“Nel leggere le parole che in occasione della ricorrenza del 25 aprile il Capo dello Stato ci ha dedicato, non posso non rivolgermi a lui con umiltà e ringraziarLo per il pensiero rivolto a noi ed all’assurda ed ingiusta vicenda che ci coinvolge da troppo tempo“. E quanto scrive sul social network Facebook il fuciliere della Marina Militare, Massimiliano Latorre. “Pur con uno stato d’animo offuscato gioisco per questa preziosa ricorrenza anche se, nonostante il conforto derivato dal suo gradito incoraggiamento, non è per me possibile gioirne appieno“.
“Mi reputo ‘fortunato‘ ad avere ancora oggi la possibilità di poter interagire con il mondo, nonostante le difficoltà che cerco di non lasciar trasparire“, aggiunge Latorre spiegando che “purtroppo ciò non mi esime dalla costante sofferenza e dall’enorme peso che a tutt’oggi sento gravare sulle nostre sorti ancora incerte ed indefinite. E, nonostante la mia permanenza in Italia realizzata non certo per mia scelta, sento ancora forte l’impegno morale e professionale nei confronti di Salvatore, costretto in
ambasciata tra mille interrogativi“, sottilinea rivolgendosi al suo collega e compagno di “sventura” Salvatore Girone.
“Un impegno – assicura Latorre – che vivo responsabilmente sia come uomo che come militare responsabile del team di cui ero orgogliosamente a capo. Tutti quanti noi attendiamo in Italia, e non soltanto, il termine di quest’ingiustizia“. “Così come all’atto del suo insediamento – conclude riferendosi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – anche oggi esprimo esser a completa disposizione del Comandante Supremo delle Forze Armate ad un incontro. W l’Italia, WWWW gli Italiani. C 1^ cl. Tsc/Caf/Anf Massimiliano LATORRE“
La prossima udienza sul ricorso presentato dai Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone alla Corte Suprema indiana a New Delhi , per escludere dal processo che li riguarda la polizia investigativa Nia, è stata messa in calendario per martedì 28 aprile 2015. L’udienza si svolgerà davanti a tre giudici che esamineranno anche il ricorso di Kilsariyan, un pescatore che chiede di revocare l’inapplicabilità nel processo della legge indiana contro il terrorismo marittimo . Il tribunale, composto dai giudici Anil R. Dave, Gopala Gowda e C. Nagappan, prima di tutto prenderà atto delle posizioni delle diverse parti interessate – i ministeri di Interno, Esteri e Giustizia, e della polizia Nia – sulla richiesta italiana di esclusione della Nia dal caso.
Lo scorso anno, infatti, la Corte Suprema accetto’ di escludere nella formulazione dei capi di accusa contro Latorre e Girone la Legge indiana per la repressione della pirateria marittima . Per questo, hanno sostenuto gli avvocati che assistono i due marò in India , la Nia deve essere esclusa dalla redazione dei capi di accusa perche’ in base al suo statuto essa non puo’ operare senza utilizzare leggi antiterrorismo, come e’ appunto il “Sua Act“. La novita’ della prossima udienza sara’ poi che il massimo tribunale ha deciso di agganciare al ricorso italiano quello di un pescatore che era a bordo del peschereccio St.Antony implicato nell’incidente con la petroliera Enrica Lexie il 15 febbraio 2012 e su cui morirono due persone.
La Corte Suprema ha considerato lo scorso 10 novembre 2014 il suo ricorso ammissibile . In pratica il legale che lo rappresenta chiede di reintrodurre nella denuncia del processo contro i due militari italiani, mai cominciato presso un tribunale speciale di New Delhi, “le principali disposizioni” del SUA Act e dell’ Admiralty offences (Colonial Act).