’onorevole Vignaroli, compagno della senatrice Taverna – conquisti la delega all’Ambiente e Lavori pubblici in XI. Con il dipendente Atac Alfredo Compagna, appena eletto presidente in XIV, a suo tempo candidato per aver condiviso i banchi di scuola con Andrea Severini, marito separato di Virginia Raggi, che proprio in quel territorio risiede. Dove è risultato eletto pure il suo avvocato, che però poi ha rinunciato.
È infatti la famiglia il canale privilegiato dei 5 stelle per entrare nelle istituzioni. La prova è l’VIII municipio: in consiglio siedono Teresa Leonardi (40 preferenze) ed Eleonora Chisena (91), madre e figlia; Giuseppe Morazzano (41 voti) e Luca Morazzano (34), padre e figlio. Basta una vasta parentela, un po’ di organizzazione e il seggio è assicurato. Da declinare nella “variante Mastella“, ovvero le coppie che fanno carriera insieme. Daniele Diaco e Silvia Crescimanno erano fidanzati quando, nel 2013, approfittando della doppia preferenza di genere, divennero entrambi consiglieri in XII. Nel frattempo si sono sposati: oggi lei è presidente del municipio, lui ha preso uno scranno in Campidoglio. Dove, nello staff della neosindaca, sta per entrare Francesco Silvestri, ex collaboratore del senatore Endrizzi, già fidanzato di Ilaria Loquenzi, capo comunicazione alla Camera. In ossequi alla teoria Nugnes, verace senatrice partenopea: “Quando scegliamo il nostro esercito, i soldati devono essere fedeli“.
- giornalista del quotidiano LA REPUBBLICA