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22 Luglio 2024 13:19
22 Luglio 2024 13:19

MAXI OPERAZIONE INTERNAZIONALE DELLA DIA. DURO COLPO ALLA ‘NDRANGHETA

Impegnati oltre 200 donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e un centinaio di unità della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza con il supporto di unità cinofile, elicotteri e militari del Reggimento Genio Guastatori di Caserta nonchè 500 agenti della Polizia Criminale del Baden-Wuttemberg, della Polizia Economico Finanziaria di Ulm e della SEK(G), dalla Polizia rumena e spagnola.

di REDAZIONE CRONACHE

Dalle prime ore di oggi 5 maggio 2021, è stata eseguita un’imponente operazione antimafia internazionale in Germania, Romania, Spagna e su tutto il territorio nazionale, dalle prime luci dell’ alba un’operazione di polizia giudiziaria denominata “PLATINUM-DIA” contro la ‘ndrangheta, coordinata dalla Procura distrettuale di Torino, che vede impegnati oltre 200 donne e uomini della Direzione Investigativa Antimafia e un centinaio di unità della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza con il supporto di unità cinofile, elicotteri e militari del Reggimento Genio Guastatori di Caserta, nonchè 500 agenti della Polizia Criminale del Baden-Wuttemberg, della Polizia Economico Finanziaria di Ulm e della SEK(G), dalla Polizia rumena e spagnola.

Nel corso della conferenza stampa che si è tenuta presso la sala “CONSIGLIO GIUDIZIARIO” del Palazzo di Giustizia Bruno Caccia di Torino a cui sono intervenuti il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, dott. Federico Cafiero De Raho, membro nazionale italiano ad EUROJUST, dott. Filippo Spiezia, il Procuratore Capo di Costanza dott. Johannes George Roth, il Procuratore Capo di Torino, dott.ssa Anna Maria Loreto, il Capo ESOCC European Serious organised crime center di Europol, dott. Jari Liukku, il Direttore della Direzione Investigativa Antimafia, Dott. Maurizio Vallone e il Vice Direttore della Direzione Investigativa Antimafia Generale di Brigata G.di F. Nicola Altiero, sono stati illustrate tutte la fesi salienti dell’operazione.

Il procuratore capo di Torino, Anna Maria Loreto

Sono state 33 le misure cautelari in carcere emesse dai Tribunali di Torino (IT) emesse dal Tribunale di Torino su richiesta della DDA piemontese e coordinata dalla DNA in Italia, ed a Costanza in Germania, nei confronti di altrettanti soggetti, accusati, a vario titolo, di gravi delitti fra i quali associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, estorsione ed altri reati, aggravati dalle modalità mafiose. Sono stati perquisiti, oltre alle persone arrestate, ulteriori 65 indagati, nonché sottoposti a sequestro preventivo beni costituiti da compendi aziendali, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali, per un valore di diversi milioni di €uro.

L’ “Operazione PLATINUM – DIA” va ad inserirsi nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista posta in essere dalla Procura distrettuale di Torino e dalle diverse articolazioni investigative che operano sul territorio nazionale, e trae origine dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, discendente di due delle famiglie più influenti della ‘ndrangheta aspromontana – Agresta/Marando – egemoni anche in Piemonte e Lombardia, rilasciate alla Procura distrettuale di Torino a partire dall’autunno del 2016, nonché nei confronti di esponenti della famiglia Giorgi, detti “Boviciani”, di San Luca (RC), ritenuti responsabili di narcotraffico internazionale ed attivi in Piemonte, Calabria, Sardegna e, in Germania, nel Land del Baden Wùrttemberg, nelle località turistiche del Lago di Costanza.

A seguito dell’ampia operatività di uno dei sodalizi individuati nel traffico di stupefacenti, durante le indagini sono state registrate convergenze investigative con le DDA di Genova, Cagliari e Reggio Calabria. Tali convergenze sono state affrontate con l’efficace coordinamento della DNA; mentre per i profili del coordinamento internazionale è intervenuto il fondamentale supporto di EUROJUST.

