di REDAZIONE POLITICA
“Desidero cogliere questa occasione in cui ha luogo il primo diretto confronto tra la ministra della Giustizia e il Plenum del Consiglio Superiore per esprimere alla ministra gli auguri più intensi per il suo incarico”, ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al termine del Plenum straordinario del Csm che ha approvato la proposta di accordo del ministro della Giustizia Marta Cartabia con il Procuratore capo europeo per la determinazione del numero e della distribuzione funzionale e territoriale dei procuratori europei delegati. “La guida del ministero della Giustizia è sempre di importanza primaria nella vita delle istituzioni del nostro Paese. Lo è particolarmente in questo periodo sia per gli adempimenti che nell’ambito del Recovery Plan riguardano il settore della giustizia, sia per le attese di necessarie e importanti interventi riformatori oggetto di confronto in Parlamento”.
“I risultati già raggiunti sono certamente importanti, li ha resi possibili la disponibilità al confronto e la ricerca di punti di incontro dimostrata da vari paesi aderenti ad Eppo, accantonando la convinzione che la propria prospettiva fosse l’unica giuridicamente e politicamente sostenibile e accettabile“, ha continuato il Capo dello Stato “Vorrei sottolineare l’importanza dell’adempimento di quest’oggi con l’approvazione del parere relativo alla Procura Europea. Il percorso tutt’ora in atto per realizzarla e renderla operativa si è dimostrato piuttosto complesso, è stato indispensabile individuare soluzioni comuni a fronte di quadri normativi nazionali molto differenti tra di loro”, ha detto ancora il capo dello Stato. “La costruzione indispensabile dello spazio comune per la tutela e diritti impone la ricerca, con la necessaria attenzione per pervenire a soluzioni condivise, ed è quello che è stato prospettato questa mattina”.
“Mi dispiace non poter effettuare il consueto giro per salutare personalmente ogni consigliere, ma il saluto collettivo è altrettanto intenso”, ha aggiunto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine della seduta del plenum del Csm, svoltasi in presenza nella sede del Consiglio, rispettando le misure di vicinanza rispettate dai divisori presenti in plexiglas tra un posto e l’altro dei consiglieri, e sono stati evitati saluti diretti con strette di mano. Peccato che durante il corso dei plenum ordinari e della sezione disciplinare, i membri del Csm, così come i dirigenti ed il personale spesso dimenticano le norme pretendendo che a rispettarli siano solo i giornalisti.
Semaforo verde per la proposta della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, sulla procura Europea ma con l’impegno a un approfondimento successivo per chiarire alcune criticità che potrebbero incidere sul suo funzionamento, deliberato dal plenum del Consiglio superiore della magistratura che ha approvato a larga maggioranza, con il voto favorevole anche del vice presidente David Ermini, con tre astensioni (il “togato” indipendente Nino Di Matteo ed i “laici” della Lega Emanuele Basile e Stefano Cavanna) il parere della sesta commissione sulla proposta di accordo del nuovo Ministro Guardasigilli “per la determinazione del numero e della distribuzione funzionale e territoriale dei procuratori europei delegati”.
La proposta trasmessa dalla ministra della Giustizia individua 9 sedi di servizio: in 7 sedi è prevista la presenza di 2 Ped, in due sedi , di maggiori dimensioni, di 3. Le sedi, disegnate aggregando due o più distretti di Corte d’appello, sono: Roma (3 Ped), per i distretti di Roma, Perugia, Cagliari e L’Aquila; Milano (3 Ped), per i distretti di Milano e Brescia; Napoli (2 Ped), per i distretti di Napoli e Salerno; Bologna (2 Ped) per i distretti di Bologna, Ancona e Firenze; Palermo (2 Ped) per i distretti di Palermo Catania, Caltanissetta e Messina; Venezia (2 Ped), per i distretti di Venezia, Trieste e Trento; Torino (2 Ped), per i distretti di Torino e Genova; Bari (2 Ped), per i distretti di Bari, Lecce e Campobasso; Catanzaro (2 Ped), per i distretti di Catanzaro, Reggio Calabria e Potenza.
Il parere della Sesta Commissione, relatore il “laico” del M5S Fulvio Gigliotti, evidenzia come il maggior numero di procedimenti per reati di competenza della Procura Europea “(comunque, nell’ordine di poche decine per anno), è stato trattato da alcune Procure del Sud Italia, mentre risulta pressoché scarsa o nulla la pendenza di tali procedimenti negli uffici, anche di rilevanti dimensioni, del Centro e del Nord Italia” sottolineando alcune criticità. “I due-tre Ped che opereranno presso le varie sedi si troveranno ad esercitare le proprie funzioni almeno in due distretti, in alcuni casi addirittura quattro (come i Ped assegnati alla sede di Roma, che accorpa i distretti di Cagliari, L’Aquila, Perugia, oltre che Roma; o alla sede di Palermo, che egualmente accorpa quattro distretti), comprendenti numerosi uffici giudiziari dislocati anche in regioni diverse“.
