La nomina di Maurizio Carbone a procuratore aggiunto di Taranto, per la quale ha ricevuto 18 voti, cioè quello tutti i presenti al plenum del CSM di ieri presieduto dal vicepresidente Giovanni Legnini, da quanto abbiamo appurato, parlando con alcuni magistrati del CSM, è strettamente collegata a quella del suo predecessore Pietro Argentino, nominato nei mesi Procuratore Capo di Potenza
ROMA – Su proposta della 5a Commissione è stata approvata dal plenum del Consiglio Superiore della Magistratura nella seduta di ieri pomeriggio la nomina del dr. Maurizio Carbone a Procuratore Aggiunto della Procura della repubblica presso il Tribunale di Taranto. Carbone è esponente della corrente di “Area“ ed in rappresentanza di questa corrente è stato segretario nazionale dell’ANM (l’ Associazione Nazionale Magistrati).
Napoletano, Maurizio Carbone è arrivato a Taranto nel 1996 è esponente della corrente di “Area“ la componente più di sinistra della magistratura italiana, quando gli iscritti e i simpatizzanti dei due movimenti “fondatori” di Area si potevano contare sulle dita di una mano, mentre attualmente nel distretto di Lecce – Taranto e Brindisi sono 66 i magistrati aderenti a questa corrente.
Dopo avere svolto per 5 anni il ruolo di Presidente della sottosezione ANM di Taranto, è stato eletto nella lista di AREA al CDC, unico candidato unitamente a Stefania Starace non iscritto ai due gruppi di MD e Movimento per la Giustizia ed ha ricoperto per 4 anni (dal 2012 al 2016) il ruolo di Segretario Generale dell’ ANM che ha ricoperto per un solo mandato non venendo rieletto. Nello scorso mese di luglio Carbone è stato eletto dal suoi colleghi a fare parte del coordinamento nazionale di Area. arrivando terzo con 181 voti.
La nomina di Maurizio Carbone a procuratore aggiunto di Taranto, per la quale ha ricevuto 18 voti, cioè quello tutti i presenti al plenum del CSM di ieri presieduto dal vicepresidente
Giovanni Legnini, da quanto abbiamo appurato, parlando con alcuni magistrati del
CSM, è strettamente collegata a quella del suo predecessore
Pietro Argentino, nominato nei mesi Procuratore Capo di Potenza che ricevette appena 11 voti (solo 1 in più del minimo cioè 10). Infatti in occasione della nomina di Argentino proposta dai membri laici (ex deputati di Forza Italia) del
Csm, incredibilmente anche dei togati (cioè magistrati) di
Area, appoggiarono la candidatura di
Argentino, che fu frutto di una delle tante “lottizzazioni” della magistratura italiana.
Come ci ha raccontato un esponente di Area (che ci disse “ho votato per Argentino per indicazione del mio gruppo”) l’accordo fra le correnti delle magistratura è stato raggiunto con uno scambio di “poltrone”, con il quale i membri laici (quindi non magistrati) del centrodestra hanno piazzato sulla poltrona di procuratore capo di Matera Pietro Argentino (la cui ex-moglie è cugina dell’ex-sottosegretario di Forza Italia, Pietro Franzoso tragicamente scomparso alcuni anni fa), appoggiando a loro volta la nomina unanime di Maurizio Carbone a procuratore aggiunto della procura tarantina dove era in servizio come sostituto procuratore.
Una Procura quella di Taranto, come ha ricordato il vicepresidente del CSM Giovanni Legnini, è sotto organico di ben 6 magistrati, per un semplice motivo: nessun magistrato fa richiesta per prendervi servizio. Lasciamo ai nostri lettori di Taranto, che sono numerosi sopratutto a Palazzo di Giustizia ogni considerazione sulla motivazione, che per quanto ci riguarda è superflua. Ma come ha dichiarato ieri un magistrato membro del CSM al CORRIERE DEL GIORNO che per ovvi motivi ci ha chiesto di non essere citato, probabilmente “quella di Taranto non è ritenuta una procura che “conta” e che possa spingere i magistrati italiani a chiedere di prendervi servizio” .
La recente condanna definitiva a 8 anni di carcere decretata dalla
Suprema Corte di Cassazione nei confronti dell’ormai
ex-magistrato Matteo Di Giorgio che era in servizio a Taranto, prima di essere arrestato, spiega tutto.
Comprese le false testimonianze che risultano dalla sentenza del
Tribunale di Potenza dell’ex procuratore capo di Taranto
Petrucci e di un magistrato: tale
Pietro Argentino. Sentenza quella del tribunale di Potenza che ha retto in appello ed è stata confermata appunto dagli ermellini della Cassazione.
Ma più di qualcuno al Csm evidentemente ha dimenticato le riflessioni del Primo Presidente della Suprema Corte di Cassazione Giovanni Canzio quando auspicava che il Consiglio Superiore della magistratura non diventi “terreno di conquista dell’associazione magistrati”.
Al dottor Carbone gli auguri di buon lavoro dal CORRIERE DEL GIORNO auspicando che il suo nuovo incarico non risenta dei “condizionamenti” lasciati dal suo predecessore Argentino, il cui trasferimento da Taranto a Matera è stato celebrato e festeggiato nel bar di Palazzo di Giustizia da non pochi avvocati tarantini che credono ancora nella giustizia e sopratutto nel rispetto ed applicazioni della Legge.