ROMA – Si è tenuto nei giorni scorsi a Malta il vertice europeo sull’immigrazione a cui hanno partecipato i ministri dell’Interno di Francia, Germania, Malta e Finlandia (in qualità di presidente europeo di turno) nonché del commissario Dimitris Avramopoulos. “Speriamo che i lavori vadano bene – ha commentato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, al suo arrivo al Forte Sant’Angelo -. Abbiamo buone prospettive ma ne parliamo dopo“.
Il mandato del ministro dell’Interno Lamorgese, alla sua prima uscita pubblica dopo gli incontri bilaterali con i suoi colleghi tedesco e spagnolo, è quello di tutelare le richieste dell’Italia. Fino a paventare il diritto di veto se l’Italia non la spunterà su quelli che ritiene essere i due punti irrinunciabili dell’accordo: che la ricollocazione interessi tutti i richiedenti asilo e che i rimpatri siano a carico dell’Europa.
E’ importante limitare la redistribuzione soltanto ai migranti che hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiato o la protezione internazionale significherebbe infatti ridurre il campo a poche centinaia di persone , basandosi ad esempio sui numeri degli sbarchi in Italia nel 2019, mentre, considerato che chiunque arrivi sul territorio europeo ha diritto a chiedere asilo, allargare la redistribuzione a tutti i richiedenti asilo vuol dire, di fatto, estenderla anche ai migranti economici, che sono ormai l’85 per cento di chi sbarca.
Il secondo punto irrinunciabile per l’Italia, che si farebbe carico della prima accoglienza per non più di quattro settimane insieme a Malta come Paese di approdo , è quello che sia l’Europa, con Frontex, a farsi carico dei rimpatri come sollecitato nei giorni scorsi anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il nuovo Governo Conte dopo la stagione dei porti chiusi di Salvini non vuole mollare sulla linea del rigore e chiede una rotazione dei porti di sbarco delle navi ong ed il preventivo accordo con un numero congruo di Paesi disponibili ad accogliere le persone soccorse. Francia e Germania che sono i Paesi a cui appartengono la maggioranza delle Ong impegnate nei salvataggi in mare, da Sos Mediterranee a Medici senza frontiere, da Sea Watch a Sea Eye) sono pronte a farsi carico ognuna del 25% degli sbarcati. Per Roma e La Valletta la disponibilità franco-tedesca non è abbastanza, tanto più che l’offerta di Parigi sarebbe limitata ai soli richiedenti asilo.
Nei giorni scorsi Conte ha pressato su questo tema il presidente francese Emmanuel Macron, in visita a Roma, mentre Lamorgese ha discusso a Berlino con il collega tedesco Horst Seehofer. Un impulso positivo arriverebbe dall’aumento del numero dei Paesi disponibili a far parte del meccanismo automatico di ripartizione, cosa che ridurrebbe il peso per ognuno dei ‘volenterosi’: alle ultime ripartizioni hanno partecipato ad esempio Portogallo, Irlanda, Lussemburgo. Si tratterebbe di pensare ad incentivi per favorire la partecipazione e sanzioni per chi rifiuta le quote (gruppo Visegrad in testa).
“Oggi a Malta si discuterà per la prima volta, insieme a Francia e Germania e alla Commissione Ue, la grande novità dei meccanismo di redistribuzione automatica dei migranti, per evitare che a ogni sbarco segua un negoziato come è accaduto finora” – ha detto il ministro degli Affari Europei Enzo Amendola a ‘Start‘, su SkyTg24. “Il problema principale resta cambiare il regolamento di Dublino, ma a Malta ci sarà un primo passo importante: dopo 15 mesi di litigio ci si siede ad un tavolo con i partner europei”.
Per Amendola la “solidarietà” tra i Paesi europei per condividere gli oneri degli sbarchi con Italia e Malta “è il primo passo”, ma poi ha aggiunto “serviranno anche nuovi meccanismi per affrontare un fenomeno strutturale, come i corridoi umanitari per i richiedenti asilo proposti dalla presidente della Commissione von der Leyen“.