E’ stato il nostro giornale, il primo a pubblicare la fotografia “amichevole” fra Matteo Messina Denaro ed un medico M.P. della clinica La Maddalena (immediatamente da noi fatta pervenire agli inquirenti) , seguita all’indomani dal quotidiano La Verità. Da due giorni in tanti sono sulle tracce del sanitario immortalato in un selfie al fianco del superlatitante Matteo Messina Denaro. Il sanitario dopo la nostra pubblicazione ci ha ricoperto di minacce via social, facendoci scrivere da un legale, il quale non è molto informato ignorando che secondo consolidata giurisprudenza ed il Garante per la Privacy, il diritto di cronaca prevale su quello della privacy.
Cosa ci sia dietro quello scatto che risale a circa un anno fa si sa già abbastanza. È noto che quello accanto al boss è un medico, M.P. un giovane chirurgo che lavora presso la clinica La Maddalena. In tutte le foto pubblicate successivamente al CORRIERE DEL GIORNO su giornali, siti e televisioni il volto del medico è stato accuratamente mascherato. Il medico contattato dal CORRIERE DELLA SERA non ha voluto rilasciare dichiarazioni, comprensibilmente terrorizzato, sia per la sua vita che per il suo futuro professionale.
La clinica “La Maddalena” di cui è dipendente, in questi giorni ha totalmente tagliato i ponti con la stampa osservando un silenzio “granitico”blindato”, secondo quanto filtrato gli avrebbe chiesto chiarimenti e giustificazioni valutando una possibile azione disciplinare.
Nella imbarazzante caccia al nome del medico da parte degli inviati in Sicilia, nominativo che noi conosciamo perfettamente dallo scorso 16 gennaio, in molti hanno trascurato un dettaglio che è balzato subito nelle riflessioni degli investigatori, e cioè la presenza nella foto incriminata della faccia visibile del “boss” Matteo Messina Denaro. Cosa si celi dietro quella fotografia molto confidenziale probabilmente lo capiremo nel prosieguo dell’indagine. Il medico M.P. potrà sempre sostenere che non sapeva chi aveva accanto e chi si nascondeva dietro a quello che era conosciuto in clinica come il signor Andrea Bonafede.
Il CORRIERE DELLA SERA sostiene che “”non ci sarebbe nulla di male a fare un selfie con la persona che riceve le sue cure e magari era stato precedentemente operato da lui“. Quello che i colleghi del “CORRIERONE” non sono stati capaci di osservare e raccontare è che l’oncologo che aveva in cura il finto Andrea Bonafede al secolo Matteo Messina Denaro, era un altro e non quello che compare in quella fotografia. Ma la domanda molto più interessante, è un’altra.
Come mai un pericoloso latitante ricercato da 30 anni in Italia e all’estero si fa fotografare assieme ad una persona che di quello scatto può farne qualunque uso: ed infatti non a caso è arrivato persino ad un componente della famiglia del giudice Paolo Borsellino, a qualche magistrato ed al nostro giornale che per primo l’ha pubblicata ? Come mai Messina Denaro non si preoccupava che qualcuno potesse notare la straordinaria somiglianza con gli identikit del boss mafioso, realizzati dalle forze dell’ ordine ? Domande a cui stanno lavorando in procura.