Si aggravano ulteriormente le condizioni di salute del boss mafioso Matteo Messina Denaro, affetto da un tumore al quarto stadio, secondo le ultime notizie di oggi, 11 settembre 2023. Da circa una settimana il capomafia di Castelvetrano, è ricoverato nel reparto per detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. In questi giorni avrebbe ricevuto anche la visita di parenti e del suo legale, l’avvocata Lorenza Guattadauro, che è anche sua nipote. Messina Denaro viene sottoposto da tempo alla terapia del dolore e alla nutrizione parentelare. La situazione è sotto controllo anche se le condizioni sono ritenute “molto gravi”.
L’aggravarsi delle condizioni di salute rende molto complessa la gestione della vicenda da parte di sanitari, vertici e istituzioni competenti, che sono in continuo contatto. Messina Denaro è ricoverato da oltre un mese, in mezzo a ingenti misure di sicurezza, nella struttura ospedaliera dove era stato trasferito dal carcere di massima sicurezza dell’Aquila nel quale è recluso dal 17 gennaio scorso, il giorno dopo l’arresto in regime di 41 bis .
Da una settimana il boss mafioso è nella cella del reparto per detenuti per l’occasione ristrutturata: fino ad allora era stato curato in terapia intensiva. È sottoposto alla terapia del dolore e alla nutrizione parentelare per il sostegno fisico. Il tumore al colon di cui è affetto Messina Denaro è il secondo tipo di tumore più frequente nel nostro Paese ed è anche il secondo fra i più letali: la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi oggi si aggira attorno al 65%. Il ricorso alla chirurgia è di solito il primo passo e può essere sufficiente per aspirare alla guarigione definitiva, se la neoplasia viene individuata in stadio iniziale.
Matteo Messina Denaro era stato operato già due anni fa e, dopo la comparsa di metastasi al fegato, era stato sottoposto a un nuovo intervento chirurgico. “In caso di metastasi epatiche la chemioterapia è un trattamento standard per prolungare la sopravvivenza e contrastare i sintomi della patologia — spiega Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia medica all’ Ausl-Irccs di Reggio Emilia —. Viene di solito prescritta per diversi mesi e, in base allo specifico sottotipo di tumore presente in ciascun malato (se è presente una determinata mutazione genetica), si possono aggiungere o meno i cosiddetti farmaci a bersaglio molecolare per prolungare il tempo a disposizione dei pazienti”.