Il sistema di sorveglianza delle coste italiane sembra sempre di più un colabrodo e contribuisce a rendere la situazione sul fronte dei migranti ogni giorno sempre più più problematica. Una nuova riscoperta emergenza, dopo il blocco precedente imposto dall’ex-ministro dell’ interno Matteo Salvini, che non è stata affrontata a dovere dal Governo Conte bis in questi primi undici mesi di governo giallorosso (M5S-Pd, LeU) .
Sbarchi continui a ripetizione dalla Tunisia, hotspot nei porti del mediterraneo sempre più stracolmi con una capienza indegna 7/8 volte maggiori del massimo previsto, e fughe di massa dai centri di accoglienza.
Il Ministero dell’Interno non riesce a trovare una soluzione. Mentre l’attuale ministro reggente il Viminale, il prefetto Luciana Lamorgese, si trovava in missione in Tunisia per cercare di impostare una strategia condivisa innanzitutto per contrastare i traffici di esseri umani e le partenze dei migranti, altre imbarcazioni raggiungevano anche durante la notte il porto di Lampedusa , dove nell’hotspot vengono ospitate 726 persone rispetto dei 95 posti previsti e disponibili.
Oltre duecento persone sono scappate eludendo sorveglianza e controlli dal Cara di Caltanissetta in mattinata e nel pomeriggio dalla tendostruttura impiantata a Porto Empedocle dalla Protezione Civile dove erano stati collocati per la quarantena . Un controllo poco rigidi e rigorosi che hanno portato alla crisi attuale.
In serata il ministro Lamorgese parlando con il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, ha illustrato la propria strategia per affrontare crisi. La Lamorgese continua a garantire che la situazione è sotto controllo dal punto di vista sanitario e che, al largo di Lampedusa arriverà nei prossimi giorni una nave sulla quale i migranti sbarcati dovranno trascorrere le due settimane di quarantena obbligatoria. Difficilmente la “nave quarantena” affittata con procedura d’urgenza dal Ministero dell’ Interno, contribuirà a trovare una soluzione definitiva.
La Lamorgese ha inoltre sottolineato che da Lampedusa e da Porto Empedocle sono stati intensificati i trasferimenti verso altre strutture e che, entro domani, verrà completato lo spostamento di circa 520 migranti. Un’operazione senza i controlli necessari, rischia poi di aprire un altro fronte di emergenza sui territori nei quali i migranti verranno trasferiti , come è accaduto nelle settimane passate in varie parti d’Italia,
A controllare i centri di accoglienza saranno inviati i militari dell’ Esercito Italiano impegnati nell’operazione “Strade sicure”, i cui compiti però non potranno andare oltre la vigilanza, e quindi legittimo chiedersi in definitiva a cosa servano !
Osservando con freddezza quanto accade e le soluzioni attuate giorno dopo giorno, si ha la sensazione che al Governo ed in particolar modo al Viminale non si abbia una strategia complessiva e adeguata ad affrontare quanto sta accadendo.
La situazione attuale amplificata dal timore per la diffusione del contagio da Covid, priva di una gestione complessivamente efficace, nonostante le solite roboanti a dichiarazioni di buone intenzioni, rischia di condurre il problema al collasso. L’opposizione è assai critica, con il leader della Lega, Matteo Salvini che ha rilanciato l’allarme degli ultimi giorni “L’Italia è in pericolo”, le parlamentari di Forza Italia alla Camera Mara Carfagna e Mariastella Gelmini hanno sottolineato che “il governo
ha il dovere di assicurare sorveglianza e sicurezza nei Cara” mentre il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, esponente di Fratelli d’Italia, ha espresso tutta la sua preoccupazione anche per “il possibile trasferimento in massa dalla Tunisia verso l’Italia”.
Adesso il caso potrebbe trasformarsi in affare di Governo. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio affidato a Facebook, con il quale pur ringraziando “diplomaticamente” la Lamorgese “per il lavoro che sta svolgendo”, ha parlato di “regole uguali per tutti, migranti e italiani”, di “questione di salute pubblica” affondando il colpo finale : “Lo Stato ha il dovere di occuparsi di questo genere di problemi”.
Un messaggio questo che ha raggiunto la Lamorgese al suo rientro da Tunisi, dove ha incontrato il presidente della Repubblica, Kais Saied, e il ministro dell’Interno uscente, Hichem Mechichi, aim quali ha esternato “le forti preoccupazioni italiane” a causa dell’incremento degli arrivi via mare dalla Tunisia, primo Paese di provenienza dei migranti. Dal 1 gennaio a oggi ammonta a 4.354 il numero degli immigrati sbarcati illegalmente in Italia,, equivalenti al 36 per cento delle nazionalità dichiarate (fonte: Ministero dell’ Interno) , e nella stragrande maggioranza dei casi approdati a Lampedusa.
“Bloccarli alla partenza” è il solito dogma politico della sinistra anche perché riuscire a fermare i barchini e i gommoni che nel giro di qualche ora dalla costa tunisina raggiungono quella italiana “è tecnicamente impossibile”, sostengono erroneamente dal Viminale. Una questione problematica serissima “che rischia di diventare troppo onerosa per le casse dello Stato” e che, basandosi sui buoni rapporti consolidati da tempo e sulle intese commerciali con l’Italia, “va affrontata con le armi della crisi economica”, in atto nel Paese da tempo e tra le cause principali dell’ondata di partenze che potrebbe abbattersi sul nostro Paese.
“La Tunisia conti sull’Italia per avviare la ripresa, ma si impegni a contrastare l’attività dei trafficanti”, questo il senso dell’intervento della Lamorgese, che ha ottenuto rassicurazioni dal presidente Said “su una intensificazione dei controlli alle frontiere marittime”. Il ministro dell’interno ha riferito al Governo tunisino che l’Italia è pronta ad offrire pieno supporto anche mediante formule più efficaci di collaborazione pur di riuscire a sorvegliare le imbarcazioni dei trafficanti in partenza dalla costa africana.
Impegni questi assunti dal Ministro Interno Lamorgerese che in poche parole significa fornire al Governo tunisino, strumenti tecnologici e stanziare risorse per addestrare la gendarmeria tunisina, e quindi impegnare svariati milioni di euro.
Tutto ciò mentre l’ Italia vive l’ennesima emergenza migranti. Sulle spalle dei contribuenti italiani ed a loro rischio sanitario