La manovra investigativa è essenzialmente articolata su due filoni: il primo filone, da cui si origina l’inchiesta, convenzionalmente denominata “Op. PLATINUM DIA – 416 bis“, avviata nell’ottobre 2016 e volta ad accertare l’affiliazione di alcuni soggetti alla ‘ndrangheta, con particolare riferimento alla gestione dell’ingente patrimonio illecito accumulato dalla famiglia Agresta, facente capo ad Antonio Agresta (cl.’60), ritenuto uno dei massimi esponenti della ‘ndrangheta in Piemonte.

Le indagini, corroborate anche dalle propalazioni del collaboratore di giustizia, hanno permesso da un lato di verificare l’appartenenza alla predetta cosca locale di Volpiano degli imprenditori Gianfranco Violi, dei fratelli Mario e Giuseppe Vazzana e di Domenico Aspromonte, e dall’altro di certificarne il ruolo ricoperto nella gestione – attraverso un importante ed articolato dedalo di società ed attività imprenditoriali del patrimonio di origine illecita della famiglia Agresta.

L’attività investigativa ha permesso di acclarare il ruolo di prestanome svolto da Andrea Aurora al servizio di Gianfranco Violi, nei cui confronti sono state sequestrate, benché intestate a persone di comodo, 5 società attive nel campo dell’edilizia “G.P. Immobiliare”, nel settore della ristorazione senza somministrazione nello specifico la torrefazione “Caffè Millechicchi” e il bar “VIP’S”di Torino e nella rivendita tabacchi con sede a Volpiano (TO) e nel settore dell’edilizia la società “General Costruzione” imprese con sede nel capoluogo piemontese.

Nell’ambito dell’esecuzione delle misure cautelari, la Direzione Investigativa Antimafia sta operando, su disposizione del Tribunale di Torino, numerosi sequestri preventivi di beni costituiti da compendi aziendali, società cooperative ed edilizie, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali,corrispondenti ad un valore per equivalente di molti milioni di Euro.

Il secondo filone convenzionalmente denominato “Op. PLATINUM DIA – Stupefacenti, avviato nel novembre 2017, ha permesso di individuare un ulteriore sodalizio di matrice ‘ndranghetista riconducibile alla famiglia Giorgi, intesi BOVICIANI, di San Luca (RC), dedito in maniera stabile al narcotraffico internazionale e i cui sodali trovano allocazione, oltre che in Calabria ed in Piemonte, anche in Lombardia, Sardegna e Sicilia, nonché all’estero, segnatamente nel Land del Baden – Württemberg, notoria località turistica della Germania.

La perfetta collaborazione tra gli investigatori italiani e tedeschi, assicurata dal coordinamento del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, si è avvalsa della Rete @ON (Antimafia Operational Network), un’iniziativa finanziata dalla Commissione Europea mediante il progetto ONNET nr. 817618, ideato e sviluppato dalla DIA quale Project Leader, per il contrasto delle principali organizzazioni criminali a carattere transnazionale.

Le attività di intercettazione si sono rivelate fondamentali ed essenziali per decapitare il vertice di un potente sodalizio sanluchese, armato ed aggravato dal vincolo mafioso, facente capo alla famiglia Giorgi “Boviciani” di San Luca (RC) ed in particolare ai fratelli Domenico Giorgi (cl. ‘63), Francesco Giorgi (cl. ‘66), Giovanni Giorgi (cl. ‘72), Sebastiano Giorgi(cl. ‘73) ed il nipote Valter Cesare Marvelli (cl. ‘83), nonché composto da altri sodali quali Antonio Giorgi (cl. ‘86), Domenico Giorgi(cl. ‘82) in atto detenuto ad Alghero per omicidio volontario, Antonio Giorgi (cl. ‘90), Sebastiano Signati (cl. ‘76), Stefano Sanna e Pietro Parisi (cl. ‘80) con il suo luogotenente in Sardegna Luciano Vacca.ricostruire le dinamiche criminose ed acquisire importantissimi riscontri in ordine ad un ingente traffico di sostanze stupefacenti tra l’Olanda, la Germania, la Spagna e l’Italia, gestito dalla famiglia GIORGI, i cui profitti risulterebbero investiti in attività commerciali, soprattutto in territorio tedesco.

