Il premier Giorgia Meloni è stata ascoltata dal Giurì d’onore per poco più di un’ora, per a precisione un’ora e cinque minuti . La commissione d’indagine speciale era stata chiesta dal presidente del M5S Giuseppe Conte – sentito ieri per un’ora e mezzo dall’organismo parlamentare guidato da Giorgio Mulé – dopo le dichiarazioni della premier sul Mes lo scorso 13 dicembre.
“Non sono emerse circostante tali da spingere a nuove audizioni, sono state illustrate le posizioni di ciascuno, e nei commissari non è emersa l’esigenza” di ascoltare nuovamente la Meloni e Conte,. “Ora bisogna studiare – ha spiegato l’ on. Mulé (Forza Italia) – e mettere a confronto le posizioni, studiare anche gli atti parlamentari e redigere una relazione entro il 9 febbraio“.
Su questa, “non ci sarà né una discussione né una votazione – chiarisce Mulé – verrà letta in Aula, che ne prende atto. E’ il Giurì che dirime la questione“. L’epilogo? “1 X 2″, scherza Mulé per poi chiarire: “Non è una sentenza. Il Giurì deve giudicare la fondatezza di dichiarazioni che Conte ritiene false, giudicare dunque la fondatezza di quello che la presidente del Consiglio ha detto in Aula“, compresa l’accusa rivolta al leader del M5S di aver agito “col favore delle tenebre“, ha risposto Mulé ai cronisti.
“Da un punto di vista pratico, esaurite le audizioni, la commissione di indagine è come se entrasse in una camera di consiglio che si prolungherà fino a quando non verrà letta la relazione in aula”, dice quindi rispondendo alle domande dei giornalisti. “E’ noto che in Camera di consiglio tutto deve essere riservato – rimarca il forzista – e per questo motivo l’obbligo di riservatezza è, ove possibile, ancora più rafforzato d’ora in avanti”.
Alla domanda se peserà nella decisione l’orientamento politico dei commissari, il presidente della commissione di indagine sembra non avere alcun dubbio: “La terzietà e l’imparzialità dei componenti della commissione per la responsabilità alla quale sono stati chiamati rappresenta la condizione primaria per svolgere correttamente il lavoro. Da questo punto di vista non ho dubbi che l’analisi di ognuno dei commissari sarà uniformata unicamente a una serena e indipendente valutazione dei fatti”.
Il Giurì d’onore (funzioni e compiti sono disciplinati dall’articolo 58 del Regolamento della Camera) è chiamato a dirimere la querelle tra il presidente dei 5 stelle e la presidente di Fratelli d’Italia sulla riforma del fondo salva-Stati scoppiata dopo le accuse della presidente del Consiglio a Conte e ai Cinque Stelle un mese fa. E quindi se il trattato Mes sia “stato firmato con il favore delle tenebre”? “È uno degli elementi che la presidente del Consiglio ha usato in Aula in un discorso più ampio che riguardava il Mes – risponde Mulé -. L’oggetto della commissione è verificare quello“.
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