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22 Luglio 2024 10:56
22 Luglio 2024 10:56

Meloni : “La riforma sul premierato è un rischio, non la faccio per me ma io non indietreggio”

"Bisogna salvaguardare gli organi di garanzia, a partire dalla funzione di arbitro super partes del capo dello Stato - chiarisce e rassicura la Meloni - è esattamente quello che fa questa riforma del premierato, è stata una scelta lasciare inalterati i poteri fondamentali del presidente della Repubblica".

Mentre il premierato considerata dal governo Meloni la “madre di tutte le riforme”, atterra nell’aula del Senato per avere un primo via libera alla vigilia delle Europee, la premier celebra nella Sala della Regina alla Camera dei Deputati una festa anticipata. Dopo una lunga premessa ricca di riferimenti storici e letterari e forbita quasi accademica, citando De Gasperi ed Almirante, Bettino Craxi e Costantino Mortati, è arrivato il momento della verità . E Giorgia Meloni sferra il suo colpo da ko: “Io non ho bisogno di fare questa riforma. Per me è anche un rischio. Ma indietreggiare ora sarebbe un errore”.

Nella sala pochi esponenti di partito, solo top manager di Stato, imprenditori più e meno vicini al centrodestra. Per questo dibattito sulla “Costituzione di tutti” allestito dalla Fondazione Craxi guidata da Stefania Craxi e dalla Fondazione De Gasperi presieduta da Angelino Alfano mentre i fotografi si divertivano a fotografare i due ex rivali acerrimi oggi tornati amici, la Meloni cita di continuo e ringrazia “Angelino”, presenti star del video vecchie e nuove, Pupo, Iva Zanicchi, Claudia Gerini, il nuotatore Filippo Magnini. Applausi e volti raggianti fra i potenti accorsi numerosi per l’occasione. Ci sono banchieri, gli editori Antonio Angelucci ed il figlio Giampaolo , i vertici delle partecipate, Enel, Terna, Snam.

La premier attende un’ora piena seduta in prima fila, e prende appunti mentre sul palco si alternano i relatori. Giovanni Orsina professore della Luiss, il costituzionalista ex presidente della Camera Luciano Violante a cui la Meloni sorride ed annuisce mentre dispensa dritte e rimbrotti sul cantiere costituzionale del governo, invita a non pensare ai guadagni immediati ma a “cosa farebbero gli avversari se avessero una riforma di questo genere fra le mani”. Lei replica “Io mi sono interrogata molte volte su come gli avversari utilizzerebbero questa riforma. Non mi spaventa” .

Poi la Meloni sale sul palco ed esterna il suo discorso, pensato per lanciare un messaggio alla platea di imprenditori e manager alla corte della premier: il premierato porterà “stabilità“», e senza stabilità “non puoi fare gli investimenti”.  “Questo è il dibattito che io mi auguro possa accompagnare l’iter di questa riforma che oggi inizia l’esame” in Senato: “Penso che sia un errore approcciare questi temi con una impostazione ideologica, soprattutto legata a interessi contingenti, che è l’orientamento prevalente in questo dibattito ma sarebbe un errore da parte della politica indietreggiare e gettare la spugna di fronte a questo atteggiamento”.

Sulla riforma costituzionale del premierato “sono sempre disponibile a dialogare purché l’intento non sia dilatorio e non sia quello che tante volte abbiamo visto…” ed aggiunge “Abbiamo fatto quello che i cittadini ci hanno chiesto di fare perché la riforma, declinata poi in corsa al premierato, era nel nostro programma elettorale. Noi abbiamo proposto una riforma che risolve alcuni dei grandi problemi strutturali di questa nazione, per questo la definisco ’la madre di tutte le riformè. E lo abbiamo fatto toccando solo 7 articoli della Costituzione, lo abbiamo fatto in punta di piedi. Non abbiamo fatto una riforma che entrava a gamba tesa, che stravolgeva la Costituzione. È stata una scelta politica, di dialogo“.

“Sono convinta che faremmo un buon servizio alla Nazione se accompagnassimo» la riforma del premierato con «una legge elettorale che ricostruisca il rapporto eletto-elettore e consolidi la democrazia dell’alternanza. Credo di essere stata la presidente dell’unico partito che ha avuto il coraggio di presentare emendamenti che reintroducevano le preferenze per l’elezione dei parlamentari. Non sono mai stata contraria, anzi, e anche su questo sono aperta”. ha detto la premier Giorgia Meloni parlando nella Sala della Regina di Montecitorio.

Il dibattito ha preso pian piano la forma di un grande spot alla riforma meloniana sotto il fuoco delle opposizioni ed in particolare quello di Elly Schlein alla quale Meloni ha replicato a tono: “Promettono di opporre i loro corpi contro la riforma. Dialogare partendo da questi presupposti mi pare difficile” aggiungendo “Non serve a me“, scansando l’accusa di una riforma cucita addosso alla sua persona, pensata per un ritorno in grande stile a Palazzo Chigi con l’elezione diretta del premier alle urne nella prossima legislatura.

La Meloni sostiene che il “premierato” non le serve perché “questo governo è solido e durerà”. Ed aggiunge il premierato “non riguarda la sottoscritta o il presidente Mattarella”, difendendo la propria riforma dall’accusa più ricorrente a sinistra. Un’invasione di campo nei poteri e nelle prerogative che oggi spettano al Capo dello Stato. “Bisogna salvaguardare gli organi di garanzia, a partire dalla funzione di arbitro super partes del capo dello Stato – chiarisce e rassicura la Meloni è esattamente quello che fa questa riforma del premierato, è stata una scelta lasciare inalterati i poteri fondamentali del presidente della Repubblica”.

