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22 Novembre 2024 05:30

Maxi sequestro da 779 milioni della procura di Milano a AirBnB per evasione fiscale

Il gip di Milano ha disposto il sequestro nei confronti del colosso americano degli affitti brevi nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Milano e la GdF sulla presunta evasione fiscale commessa dalla società nel periodo tra il 2017 e 2021. Indagati tre manager irlandesi

Il gip di Milano Angela Minerva ha disposto il sequestro di 779 milioni di euro eseguito dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza nei confronti di AirBnB Ireland Unlimited Company nell’ambito di un’inchiesta dei pm Giovanni Polizzi, Cristiana Roveda e Giancarla Serafini, coordinati dal procuratore Marcello Viola e dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano della Procura di Milano, sulla contestata evasione fiscale commessa dalla società nel periodo tra il 2017 e 2021.

Il colosso americano degli affitti brevi AirBnb con la sua società europea bassta in Irlanda non ha ottemperato agli obblighi introdotti dall’articolo 4 del decreto legge 50 del 2017, sottraendosi alla dichiarazione e al versamento (in qualità di sostituto d’imposta) di ritenute di ammontare pari alla somma di oltre 779 milioni di euro, calcolate in misura del 21 per cento (cd. “cedolare secca“) su canoni di locazione breve per euro 3.711.685.297 corrisposti nel periodo 2017-2021 dagli ospiti aelle strutture ricettive pubblicizzate dalla piattaforma, a fronte delle prenotazioni effettuate, importi successivamente retrocessi ai proprietari degli immobili (host), al netto della commissione addebitata per l’utilizzo della relativa infrastruttura digitale“.

È quanto sotiene la Procura di Milano che ha ottenuto dal gip Minerva un maxi decreto di sequestro nell’ambito di un’inchiesta condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF. Nell’inchiesta della Procura di Milano nei confronti di AirBnb Irlanda per omessa dichiarazione fiscale risultano indagati anche tre manager irlandesi, che hanno rivestito cariche di amministrazione, negli anni dal 2017 al 2021.  

I pm Giovanni Polizzi, Cristiana Roveda e Giancarla Serafini, coordinati dal procuratore capo Marcello Viola e dall’aggiunta Tiziana Siciliano, affermano che “Nella piena consapevolezza degli oneri dichiarativi e contributivi introdotti dal legislatore italiano fin dal 2017″, Airbnbormai da anni ha assunto la deliberata opzione aziendale di non conformarvisi, con il fine precipuo di non rischiare la perdita di fette di mercato in favore della concorrenza, tenendo un comportamento apertamente ostruzionistico verso l’amministrazione finanziaria italiana e omettendo sino ad oggi di eseguire alcuna dichiarazione di alcun versamento erariale“.

Viene contestata alla piattaforma irlandese lastabile organizzazione” nel nostro Paese. In pratica si ipotizza che la società non abbia versato la cosiddetta “cedolare secca” sui canoni di locazione breve per 3.711.685.297 euro, corrisposti tra il 2017 e il 2021 dagli ospiti delle strutture ricettive. L’iniziativa penale arriva dopo i pronunciamenti della Corte di Giustizia Ue e del Consiglio di Stato.

Per la piattaforma irlandese degli affitti brevi Airbnb i veri problemi erano arrivati dopo il deposito dello scorso 24 ottobre delle motivazioni della sentenza 9188/2023, con la quale la IV sezione del Consiglio di Stato aveva stabilito l’obbligo per Airbnb di riscuotere e versare all’Erario la ritenuta sugli affitti brevi: una decisione che Federalberghi confidava “mettesse la parola fine a una telenovela che si trascina da più di sei anni, durante i quali Airbnb si è appigliato a ogni cavillo pur di non rispettare le leggi dello Stato“.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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