TARANTO – E’ stata fissata dal giudice Vilma Gilli la data della prima udienza dinnanzi al Tribunale di Taranto, per i quattro imputati dell’inchiesta “T-Rex” (da noi ribattezzata “Monnezzopoli“) , che avrà come protagonista “principale” l’ex presidente della Provincia Martino Tamburrano, imputato nella richiesta di giudizio immediato avanzata ed ottenuta dalla Procura di Taranto.
Il prossimo 4 novembre i quattro imputati Tamburrano, Lonoce, Natili e Venuti “principale” che si trovano attualmente agli arresti domiciliari, dovranno comparire dinnanzi al giudice, a meno che non decidano di optare per la scelta del rito abbreviato, che prevede in caso di condanna la pena ridotta di un terzo, secondo quanto previsto dal Codice.
La decisione del giudice Gilli, è arrivata pochi giorni dopo ad un altro suo stesso provvedimento con il quale aveva concesso, nonostante il parere ostativo della Procura, il beneficio degli arresti domiciliari ai quattro imputati che erano in carcere dal 14 marzo scorso, a seguito della richiesta di giudizio immediato cautelare, avanzata dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone e dal pm Enrico Bruschi titolare del fascicolo d’indagine.
I magistrati nella loro richiesta hanno messo in evidenza le contestazioni rivolte ai quattro imputati che all’epoca furono destinatari della misura cautelare firmata sempre dal gip Gilli, , e cioè l’ex presidente della Provincia di Taranto, Martino Tamburrano (esponente politico di Forza Italia), l’imprenditore sanmarzanese Pasquale Lonoce, quale “amministratore di fatto” della società 2Lecologica srl, Lorenzo Natile, ex dirigente del quarto settore Pianificazione e Ambiente della Provincia di Taranto, e quindi Roberto Natalino Venuti procuratore speciale della società Linea Ambiente srl .
Il procedimento si basa su due ipotesi di corruzione, una delle quali contestata ai quattro, l’altra ed una di turbativa d’asta, contestata soltanto agli imputati Tamburrano e Lonoce (accanto nella foto)
La procura di Taranto avanzando ed ottenendo la richiesta del rito immediato cautelare, ha voluto “blindare” le evidenze probatorie acquisite nel corso dell’attività investigativa condotta dalla Guardia di Finanza, sulle quali vertono le contestazioni di “concorso in corruzione“, ritenute strumentali e funzionali all’autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Taranto, per l’ampliamento della discarica di Torre Caprarica nell’area di Grottaglie, ottenuta grazie all’intervento decisivo e corruzione di Martino Tamburrano, e per l’affidamento del servizio di igiene urbana e ambientale del Comune di Sava, appalto aggiudicato attraverso la corruzione dei due componenti della commissione aggiudicatrice Cangelosi e Natuzzi, sempre grazie all’interessamento di Tamburrano, appalto questo che è stato successivamente revocato in autotutela dall’amministrazione della cittadina jonica.
Sono stati questi in fatti i principali appalti d’interesse di Venuti e Lonoce, e che erano al centro del giro di tangenti che aveva come “regista” e destinatario finale Martino Tamburrano.
La richiesta dell’immediato cautelare chiesto ed ottenuto dalla Procura, aveva indotto i legali difensori di Tamburrano a rinunciare alla discussione del ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Taranto, per cercare ottenere la sostituzione della misura cautelare.
Nel frattempo proseguono senza sosta le indagini della Guardia di Finanza coordinata della procura per altri filoni dell’inchiesta che riguardano altri ipotesi di reato, che da mesi non lasciano dormire tranquillamente alcuni politici e faccendieri locali che erano in contatto e facevano affari con la “cricca” capeggiata da Tamburrano.