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22 Novembre 2024 00:08

“Mixer” torna in tv: venti puntate con il meglio di vent’anni di interviste di Giovanni Minoli: da Bettino Craxi a Monica Vitti

Il programma trasmesso da RAITRE si chiamerà "Mixer - 20 anni di televisione", un nero e proprio viaggio di Giovanni Minoli nel suo programma più innovativo (che andò in onda dal 1980 al 1998), con una prima stagione di 20 puntate dedicate al meglio degli anni '80. La seconda stagione proporrà il meglio degli anni '90, al via da oggi 12 gennaio, ogni giovedì in seconda serata e dal 18 gennaio anche il mercoledì alle 21.15 su Rai Storia
di Alessandra Monti

Torna in tv la famosa trasmissione “Mixer, ideata e condotta da Giovanni Minoli che ha fatto la storia del giornalismo televisivo in Italia. Un format famoso perché ha saputo trattare e approfondire con totale indipendenza professionale decine di protagonisti del panorama politica, culturale e sociale del nostro Paese e del resto del mondo, intervistando da Enrico Berlinguer a Henry Kissinger, da Monica Vitti a Josè Luis Borges, da Bettino Craxi al Dalai Lama, passando fra gli altri per David Bowie, Marisa Bellisario, Pietro Valpreda, lo stilista Valentino Garavani, ma anche, fra gli altri, gli interventi comici di Paolo Villaggio nei panni della sindacalista Gemma Pontini, ispirata a Nilde Iotti.

Quale il personaggio più complicato da intervistare? Enrico Berlinguer: la trattativa è durata quattro mesi, perché i comunisti non volevano che me la rilasciasse e inoltre non voleva rispondere a domande private. È stato grazie all’aiuto della figlia Maria che sono riuscito a realizzarla… uno scoop assoluto”. Perché la scelta di comparire in video nella penombra? “È come guardare dal buco della serratura“. E l’intervista più pericolosa ?Quando andai a intervistare il presidente Ortega appena nominato, grazie alla complicità di una sua fidanzata clandestina, ho avuto paura della rivoluzione che stava accadendo in quel momento e mi sono chiesto: perché devo morire in Nicaragua?“.

“Abbiamo fatto in 20 anni 500 puntate di Mixer, ha detto Minoli aggiungendo che “per tirarne fuori 20te puntate ho dovuto sacrificare molto. Il filo seguito è quello dei vari anni: si parte con il 1980 e i faccia a faccia fra gli altri con Paolo Rossi e Bruno Giordano (che era nel pieno lo scandalo del calcioscommesse); Marco Pannella; Umberto Terracini, “padre” della Costituente, e Giovanni Torrisi, allora capo di Stato Maggiore della difesa che poi si scoprì essere fra i membri della P2. Ma anche, fra gli altri, un’inchiesta su Islam e burka; le interviste di Leo Benvenuti a Monica Vitti, Alberto Sordi e Ugo Tognazzi; quelle di Gianni Minà a Adriano Celentano, Lucio Dalla, Gianni Morandi, Francesco De Gregori e Pino Daniele.

Il programma trasmesso da RAITRE si chiamerà  “Mixer – 20 anni di televisione“, un nero e proprio viaggio di Giovanni Minoli nel suo programma più innovativo (che andò in onda dal 1980 al 1998), con una prima stagione di 20 puntate dedicate al meglio degli anni ’80. La seconda stagione proporrà il meglio degli anni ’90, al via da oggi 12 gennaio,  ogni giovedì in seconda serata e dal 18 gennaio anche il mercoledì alle 21.15 su Rai Storia.

“La forza di Mixer è stata quella di raccontare sempre la verità – ha detto Minoli nella conferenza stampa di presentazione – su un’Italia che era diventata una delle maggiori potenze industriali e culturali del mondo“. Secondo il giornalista un Paese “che non ha memoria non ha futuro“, basti pensare che “questo materiale stava chiuso da 45 anni nelle cineteche. Si tira fuori solo qualche faccia a faccia quando muore un personaggio“. Minoli invece lo ha voluto restituire al pubblico televisivo nella sua anima ed identità di rotocalco televisivo: “È un programma che riflette il senso che do al servizio pubblico, al fare tv. Per me vuol dire stare dalla parte del cittadino, non considerandolo solo un consumatore”.

Secondo Giovanni Minoli oggi “la stupidità è diventata vincente. Invece la Rai nella quale abbiamo lavorato noi era pluralista aveva il gusto delle opinioni diverse“. Minoli ripropone il suo “Mixer” con un nuovo sguardo “dedicato soprattutto al pubblico più giovane di cui ci dobbiamo prenderci più cura” non ha voluto aggiungere nessun commento, in quanto mostrando semplicemente “i documenti e le persone, ognuno si farà la propria idea“. Mixer spiega Minoli ha innovato molto dal punto di vista del linguaggio e tecnologico . Ho avuto fortuna, sono incappato in un momento in cui nascevano il telecomando e le tv private. Io ho pensato allora di integrare il telecomando nel racconto, e per quanto riguarda le tv private, dove loro mettevano la pubblicità noi mettevamo il pezzo migliore”.

Questa “non è un’operazione nostalgia – ha sottolineato Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Cultura, che produce il programma con collaborazione con Radio Rai -. “Minoli ci ha offerto di ritrovare la contemporaneità e straordinarietà di Mixer con nuovi intrecci narrativi”. Ogni faccia a faccia “ha dietro una storia” ha commentato l’ex direttore di Rai 3

Da quello con il capo della Cia Stansfield Turner ha raccontato Giovanni Minoli – che interruppe l’intervista per poi essere convinto a tornare, al politico israeliano Yitzhak Shamir che tirò addosso a Minoli l’auricolare dopo una domanda particolarmente dura. Il personaggio più deludente? “Ted Kennedy. Quando mi disse di non voler parlare dei fatti di Chappaquiddick che gli costarono la corsa alla presidenza, me ne sono andato“. Mentre tra le interviste che più l’hanno colpito sicuramente”quella con Marguerite Yourcenar.

Minoli amerebbe riproporre anche un altro dei suoi programmi simbolo, “La storia siamo noi”, ma spiega che è’è una discussione che non si sblocca per una questione di soldi: “La Rai non mi ha fatto ancora una proposta per acquisire i miei diritti. Io sono molto premuto delle offerte di altri network, ma proprio per il mio legame con il servizio pubblico, vorrei che restasse in Rai”. 

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