“Sono fiduciosa che si possa fare qualcosa di meglio rispetto alle previsioni della Commissione: continuo a ritenere che il +1% del Pil sia a portata di mano, soprattutto dopo i primi due trimestri. Ogni trionfalismo sarebbe infantile ma non era scontato dopo anni trascorsi in fondo alle classifiche”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo all’assemblea generale di Confindustria. “Abbiamo avviato le riforme del premierato, della giustizia, dell’autonomia” perché “non sarei in pace con la mia coscienza” se per “quieto vivere non andassi avanti: faremo quel che va fatto, nonostante molte opposizioni e poi decideranno gli italiani” ha poi aggiunto.
“Accompagnare il tessuto produttivo nella sfida della transizione ecologica non può voler dire smantellare interi settori. L’addio al motore endotermico nel 2035 è uno degli esempi più evidenti di questo approccio autodistruttivo. Non è una strategia intelligentissima“. ha proseguito la premier, Giorgia Meloni, intervenendo all’assemblea generale di Confindustria.
“Sono d’accordo con Orsini, lo ringrazio per essere stato molto chiaro su questo, sui risultati disastrosi frutto di un approccio ideologico del green deal europeo: decarbonizzazione al prezzo di deindustrializzazione, ha detto, è una debacle. È cosi'”. ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Lo vogliamo dire che è non intelligentissima come strategia? E lo diciamo perché siamo amici dell’Europa e vogliamo difendere la capacità industriale europea. Le persone amiche dell’Europa devono avere il coraggio di dire le cose che non funzionano”, ha proseguito Meloni.
L’intervento del presidente di Confindustria
“L’Italia è chiamata a nuove scelte coraggiose. Per cominciare, siamo convinti che il ritorno al nucleare sia strategico”. ha affermato il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, nella sua relazione all’assemblea 2024, aggiungendo che non bisogna perdere altro tempo. “Tutti noi – aggiunge Orsini – abbiamo imparato che l’indipendenza energetica è questione di sicurezza nazionale: allora perché tutti insieme non appoggiamo il nucleare di ultima generazione, invece di continuare a rifornirci a prezzi crescenti dalle vecchie centrali nucleari francesi? Si’, nel nuovo piano energetico se ne parla. Ma sappiamo tutti che, se cominciassimo oggi, ci vorrebbero almeno dodici anni per poterlo utilizzare. Non possiamo perdere altro tempo. E sappiamo bene che è arrivato il momento, insieme alle categorie economiche e sindacali, di spiegare all’opinione pubblica la svolta e illustrare come i piccoli reattori modulari siano molto più sicuri e meno invasivi sui territori rispetto alle grandi centrali di vecchia generazione. Pensate che sia possibile continuare a pagare l’energia fino al 40% in più della media europea? Noi no. E pensate che solo l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili possa soddisfare il nostro fabbisogno energetico? Noi no”.
Abolire l’Irap e introdurre l’aliquota premiale sull’Ires
“Introdurre l’aliquota premiale sull’IRES per gli utili reinvestiti, abolire l’Irap per le società di capitali e non sostituirla con una sovraliquota Ires; ripristinare l’ACE, poichè la patrimonializzazione delle nostre imprese è elemento essenziale per investire”. Sono i primi passi da compiere e che il presidente di Confindustria Emanuele Orsini cita nella Relazione all’Assemblea
Tenere la barra dritta sui conti pubblici
“Siamo alle porte della stesura della Legge di Bilancio e, come capita ogni anno, fioccano ipotesi, timori e speranze. Diamo atto al Governo di voler tenere la barra dritta sui conti pubblici, e di questo lo ringraziamo”. ha aggiunto il Presidente di Confindustria nella sua Relazione all’assemblea .
Troppi errori nel Green deal
“Lo dico con chiarezza, in accordo con i colleghi delle Confindustrie europee. Il Green Deal è impregnato di troppi errori che hanno messo e mettono a rischio l’industria. Noi riteniamo che questo non sia l’obiettivo di nessuno”. Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, incalza l’Europa su questo tema. “La decarbonizzazione inseguita anche al prezzo della deindustrializzazione è una debacle. – sottolinea nella relazione all’assemblea 2024 – La storia e il mercato europeo dell’auto elettrica che stiamo regalando alla Cina, parlano da soli! La filiera italiana dell’automotive è in grave difficoltà, depauperata del proprio futuro dopo aver dato vita alle auto più belle del mondo e investito risorse enormi per l’abbattimento delle emissioni”.
“Il packaging, che ha rispettato in anticipo i target ambientali fissati dalla Commissione stessa, – aggiunge – si vede cambiato il modo di raggiungerli, vanificando investimenti e tecnologie della propria filiera. Ma la plastica è sostenibile, se viene riciclata. La ceramica ha investito oltre 2 miliardi di euro per l’innovazione tecnologica, finalizzata a migliorare le prestazioni ambientali, come la qualità dell’aria, ed è oggi un caso di successo internazionale“.