Dopo aver ritirato la delega all’ assessore Francesca Viggiano, vice presidente regionale del Partito Democratico ed al vicesindaco Fabrizio Manzulli, considerato un “fedelissimo” , il sindaco di Taranto (sempre più pro-tempore) Rinaldo Melucci ha ufficializzato l’ingresso in giunta con la delega all’Ambiente e alla Qualità della Vita la consigliera comunale Angelica Lussoso neo-adepta di “Italia Viva” nominando vicesindaco Gianni Azzaro eletto nelle liste del Pd, anch’egli in odore di passaggio nelle file di Italia Viva. Continua la marcia di avvicinamento di Melucci, rieletto alle Amministrative 2022 sotto il simbolo del Pd a cui era iscritto e che ha lasciato di recente, puntando al partito di Matteo Renzi che gli avrebbe proposto una candidatura alle prossime elezioni, considerando che Melucci non potrebbe più fare il sindaco dopo il secondo mandato, e di fatto resterebbe disoccupato.
“Oggi si conclude formalmente la mia esperienza nel Partito democratico. Un partito che sta cambiando pelle, come sono inevitabilmente cambiato io lungo questi anni assai impegnativi”. Così il sindaco e presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci, lo scorso 27 ottobre comunicava la sua decisione di lasciare il Partito democratico.
Gianni Azzaro: una carriera sempre da “vice”
Autorevoli fonti baresi ci hanno raccontato di un colloquio telefonico intercorso fra Gianni Azzaro ed il presidente dell’ ANCI e sindaco di Bari Antonio Decaro, a cui faceva riferimento, al quale ha giustificato la sua accettazione dell’incarico di “vice” di Melucci, non potendo fare a meno dello stipendio comunale (che gennaio 2014 , altrimenti avrebbe rischiato di tornare ad indossare la divisa della Guardia di Finanza e di tornare a fare il suo reale lavoro finanziere in qualche caserma. Il vice sindaco Azzaro dal 1 gennaio 2024 percepirà una indennità del 75% di quella del sindaco Melucci (vedi tabella sotto).
Melucci ha revocato la delega all’ormai ex-assessore Francesca Viggiano, esponente del Pd, ininterrottamente nella giunta comunale guidata dal primo cittadino dal 2017, catapultato nella politica, per mancanza di candidati sindaci, su indicazione di Walter Musillo e dell’ on.Michele Pelillo. E’ stato lo stesso sindaco di Taranto con una nota a spiegarne la rimozione. “La motivazione – si legge nel documento – è strettamente connessa al venir meno dei necessari elementi fiduciari, in molteplici occasioni, tipici del ruolo da interpretarsi all’interno della giunta comunale, specie in una fase così strategica per la città”.
“Si è portati spesso a pensare che ci si lasci perché carichi di rancore o insoddisfatti – aggiungeva Melucci – In verità, in una visione più romantica e profonda del sentire la politica, nella sua accezione più elevata, la scelta di prendere strade differenti può essere dipesa dalla semplice ed umana ambizione di ricercare nuove motivazioni, energie e valori più aderenti al proprio sentire e al proprio progetto politico. Preciso subito che il secondo caso è quello che credo mi riguardi“.
Immediata la replica dell’ex assessore Viggiano che ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Prima che inizino favoleggiamenti sull’atto di sfiducia, preferisco parlare io, come ho sempre fatto.
Non ho rubato, non sono indagata, non ho commesso reati. Lo scorso venerdì, la Giunta comunale di cui facevo parte, ha discusso, e poi deliberato, un provvedimento che ha dato il via alla nascita di un nuovo Comitato dei Giochi del Mediterraneo. Sono arrivata in Giunta alle 8.30 del mattino, ho chiesto di conoscere il contenuto del provvedimento e di discuterlo. Alle 12.30 non si conosceva ancora il contenuto e non ho ricevuto le rassicurazioni politiche che ho richiesto. Ho chiesto, da Donna di sinistra e in qualità di vice presidente del Pd regionale il perché dovessimo regalare i giochi al Governo, voltando le spalle alla Regione Puglia che quei Giochi aveva contribuito a portare a Taranto. Alle 12.30, il provvedimento non era ancora arrivato e sono andata via per andare a prendere mia figlia da scuola. Questa è la mia colpa. Questa è la colpa di chi in consiglio comunale avrebbe dovuto rappresentare 1000 concittadini ed ha deciso di dare fiducia, ancora una volta, al capo dell’amministrazione che ho contribuito a far eleggere, insieme al mio partito“.
“Bisogna essere seri per fare politica” diceva Melucci accanto alla Schlein.
