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22 Novembre 2024 02:05

Martina segretario del PD a Taranto: “Il governo smetta di perdere tempo”

Il segretario nazionale del PD chiede al Ministro Luigi Di Maio “un incontro urgente per confrontarci e capire le sue reali intenzioni sul futuro di Ilva. Servono risposte immediate ora: Prima il governo chiarisce cosa intende fare meglio è per tutti”. Il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo ha lanciato un allarme. “Ilva sta per rimanere senza soldi – ha affermato Cesareo – ed il fatto che stiano finendo le risorse a disposizione e che in cassa sono ormai rimasti gli ultimi 24 milioni, ci allarma moltissimo”.

ROMA – Maurizio Martina segretario nazionale del Partito Democratico ,  accompagnato dal presidente provinciale di taranto on. Ludovico Vico e dal segretario regionale on. Lacarra ha partecipato al volantinaggio promosso dal Pd jonico ai cancelli dell’Ilva al turno delle 6 di questa mattina,  ascoltando e conforntandosi con gli operai del turno sul futuro dell’azienda e sulla situazione di indecisionecausato dal comportamento poco chiaro ed equivoco del governo in carica.

“Noi ci associamo all’iniziativa dei sindacati e dell’impresa perché ora non è più tempo di rinvii. La città, i lavoratori  e le loro famiglie hanno diritto di ricevere risposte serie e non sologan da propaganda elettorale. In questi anni abbiamo garantito la continuità produttiva salvaguardando i posti di lavoro, seppur in una situazione molto delicata. Il governo Lega-M5S smetta di perdere tempo. La tutela ambientale, della salute e del lavoro esigono responsabilità e scelte precise”

Sul volantino distribuito questa mattina del Pd di Taranto, davanti ai cancelli dello stabilimento Ilva, si leggono alcune  frasi fra le quali :  “Di Maio e i Cinquestelle prima avevano la ricetta, e ora?“, “Il tempo delle scelte“, “Zero esuberi“. “Ogni giorno che passa – si legge ancora sul volantino  del Pdin Ilva si perde un milione di euro, e 20mila operai rischiano il posto di lavoro. Il 15 settembre terminano le risorse. Il tempo è scaduto».

“Alla fine di questa mattinata di incontri con sindaci e organizzazioni locali a Taranto”,  Martina chiede al Ministro Luigi Di Maioun incontro urgente per confrontarci e capire le sue reali intenzioni sul futuro di Ilva. In tutti gli incontri di oggi è emerso un dato impressionante ovvero l’assoluta assenza di un percorso di ascolto da parte del governo con i soggetti del territorio coinvolto. Servono risposte immediate ora: sul futuro della fabbrica e della città, sugli investimenti programmati in questi anni per Taranto da Ilva al Contratto istituzionale di sviluppo, alla zona economica speciale per il porto. Prima il governo chiarisce cosa intende fare meglio è per tutti

Domani è previsto un soprallugo della Fiom Cgil nell’area di cantiere dove é in corso la copertura dei primi due grandi parchi minerali per  “verificare lo stato di avanzamento dei lavori e la corretta attuazione di quanto previsto” con “specifico riferimento” anche alle imprese presenti nel cantiere.

Vincenzo Cesareo

Il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo ha lanciato un allarme. Ilva sta per rimanere senza soldi – ha affermato Cesareo – ed il fatto che  stiano finendo le risorse a disposizione  e che in cassa sono ormai rimasti gli ultimi 24 milioni, ci allarma moltissimo”.  “Domattina sentirò il sindaco di Taranto ha aggiunto – per vedere in che modo lanciare un’iniziativa unitaria del territorio di Taranto che sia di forte monito al Governo sulla situazione di crisi dell’Ilva”.

“Se la cassa si prosciuga definitivamente, se l’attesa svolta dell’Ilva tarda a manifestarsi perché prevalgono ancora incertezze, rinvii e indecisioni, come purtroppo sta avvenendo in queste settimane, è chiaro che si determina a Taranto una situazione di grande instabilità, di ordine pubblico direi. Perché’ l’Ilva con la cassa a secco  – ha concluso  Cesareo –  vuol dire una cosa molto semplice: che non é più un grado di pagare i suoi dipendenti e le aziende dell’indotto. Con l’Ilva prossimamente all’asciutto, é evidente che si innesca una catena pericolosa che convolge sul territorio, tra diretti e indiretti, circa 15mila addetti“.

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