Il consigliere comunale Angelo Bonelli avrebbe ricevuto minacce di morte questa mattina, giovedì 21 agosto attraverso una telefonata ricevuta da un numero sconosciuto. E’ quanto ha reso pubblico attraverso un suo post pubblicato sul social network Facebook. il rappresentante dei Verdi ha quindi allertato immediatamente il questore di Taranto affinchè che la telefonata venga rintracciata.
La telefonata sarebbe stata effettuata alle 8:35 ed una voce maschile chiedeva di parlare in inglese, ma data il rifiuto del consigliere comunale gli avrebbe detto «lei ha preso soldi a Taranto, e sua vita ha ore contate». Chiudendo la conversazione. Bonelli, che su Facebook ha ricostruito i 50 secondi di telefonata, si è rivolto Polizia. Il 5 marzo scorso Bonelli, che ad onor del vero ha condotto diverse battaglie contro l’inquinamento nel capoluogo ionico, ha ricevuto una lettera anonima durante il consiglio comunale di Taranto, con all’interno un coltello a serramanico e la scritta: «Te lo mettiamo in gola. Via da Taranto bastardo».
I Verdi della provincia di Taranto hanno espresso la loro solidarietà «all’uomo, al politico, all’ecologista, all’amico Angelo Bonelli che tutti i giorni è in prima fila e lotta sul campo contro l’inquinamento, per la salute degli esseri viventi, per la tutela del territorio, per la legalità e la giustizia, per la buona e sana politica, – si legge in una nota del movimento- mettendo a rischio la propria vita per aver denunciato, con la battaglia sull’inquinamento a Taranto, gli equivoci schifosi tra la cattiva politica e i poteri economico-industriali che speculano vigliaccamente sulla pelle dei cittadini».
Da notare che la denuncia di quanto sarebbe accaduto avviene stranamente proprio dopo gli attacchi di Bonelli al Comune di Taranto in merito alla vicenda “Tempa Rossa”. “Non è la prima volta – ha dichiarato l’assessore all’ Ambiente Baio – che il Consigliere Bonelli fa ricorso alla calunnia per esprimere e divulgare notizie fantasiose frutto del suo repertorio politico. Quanto di più falso che con forza restituiamo al mittente con preghiera di riflessione profonda. E’ giusto a questo punto rinfrescare la memoria recente al Consigliere dei Verdi sull’argomento Tempa Rossa. In data 10 luglio 2014 in qualità di Assessore all’Ambiente, delegato dal Sindaco, ho partecipato in Roma presso, il Ministero delle Infrastrutture, ad una riunione convocata dal sottosegretario On. Del Basso De Caro. In quella occasione, forte anche della posizione politica del Consiglio Comunale del 1 ottobre 2012, ho espresso un netto parere negativo sul Progetto Tempa Rossa, le cui motivazioni, sono state puntuali e dettagliate e sono le stesse che ho relazionato in Consiglio Comunale nella seduta del 14 luglio 2014, intervento che è stato applaudito anche dai signori ambientalisti presenti tra il pubblico».
«Nella stessa assise – ha ricordato l’assessore – il Consiglio Comunale approvò all’unanimità altri due documenti presentati dalle opposizioni e si addivenne alla decisione finale di dare mandato al sottoscritto di elaborare un unico documento dei tre approvati che fosse la sintesi completa da inviare al Ministero delle Infrastrutture per la Conferenza dei Servizi fissata per il 30 luglio 2014 in Roma, Conferenza che avrebbe poi prodotto la cosiddetta V.I.A., trasformata in Decreto dal Ministro. Si riconfermava in tale documento il parere negativo dell’Amministrazione Comunale al Progetto Tempa Rossa. Questa Conferenza dei Servizi, è stata rinviata a data da destinarsi, presumibilmente nella prima decade di settembre. E’ bene quindi chiarire che il Sindaco di Taranto non ha partecipato ad alcuna riunione romana né tantomeno il suo delegato in quella circostanza ha concordato alcuna strategia segreta per non opporsi al Progetto Tempa Rossa. Il parere negativo così formalizzato è stato inviato al Ministero delle Infrastrutture in data 13 agosto 2014. Questo documento finale, peraltro, è stato pubblicato sul sito ufficiale del Comune di Taranto ed è quindi fruibile a tutti i cittadini».
Resta un grosso dubbio sulla vicenda delle presunte minacce telefoniche Chiunque sa che una telefonata può essere rintracciata, e quindi solo uno stupido che realmente vuole fare una minaccia usa il telefono. In passato infatti vi sono stati dei politici che si sono mandati da soli delle minacce per avere la scorta. Ci auguriamo e siamo certi che la Polizia di Stato faranno di tutto per verificare ed accertare l’accaduto in brevissimo tempo.