Secondo la Sesta Commissione del Csm “ciò comporterà che i Ped dovranno coordinare le indagini in ambiti territoriali molto vasti, ma soprattutto garantire la presenza in udienza, in primo e secondo grado, presso numerosi uffici giudiziari, tra loro distanti, e non sempre raggiungibili con i mezzi di trasporto in dotazione all’Amministrazione della Giustizia (si pensi ai Ped assegnati alla sede di Roma che comprende anche la Sardegna)”. Per i consiglieri di Palazzo dei Marescialli, “in ogni caso, in questa fase di avvio delle attività della Procura Europea – e allo stato dell’esperienza e delle informazioni disponibili – appare condivisibile la soluzione proposta dalla ministra, potendo comunque essere avanzata, occorrendo, una successiva richiesta di rinegoziazione dell`accordo ove, in concreto, le scelte compiute non dovessero rivelarsi completamente adeguate“.
Il Csm però pone qualche dubbio “allo stato, tuttavia, difettando una dettagliata ipotesi di proposta di accordo integrativo ritiene di non poter formulare compiutamente il parere positivamente richiesto, riservandosene la formulazione all’esito della effettiva presentazione della proposta ministeriale“. Al momento gli Stati membri che hanno aderito alla Procura Europea sono 22: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna. Citando le parole di Laura Kovesi, Procuratore Capo Europeo, il neo-ministro della Giustizia, Marta Cartabia ha affermato che “Il progetto Eppo non può decollare senza l`Italia“.
Il vice presidente del Csm, David Ermini nel corso del suo intervento nel plenum ha detto che “anche attraverso l’istituzione della Procura europea passa la costruzione di un’Europa finalmente libera da gelosie nazionali e orgogliosa del suo essere comunità di uomini dall’identico destino. Coesione e solidarietà, lo sta dimostrando la terribile pandemia che ancora oggi miete tante vittime, sono del resto strada obbligata per un futuro sereno e fausto”. aggiungendo “Siamo ai passaggi finali per la piena partecipazione del nostro Paese all’avvio e al funzionamento della Procura europea. Il Consiglio superiore sarà ora più che mai tempestivo nel concludere la procedura di designazione dei procuratori europei delegati. Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo rallentare un processo che costituisce a livello europeo un momento fondamentale nella cooperazione giudiziaria”.
“Si avverte impellente l’urgenza, nel rispetto delle prerogative costituzionali dell’autogoverno della magistratura, di una riforma del Consiglio superiore – ha aggiunto David Ermini, nel corso del Plenum straordinario – Abbiamo già avviato, al nostro interno, la discussione in vista del parere sul disegno di legge attualmente all’esame delle Camere. E dunque mi rivolgo a Lei, Signora Ministra, per invitarLa a ritornare in plenum per un confronto sulle proposte di riforma, per poterLe esprimere il punto di vista consiliare e fornire il nostro apporto affinché all’ordine giudiziario siano restituiti prestigio e credibilità” concludendo “Lei avrà nel Csm un interlocutore attento, leale e aperto al cambiamento. In Lei, nel governo e nel Parlamento riponiamo la nostra fiducia perché si addivenga a una riforma del Consiglio tanto necessaria quanto attesa“.
Sull’argomento “modifica” del Csm è intervenuto a latere, a stretto giro di dichiarazioni, il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. con un commento molto chiaro: “Condividiamo le parole pronunciate dal presidente della Repubblica Mattarella davanti al plenum straordinario del Csm: le riforme della giustizia sono necessarie e attese” aggiungendo: “Abbiamo incontrato nei giorni scorsi il ministro Cartabia e abbiamo presentato un pacchetto di proposte sul quale siamo pronti a confrontarci in Parlamento. A partire dalla riforma dell’organo di autogoverno dei magistrati: noi crediamo che il sorteggio dei membri del Csm sia l’unico strumento per spezzare il correntismo e il sistema della lottizzazione, che hanno pesantemente minato la fiducia degli italiani”.
Secondo la Meloni è necessario per Giorgia Meloni dire basta alle porte girevoli tra magistratura e politica e rendere effettiva la responsabilità civile dei magistrati, aggiungendo: “I cittadini si aspettano riforme coraggiose e capaci di dare all’Italia una giustizia più giusta e più autorevole. Fratelli d’Italia c’è ed è pronta a dare il suo contributo a 360 gradi, dalla stabilizzazione della magistratura onoraria alle necessità di aumentare le risorse dedicate alla giustizia nel Recovery Plan”.
Proprio qualche giorno dopo l’incontro con il ministro della Giustizia, era stata proprio la leader di FdI insieme ai capigruppo alla Camera e al Senato, Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani, e al responsabile Giustizia Andrea Delmastro avevano presentato il pacchetto di proposte,. Nel piano presentato da FdI l’obiettivo centrale è rifondare la legge delega su giustizia penale e Csm, ed aumentare le risorse nel Recovery Plan destinate alla giustizia dall’1% al 5%. Un ampio pacchetto di proposte che prevede anche l’aumento della pianta organica dei tribunali, delle procure e delle cancellerie con la stabilizzazione della magistratura onoraria, che oggi di fatto redige oltre un terzo delle sentenze e svolge le funzioni requirenti in oltre il 90% delle udienze monocratiche.