di REDAZIONE MEDIA & TV
Dopo il post del direttore del TgLa7, Enrico Mentana, che su Facebook aveva scritto: “Mi vergogno mentre leggo che c’è chi ha chiesto di inserire i giornalisti tra le categorie con precedenza vaccinale”, Il presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, Carlo Verna, ha commentato: “Anima bella da salotto televisivo, il tuo è commento da casta che non viene spedita in assembramenti se non in ospedali”. chiarendo nel programma “Fatti e misfatti” su Canale 5 il senso della sua lettera di qualche settimana fa indirizzata al ministro della Salute, Roberto Speranza.
“Noi non siamo decisori. Quando si rappresenta la categoria si deve agire nei codici del buon padre di famiglia, che nel caso specifico sta nel diritto-dovere di rappresentare delle situazioni. È evidente che le situazioni non siano tutte uguali, è evidente che chi opera negli studi può usare certe precauzioni e diversa la situazione di chi opera negli ospedali, come chi ha seguito ad esempio la crisi di governo con tanti giornalisti assembrati nel palazzo. Abbiamo solo il dovere di rappresentare le situazioni. Se si tengono in considerazione le categorie io ho il dovere di rappresentare i rischi a cui sono esposti i colleghi. Nessuno di quelli che sono obbligati a fare a un lavoro dovrebbero essere messi nelle condizioni di rischiare. Io ho usato una formula molto sobria nella lettera al ministro Speranza, spiegando che sarebbe essenziale la collaborazione degli editori. Per il resto mi rimetto al decisore. Noi non siamo una casta non possiamo esserlo soprattutto per come sono trattati i colleghi più esposti che spesso vengono pagati con un compenso iniquo” ha scritto Verna.
Immediatamente e sempre via Facebook, è arrivata la replica di Enrico Mentana: “Dopo aver letto il mio post di questa mattina, il presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti Italiani, Carlo Verna, ha scandito una risposta non molto conciliante, ripresa dall’agenzia Ansa: “Anima bella da salotto televisivo, il tuo è commento da casta che non viene spedita in assembramenti se non in ospedali”. La stessa agenzia Ansa mi ha chiesto una replica. Eccola: “Annebbiato forse dalla paura, mi deve aver scambiato per un’altra figura professionale. Sono a capo di una redazione impegnata a ogni ora di ogni giorno. Ho quotidianamente la responsabilità del lavoro in esterna, sul campo, di decine di giornalisti e delle troupe con cui svolgono il loro servizio. Posso quindi con piena coscienza e cognizione di causa ribadire che mi vergognerei di ogni giornalista che pensasse di passare avanti agli ultrasettantenni, alle persone fragili, e a tante categorie più esposte, dagli operatori della nettezza urbana a quelli dei supermercati, che però non hanno il megafono di ordini professionali”. “Aggiungo qui, a scanso di equivoci e malizie, che mi vergognerei ancor di più di giornalisti che cercassero di evitare la vaccinazione”, ha concluso Mentana.