di REDAZIONE POLITICA
“La mafia non è ancora stata sconfitta“. E’ un discorso di commemorazione quello di Sergio Mattarella, ma sopratutto un invito a continuare a tenere alta la guardia, svolto in occasione della cerimonia per il 29esimo anniversario della strage di Capaci nell’aula bunker del carcere Ucciardone. “Nonostante i tanti anni trascorsi è sempre di grande significato ritrovarsi in aula bunker, un luogo di forte valenza simbolica dove la Repubblica ha assestato colpi di grandi rilievo nel cammino alla lotta alla mafia – ha detto il presidente della Repubblica per poi rivolgersi alla sorella del magistrato ucciso 29 anni fa – Una ricorrenza divenuta giorno della legalità in ricordo di tutte le vittime di mafia. Un ringraziamento lo rivolgo a Maria Falcone: va scritto a suo merito se questo anniversario, di per sé triste e angosciante è diventato occasione di riscatto e consapevolezza, che ha dinamicamente coinvolto in numero crescente diverse generazioni di giovani“.
Sergio Mattarella è passato poi a parlare dei problemi più strutturali della giustizia italiana: “Divisioni e polemiche minano il prestigio dell’organo giudiziario. La credibilità della magistratura e la capacita di riscuotere fiducia è imprenscindibile per lo svolgimento della vita della Repubblica: gli strumenti non mancano, si prosegua a fare luce su ombre e sospetti: si affrontino in maniera decisiva i progetti di riforma“, ha aggiunto. Senza dimenticare l’istruzione: “La mafia, diceva Antonino Caponnetto, teme la scuola più della Giustizia, l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa”. E riprendendo le parole del magistrato di cui onora la memoria: “La mafia, può essere definitivamente sconfitta, realizzando così la lucida profezia di Giovanni Falcone“.
Il presidente Mattarella non ha dubbi: “O si sta contro la mafia o si è complici, non ci sono alternative. L’onda di sdegno e di commozione generale suscitata dai gravissimi attentati, il grido di dolore che si è levato da italiani liberi e onesti è divenuto un movimento – prosegue -. Passione e azione hanno messo radici solide nella società. Con un lavorio paziente e incessante hanno contribuito a spezzare catene della paura, reticenza, ambiguità, conformismo, silenzio, complicità“. Il lascito concreto dell’impegno di Giovanni Falcone è stato il tema degli interventi dei ministri della Giustizia e dell’Interno, anch’esse presenti alla cerimonia. “Il lavoro di Falcone è stato soprattutto quello di andare alla ricerca dei grandi capitali mafiosi, ha cercato di individuare la forza economica della mafia”, ha detto la Guardasigilli Marta Cartabia. “Falcone è stato il primo che ha fatto rete con tutti quelli che indagavano sulle mafie. Il suo sistema è stato fondamentale, ha creato la direzione nazionale e poi le direzioni distrettuali antimafia che sono il cuore della lotta alla mafia“, ha spiegato il ministro dell’interno Luciana Lamorgese.
Le celebrazioni di questa giornata sono il “simbolo di lotta per la legalità e ricordo di chi ha dato la vita per garantire al Paese un futuro di giustizia e libertà. La memoria è sempre viva, ricordo come fosse ieri lo sconcerto alla sala operativa della Questura di Roma, dove all’epoca prestavo servizio, quando arrivò la terribile notizia. Dolore, rabbia, fortissima volontà di continuare ancora più intensamente a servire il Paese seguendo il luminoso esempio dei nostri martiri” ha detto il capo della Polizia di Stato, Lamberto Giannini .
“Giovanni, Paolo, Francesca, Rocco, Vito, Antonio, Walter Eddie, Claudio, Emanuela, Vincenzo, Agostino continuano a essere per noi l’esempio di ciò che significa vivere in nome di un principio nella più completa consapevolezza dei rischi di questa scelta. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la seconda vita della “Quarto Savona 15″, a partire da Tina Montinaro. Perché questa è la potenza del ricordo e soprattutto la forza di chi si impegna a tenerlo sempre vivo. Soltanto così l’incedere inesorabile del tempo non disperde ma, anzi, diffonde e plasma una memoria condivisa. Colgo l’occasione per esprimere i miei sentimenti più sinceri di vicinanza ai familiari dei caduti e a Gaspare e Antonio sopravvissuti a questi tragici eventi che hanno lasciato segni indelebili nella loro coscienza” ha concluso Giannini.
Tra le varie celebrazioni per ricordare Giovanni Falcone nell’anniversario della strage di Capaci c’è stata anche la lettura dei nomi delle vittime davanti all’albero Falcone, a pochi metri dall’aula bunker, dove verrà collocata la statua “L’attesa”, realizzata dall’artista trentino Peter Demetz raffigurante una giovane donna che rappresenta l’attesa di una città per la giustizia e, oniricamente, il ritorno a casa di Giovanni Falcone e sua moglie Francesca Morvillo.
C’è anche un progetto culturale e artistico chiamato #SpaziCapaci che parte oggi e si concluderà il 23 maggio del 2022, 30esimo anniversario della strage di Capaci. Insieme a Sergio Mattarella è stato inaugurato l’inizio di questo percorso – ideato dalla Fondazione Falcone e dal Ministero dell’Istruzione – che attraverserà tutta Italia, con l’obiettivo di ricucire i legami con luoghi simbolo e coltivare le memorie.