Era soltanto il 17 settembre scorso quando sul palco della Festa dell’Unità , cioè la festa del Pd, in Piazza Garibaldi a Taranto, Rinaldo Melucci ed Elly Schlein si erano “legati” con uno scambio di parole politicamente molto dolci. “Rinaldo, saremo sempre al tuo fianco“, diceva la Schlein. “C’è vita in questo partito”, le rispondeva sorridente e felice Melucci.. Un dialogo sdolcinato dopo che Melucci al congresso aveva tentato ancora una volta senza successo la sua “scalata” nel Pd ionico sostenendo la candidatura il nome di Stefano Bonaccini, cioè il rivale della Schlein. una scommessa quella del sindaco di Taranto giocata male con un risultato finale conclusosi ancora peggio.
Melucci successivamente ha aperto all’ingresso nella sua maggioranza ad Italia Viva, partito a cui – secondo finti a lui molto vicine – potrebbe aderire nei prossimi giorni. L’apertura ai neo-renziani aveva creato peraltro malumori nella coalizione di centrosinistra perchè due dei consiglieri di Iv, Massimiliano Stellato e Carmen Casula (a processo per truffa al Comune di Taranto !) , erano tra i 17 consiglieri che, nel novembre 2021, avevano depositato le dimissioni davanti a un notaio portando allo scioglimento anticipato del consiglio comunale.
“La mia opinione è che Melucci stia facendo bene il sindaco; se ne è andato dal Pd ma lo ha fatto in modo civile”. Questo il commento del presidente di Italia Viva, Matteo Renzi sull’ingresso del primo cittadino di Taranto Rinaldo Melucci. “Con il sindaco Melucci – ha continuato Renzi in aperta campagna elettorale per le prossime Europee – abbiamo un rapporto che è di lunga data. Rinaldo è un ragazzo che ha fatto molto bene, ci sono cose su cui siamo andati d’accordo e cose su cui siamo andati meno d’accordo ma è una persona che ho molto apprezzato per come ha impostato il suo rapporto con la città“.
Questa sera è stato diramato un comunicato stampa da Bari : “ Facendo seguito all’incontro avvenuto poche ore fa tra le Segreterie regionali del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e del Movimento Politico CON, rappresentiamo l’esigenza di tornare alla politica abbandonando percorsi amministrativi che non forniscano la giusta serenità nelle scelte che riguardano l’esecutivo che amministra la Città di Taranto. Disorientati purtroppo dalle periodiche rivisitazioni del suo governo, vorremmo intraprendere scelte che garantiscano stabilità a questa comunità che attraversa momenti e decisioni critiche. Lo dobbiamo ai cittadini. Confermeremo di conseguenza l’appoggio esterno a questa amministrazione fino a quando saranno proposti provvedimenti utili alla Città di Taranto e nella attesa che la condivisione delle iniziative politiche e delle scelte amministrative torni ad ispirare azione“, che è stato condiviso e firmato dai Segretari Regionali del Partito Democratico (Domenico De Santis), del Movimento 5 Stelle (Leonardo Donno) e del movimento politico regionale CON (Michele Boccardi) creatura politica di Michele Emiliano.
In pratica Rinaldo Melucci dopo la sua uscita dal Pd, di fatto non gode più in realtà della fiducia della maggioranza “politica” che lo aveva eletto, e del sostegno del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, stanco di dover sempre intervenire per sistemare i problemi “politici” causati dal Sindaco di Taranto. E la mancanza di un sostegno così importante, potrebbe mandarlo a casa in qualsiasi momento, a partire dell’approvazione del bilancio, nonostante le “stampelle” comprate a caro prezzo di alcuni dei consiglieri che nella sua prima consiliatura comunale, come Massimiliano Stellato (diventato nei giorni scorsi segretario regionale pugliese di Italia Viva), avevano firmato con le proprie dimissioni la sfiducia a Melucci facendolo decadere sei mesi prima della naturale scadenza del suo primo mandato di Sindaco.
Ma pur di mantenere la “poltrona” Melucci, dopo aver perso la sua partita principale, e cioè quella dell’organizzazione, ma sopratutto “gestione” dei Giochi del Mediterraneo 2026, oggi pur di sopravvivere a Palazzo di Città cerca alleanze anche con il diavolo con un vero proprio “scambio merce” (leggasi nomine ed incarichi clientelari). Lui che diceva: “Bisogna essese seri per fare politica”. Resta da capire se Melucci conosca realmente il significato della parola “serietà“, o se ancora oggi non abbia capito come si faccia politica. Ma probabilmente il pensiero di vedere raddoppiare il suo stipendio di sindaco, che passerà dagli attuali 5.205,89€ a 11.040€al mese , lo tiene incollato alla sua poltrona, ancor più di prima. Così come qualcuno potrebbe mai ipotizzare che i consiglieri comunali di Taranto che lo sostengono rinuncino al proprio stipendio attuale di 1.301,47 euro al mese, che dal 1 gennaio 2024 salirà a 2.760,00 euro al mese ?
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