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5 Novembre 2024 18:37

Maxi operazione dei Carabinieri e Polizia nei Quartieri Spagnoli di Napoli

Sono tre le famiglie che gestivano le piazze di spaccio nei Quartieri Spagnoli a Napoli. Gli Esposito, i Masiello ed i Saltalamacchia, che avevano il controllo di diversi punti di spaccio di droga nelle strada e a ridosso della centrale via Toledo e piene di locali della movida e ristoranti tipici molto frequentati anche da turisti.

Sono più di 50 le misure cautelari in corso di esecuzione dalla Polizia di Stato di Napoli e l’Arma dei Carabinieri, dalle prime luci dell’alba che stanno conducendo, su delega della Procura Distrettuale Antimafia presso il Tribunale di Napoli, una vasta attività di polizia giudiziaria nei confronti di esponenti di gruppi criminali operanti nel centro cittadino e, in particolar modo, nella zona dei Quartieri Spagnoli.

Gli uomini della Squadra Mobile e del Nucleo Investigativo dell’Arma stanno dando esecuzione a un provvedimento cautelare nei confronti di numerosi soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione di stampo mafioso, traffico e spaccio di stupefacenti, estorsione, ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.

Sono tre le famiglie che gestivano le piazze di spaccio nei Quartieri Spagnoli a Napoli. Gli Esposito, i Masiello ed i Saltalamacchia, che avevano il controllo di diversi punti di spaccio di droga nelle strada e a ridosso della centrale via Toledo e piene di locali della movida e ristoranti tipici molto frequentati anche da turisti.

Dalle indagini svolte tra il 2018 e il 2020 è venuta a galla l’esistenza di un’associazione di tipo mafioso armata, strutturata in gruppi criminali attivi nei Quartieri spagnoli di Napoli, avente rapporti di cooperazione con i più potenti clan dei Mazzarella e dei Contini. Uno dei gruppi criminali capeggiato da Antonio Esposito, Vincenzo Masiello ed Eduardo Saltalamacchia , era dedito ad attività estorsive soprattutto ai danni di commercianti e gestori di piazze di spaccio, al controllo e alla gestione della vendita al dettaglio dello stupefacente, in particolar modo nelle zone denominate della Pignasecca, di largo Barracche e della Speranzella. Saltalamacchia aveva ripreso In particolare il controllo della zona della Pignasecca, insieme ad Esposito e Masiello, che erano operativi nelle zone della Speranzella e di largo Barracche, dopo la sua scarcerazione avvenuta nel dicembre 2019.

L’attività di indagine, ancora, ha documentato l’esistenza e l’operatività di un gruppo criminale facente capo al pregiudicato Carmine Furgiero, alias “o’pop”, e al figlio Luigi,  dedito ad un fiorente traffico di stupefacenti nella zona di vico Canale a Taverna Penta, che da anni sovvenziona i clan malavitosi dei Quartieri, ricevendo all’occorrenza da questi ultimi sostegno ed ausilio.   Le indagini hanno ricostruito anche attraverso le immagini di sistemi di videosorveglianza la frenetica attività di vendita al dettaglio della droga posta in essere presso la famigerata piazza di spaccio della sposa, coincidente proprio con i luoghi nei quali insistono le abitazioni della famiglia Furgiero.

Inoltre è stato dimostrato come lo stesso gruppo criminale si avvalesse di numerosi pusher che, a seguito di contatti telefonici, provvedevano a recapitare le dosi di stupefacente a domicilio, direttamente presso le abitazioni dei clienti o in luoghi convenuti con gli stessi. Proprio in quel vico Taverna Penta, lo scorso 18 maggio 2020 gli spacciatori lì operanti furono raggiunti da colpi di arma da fuoco e risposero ad appartenenti ad un gruppo criminale contrapposto che intendeva affermare il predominio sull’area, imponendo il pagamento della tangente estorsiva.

Lo spessore criminale del sodalizio in parola è stato comprovato dalla ricostruzione del citato episodio in occasione del quale, a seguito di un diverbio, alcuni degli indagati, sostenuti dal gruppo criminale diretto da Saltalamcchia Eduardo, Esposito Antonio e Masiello Vincenzo, ingaggiarono uno scontro a fuoco con pistole e mitragliette, a seguito del quale alcuni di loro riportarono anche ferite.

Sono emersi, inoltre, rilevanti elementi indiziari in merito alla esistenza, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, di un altro sodalizio facente capo alla famiglia Masiello, con al vertice Antonio, detto o’nu”, e suo figlio Vincenzo, detto “o’cucù”, parimenti in grado di gestire una fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, oltre ad avere la disponibilità di armi da fuoco. La piazza era militarmente presidiata h24 da vedette, che si alternavano in base a turni prestabiliti. Lo stupefacente era detenuto e confezionato all’interno di un immobile sito in Vico Teatro nuovo.

Le cessioni avvenivano attraverso panieri calati dalle finestre o consentendo l’accesso all’acquirente accompagnato dal pusher: in quest’ultimo caso, essendo la porta di accesso chiusa dall’interno, le chiavi venivano lanciate all’esterno. Inoltre, in caso di sequestro di stupefacente da parte delle forze dell’ordine, il cliente, previa esibizione del verbale di sequestro e della conseguente contestazione amministrativa, otteneva a titolo gratuito una ulteriore dose di stupefacente: così operando, l’organizzazione comprava l’omertà dell’acquirente fidelizzandolo.

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