“Chi ritiene di essere depositario esclusivo della Costituzione – ha aggiunto la premier –  ne mette, per paradosso, in crisi la funzione unificante. Se la Costituzione è di tutti, ed è di tutti, la sua interpretazione non può privilegiare una sola cultura politica o un solo punto di vista. Credo che più riusciamo a stare nel merito, e non fondiamo il dibattito sul partito preso, e più possiamo arrivare a un testo, non so quanto condiviso, ma migliore“, ha detto la  Meloni. “Il primo obiettivo della riforma sul Premierato è garantire il diritto dei cittadini di scegliere da chi farsi governare, e mettere fine alla stagione dei governi tecnici, dei ribaltoni, alla stagione delle maggioranze arcobaleno che nessuna corrispondenza hanno con il voto popolare“. 

 “Il secondo obiettivo che si pone la riforma del premierato – secondo la premier – è che chi viene scelto dal popolo per governare possa farlo con un orizzonte di legislatura, possa avere il tempo per portare avanti il programma con cui si è presentato ai cittadini: tempo e stabilità sono condizione determinante per costruire qualsiasi strategia e quindi per restituire credibilità alle nostre istituzioni di fronte ai cittadini e a questa nazione con i nostri interlocutori internazionali”. 

“E’ sempre meglio non arrivare a un referendum divisivo sulla Costituzione ma mi corre l’obbligo di ricordare che la Repubblica è nata su un referendum divisivo ed è stato un bene, è la democrazia ed è stato previsto dai padri costituenti“, ha argomentato la Meloni aggiungendo che “I padri costituenti preferivamo una riforma approvata dai due terzi del Parlamento ma non hanno escluso il referendum perché capivano anche lo stallo che poteva venire dalla tattica politica: io penso che di fronte alla tattica il tentativo di chiedere agli italiani che cosa pensano di questa proposta fatta per loro debba essere esplorata”. 

“C’è una differenza fondamentale tra la politica e altri mondi che credono di poter sopperire, che rispetto alla politica il popolo ha degli strumenti di giudizio, io penso che la democrazia si debba esercitare per il tramite della politica, penso che quando quando la politica è debole e altri poteri pensano di fare il bello e il cattivo tempo non sempre lo fanno nell’interesse dei cittadini perché a differenza della politica non vengono giudicati dai cittadini” ha detto la Meloni nel suo discorso “Oggi l’Italia è percepita come una delle nazioni più stabili del panorama, le persone hanno sicurezza a investire da noi perché siamo stabili. C’entrano i provvedimenti e la postura del governo, ma soprattutto la stabilità”

“Ma non diciamoci che il Parlamento è stato forte finora e che la riforma del premierato vuole privarlo delle sue prerogative. Il Parlamento è stato privato delle sue prerogative per il malfunzionamento del sistema, tutti lo abbiamo denunciato e questa riforma in parte risolve il problema. Poi c’è un problema di riforma dei regolamenti parlamentari, sarebbe molto preziosa, lo dico come auspicio e consiglio, come ex vicepresidente della Camera“.  ha continuato la premier  “Ho fatto per 10 anni la parlamentare di opposizione, la mia dimensione è ancora più propriamente legata a chi subiva la decretazione urgenza, figuriamoci se non lo capisco…”  ha detto sorridendo la presidente del Consiglio, parlando del tema dell’eccessivo ricorso ai decreti legge. 

 “Sono convinta che faremmo un buon servizio alla nazione se accompagnassimo la riforma a una legge elettorale che ricostruisca il rapporto eletto-elettore e consolidi la democrazia dell’alternanza. Credo di essere stata la presidente dell’unico partito che ha avuto coraggio di presentare emendamenti che reintroducevano le preferenze per l’elezione dei parlamentari, non sono mai stata contraria, anche su questo sono aperta. Parte della debolezza del Parlamento è figlia di questo perché cambia se dipendi dal cittadino che ti elegge o dal segretario di partito che ti indica“. 

 “Non abbiamo fatto una riforma che entrava a gamba tesa, che stravolgeva la Costituzione. È stata una scelta politica, di dialogo. Ero partita da un sistema semipresidenziale alla francese, da un altro schema. Abbiamo incontrato le altre forze e tutte dicevano che il presidente della Repubblica non si tocca. Così ho abbandonato il semipresidenzialismo, perché sarebbe stato divisivo“. ha detto la premier Giorgia Meloni ribadendo che “l’obiettivo del lavoro sulla riforma è stato quello di “entrare in punta di piedi, pur facendo una grande rivoluzione”

 “Spero che questa riforma, anche col dialogo possa arrivare alla maggioranza dei due terzi, se non accadrà la parola andrà agli italiani. . E saranno gli italiani a dirci se questo sistema sia migliore di quello che abbiamo avuto negli anni” ha auspicato la Meloni  e “Quando arriverà il referendum, l’ultima parola ce l’avranno gli italiani. Perchè la Costituzionione non è mia, la Costituzione è di tutti, e prima di tutti è del popolo italiano”. 

 “È un errore la personalizzazione. Questa riforma non riguarda la sottoscritta o il presidente Mattarella. Riguarda un altro mondo, un futuro ipotetico. Per questo vale la pena discutere inverce di personalizzare sempre tutto. Non ha avuto problemi a votare il taglio dei parlamentarei. Ci sono questioni sulle quali l’opposizione fine a sé stessa non serve a niente. Questo gioco tattico lo pagano i cittadini e la credibilità delle istituzioni” ha concluso la premier.

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