di Marisa Cardinale
Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale i candidati ai premi David di Donatello indica la cultura come grande elemento di dialogo, ponendo un argine alla giusta indignazione verso il Cremlino, che non può però travolgere anche i mostri sacri della cultura russa del passato. Già nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica aveva voluto distinguere tra il governo di Putin e il popolo russo, ora fa notare a chi si è fatto prendere la mano, invocando una sorta di damnatio memoriae di autori russi dei secoli scorsi, che esistono dei limiti.
La premessa, nettissima, resta: “la guerra scatenata nel cuore d’Europa da un’aggressione inaccettabile scuote le nostre coscienze“. Ma “la cultura non si ferma. Neppure di fronte alla guerra. La cultura unisce. Supera i confini – limiti che essa non contempla – ed è fondamentale per ricreare condizioni di pace”. E dunque ha detto il Capo dello Stato “una guerra insensata non può mettere in discussione i legami spirituali e culturali che, nei secoli, si sono fortemente intrecciati nel mondo della cultura d’Europa. La scelta sciagurata della Federazione Russa di fare ricorso alla brutalità della violenza e della guerra non puo’ e non deve lacerare quei legami preziosi tra i popoli europei che la cultura ha contribuito a costruire e a consolidare“.
I due piani per Mattarella devono essere distinti: “La doverosa indignazione e la condanna non possono certo riguardare la cultura, grandi spiriti del passato e le loro opere, che tanto hanno dato alla civiltà del mondo intero“. Anche perché “sarebbe grave e controproducente per la nostra Italia e la nostra Europa. Lacerare la cultura europea, significherebbe assecondare quella logica di aggressione”. Quanto al cinema italiano, rappresentato ai massimi livelli oggi al Quirinale, la sua storia “fa parte pienamente della storia del nostro Paese“.
Negli ultimi due anni , ha ricordato il Presidente della Repubblica, la pandemia ha inferto “un colpo durissimo” al cinema come a tutti gli spettacoli dal vivo. Ma per la settima arte non si è trattato di un momento di paralisi. “La crisi è stata forte, ma l’ideazione, la produzione, la realizzazione di opere è proseguita. E non è azzardato dire che il cinema oggi sta vivendo una stagione di crescita. Non è la prima volta, del resto, nella storia – in quella italiana particolarmente – che si può parlare di crescita attraverso una crisi”.
E va ricordato che “l’arte, lo spettacolo, la musica non sono il superfluo, ma una componente essenziale della vita della società“. Ora il cinema e l’audiovisivo “si trovano nel vortice di trasformazioni che riguardano tecniche, strumenti, linguaggi” e “c’è l’esigenza di creare prodotti validi e apprezzati per le nuove generazioni, che saranno il pubblico del futuro“. Anche “l’interrelazione crescente del cinema con la televisione e con le altre piattaforme apre straordinarie opportunità. Sono strade che state già percorrendo con successo e con grande apprezzamento del pubblico”.
Il Pnrr “ha destinato alla cultura e al cinema importanti risorse” ricorda Mattarella che ribadisce come “la cultura è un vettore indispensabile dello sviluppo. Adesso dobbiamo fare in modo che gli investimenti producano i risultati che speriamo”. Il Capo dello Stato ha lodato anche il progetto di potenziamento di Cinecittà e lancia la candidatura di Cinecittà come “capitale europea del cinema: questo è un grande obiettivo per il Paese, da cui possono derivare benefici non soltanto economici”.
E proprio negli storici studi si terrà dopo vent’anni la cerimonia di premiazione dei David. Un pensiero va poi alle sale cinematografiche, alla loro crisi nelle grandi città e nei piccoli paesi: sono un “patrimonio civile” e “non possono essere trascurate” perché “il loro ruolo sociale è importante, sono centri di aggregazione“. Mattarella ricorda poi alcune “pietre miliari” del cinema italiano: gli Oscar Vittorio De Sica, Sofia Loren, Carlo Rambaldi. E coloro che ci hanno lasciato nell’ultimo anno, quattro donne straordinarie: Monica Vitti, Lina Wertmuller, Piera Degli Esposti, Catherine Spaak.
Infine i compimenti alle due premiate speciali di quest’anno, Giovanna Ralli e Sabrina Ferilli. “L’Italia e il suo cinema sono inscindibili” ha concluso il Presidente della Repubblica: “L’Italia ha bisogno del suo cinema e il cinema ha bisogno dell’Italia”.