TARANTO – Il procuratore aggiunto Maurizio Carbone ed il sostituto procuratore della repubblica Enrico Bruschi della Procura di Taranto hanno formulato richiesta al Gip del tribunale jonico il giudizio immediato per l’ex presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano (esponente di Forza Italia), per Pasquale Lonoce di San Marzano di San Giuseppe, amministratore di fatto dell’ azienda 2Lecologica Srl, operante nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, per Lorenzo Natile dirigente del quarto settore Pianificazione e Ambiente della Provincia di Taranto, e per Roberto Venuti procuratore speciale della società Linea Ambiente Srl proprietaria della discarica di Grottaglie, che comunque restano nel proprio stato di detenzione.
I reati contestati sono, a vario titolo, di “corruzione“ che viene contestata ai quattro indagati, in concorso con tre figli di Lonoce, e “turbata libertà degli incanti” nei confronti di Tamburrano e Lonoce, in concorso con Cangialosi e Natuzzi.
I quattro vennero arrestati e portati in carcere dalla Guardia di Finanza lo scorso 14 marzo a seguito dell’ordinanza di arresto convalidata dal Gip dr.ssa Vilma Gilli nell’ambito di un’indagine che portò alla lucegrazie ad una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali gli affari illeciti e accordi corruttivi della “cricca” che manovrava al di fuori della legalità ottenere per l’autorizzazione e l’ampliamento della discarica Torre Caprarica di Grottaglie e per aggiudicarsi la gara d’appalto per i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti del Comune di Sava. poi revocato in autotutela dall’ente comunale savese guidato dall’ Avv. Dario Iaia.
Proseguono invece le indagini per gli altri indagati Rosalba Lonoce (figlia di Pasquale), l’ingegnere Federico Cangialosi ex presidente dell’ Amiu di Taranto , e Mimmo Natuzzi direttore tecnico dell’Amiu nelle sue vesti di presidente e membro della Commissione di gara per la Raccolta di Rifiuti Solidi Urbani nominata dal Comune di Sava , tutti finiti agli arresti domiciliari, e nei confronti di Antonio Albanese, ( a lato nella foto) presidente del Gruppo CISA di Massafra, che rivelò alla “cricca” attraverso il Venuti che venivano intercettati dalla Guardia di Finanza.