Durante le indagini, in diverse circostanze ingenti quantitativi di stupefacente e somme di danaro sono stati sottoposti a sequestro dalle Forze di polizia sia in Italia che in Germania;ricostruire le dinamiche criminose ed acquisire importantissimi riscontri in ordine ad un ingente traffico di sostanze stupefacenti tra l’Olanda, la Germania, la Spagna e l’Italia, gestito dalla famiglia GIORGI, i cui profitti risulterebbero investiti in attività commerciali, soprattutto in territorio tedesco. Durante le indagini, in diverse circostanze ingenti quantitativi di stupefacente e somme di danaro sono stati sottoposti a sequestro dalle Forze di polizia sia in Italia che in Germania;

Ricostruite le dinamiche criminose ed acquisite importantissimi riscontri in ordine ad un ingente traffico di sostanze stupefacenti tra l’Olanda, la Germania, la Spagna e l’Italia, gestito dalla famiglia GIORGI, i cui profitti risulterebbero investiti in attività commerciali, soprattutto in territorio tedesco. Durante le indagini, in diverse circostanze ingenti quantitativi di stupefacente e somme di danaro sono stati sottoposti a sequestro dalle Forze di polizia sia in Italia che in Germania.

Sono state anche evidenziate la gestione, da parte dei membri della famiglia Giorgi, della cassa comune in cui affluivano depositi di denaro contante in Piemonte e Calabria, della logistica per il trasporto del narcotico e del denaro provento del traffico, nonché della rete di comunicazione criptata all’interno della quale i sodali comunicavano facendo spesso ricorso ad anonimi nickname, utilizzando telefoni BQ con protocollo ENCROCHATed altri apparati con sistema di criptazione SKY ECC.

L’attività investigativa ha permesso di monitorare e ricostruire diverse trattative condotte dai Giorgi, per l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina, con Giuseppe Romeo detto “Maluferru” o “il nano”, già latitante poiché colpito da misura cautelare in seno all’operazione “Pollino” ed arrestato l’11 marzo scorso a Barcellona (ES), con membri della famiglia “Assisi” (Nicola Assisi e suo figlio Patrick erano all’epoca latitanti, poi tratti in arresto in Brasile l’8 luglio 2019) per l’approvvigionamento di cocaina dal Brasile, nonché con narcotrafficanti albanesi, rumeni e colombiani stanziali in Olanda e Belgio.

É stata inoltre ricostruita la rete di distribuzione della cocaina dei Giorgi in Piemonte, Sicilia, Lombardia e Sardegna; in quest’ultima regione in particolare è stato individuato un ulteriore sodalizio dedito al narcotraffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, attivo nel cagliaritano; il gruppo, facente capo a Stefano Sanna, era composto anche dalla madre Marinella Matta, dalla compagna Valentina Murgia, da Roberto Schirru e Giorgia Fadda.

Tra i destinatari della misura cautelare compare anche Iolanda Giorgi , la moglie di Domenico Giorgi (cl. ‘82), alla quale, con la costante assistenza e consulenza dell’affarista sardo Vincenzo Smimmo, anch’egli arrestato, era stato intestato fittiziamente un Bar-Caffetteria ad Alghero, di fatto riconducibile al cognato Giovanni Giorgi (cl. ‘72).

Le indagini in Sardegna sono state eseguite di concerto con i Carabinieri del Comando Provinciale di Sassari, co-delegati dall’Autorità Giudiziaria torinese. Eseguita una misura cautelare nei confronti di un appartenente alla Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa di Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, diventato figura di fiducia dei Giorgi, nonché acquirente di sostanza stupefacente dagli stessi. La misura è stata eseguita con la collaborazione del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria.

Le perquisizioni, ancora in atto, hanno permesso di rinvenire e sequestrare 4 pistole, due etti di cocaina, oltre 50 mila euro di denaro in contante e diversi beni preziosi. Le risultanze emerse saranno oggetto di ulteriori approfondimenti info-investigative in coordinazione anche con la progettualità I-CAN del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia la cui attività è specificatamente orientata al contrasto delle proiezioni all’estero della ‘Ndrangheta.

“Quella di oggi è una bella giornata per le forze dell’ordine e una brutta giornata per il lato oscuro del potere”, ha commentato nel corso della conferenza stampa il procuratore capo di Costanza, in Germania, Johannes George Roth. “Con questa operazione abbiamo imparato molto su una criminalità ( riferendosi alla ‘ndrangheta n.d.r.) che molti non credono esista in Germania“.

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