Si svolgerà il prossimo 13 settembre la prima udienza del processo sul secondo troncone di indagine della Guardia di Finanza . È stato il giudice Fulvia Misserini a disporre il rinvio a giudizio richiesto dalla procura sulla vicenda che aveva portato all’arresto e poi alla condanna di primo grado dell’ex presidente della Provincia e sindaco di Massafra Martino Tamburrano ad oltre 9 anni di reclusione in quanto riconosciuto colpevole di aver ottenuto tangenti dalla società bresciana Linea Ambiente per concedere l’autorizzazione all’ampliamento della discarica “La Torre – Caprarica“. L’ex primo cittadino di Massafra si era sempre proclamato innocente.
Ma c’è anche un altro sindaco, Giuseppe Tarantino primo cittadino di San Marzano di San Giuseppe, chiamato a rispondere delle accuse di aver richiesto e ottenuto posti dei di lavoro dall’imprenditore Pasquale Lonoce (assistito dall’ avv. Michele Laforgia del foro di bari) durante la campagna elettorale del 2018 per la sua elezione a primo cittadino. Secondo le evidenze investigative Tarantino avrebbe fornito all’imprenditore, al quale è riconducibile la società intestata ai suoi famigliari, che gestiva la raccolta di rifiuti nel comune di San Marzano, i nominativi delle persone da assumere in modo da aumentare il proprio consenso elettorale.
Ad allertare la “cricca” dei tangentisti e monnezzari, di essere sotto intercettazione della Guardia di Finanza, secondo le indagini ed accertamenti della procura sarebbe stato Antonio Albanese, presidente della CISA spa di Massafra, ed attuale co-editore del quotidiano barese La Gazzetta del Mezzogiorno di cui detiene il 50% della società editrice EDIME srl, giornale che si è ben guardato di riferire ai propri lettori tale circostanza.
Sono finiti a processo anche l’ex sottufficiale dei carabinieri ora in pensione Antonio Bucci (assistito dall’ avv. Gaetano Vitale) poichè pur essendo a conoscenza dell’illecito legato all’affare discarica “La Torre – Caprarica”, mentre era ancora in servizio per l’ Arma dei Carabinieri, non avrebbe fatto nulla di quanto avrebbe dovuto per interrompere il giro di corruzione e tangenti la vicenda.
A processo sono finiti anche il concessionario di automobili Antonio D’Elia e l’ingegnere Federico Cangialosi, il dirigente AMIU Taranto spa Cosimo Natuzzi (assistito dall’ avv. Egidio Albanese) questi ultimi due, membri di una commissione di gara del Comune di Sava estraneo ai fatti e parte lesa, i quali secondo la procura, su “sollecitazione” con promessa di compenso in denaro, ricevuta da Martino Tamburrano avrebbe attribuito un punteggio alla società di Lonoce affinché vincesse la gara per il servizio di igiene urbana al Comune di Sava, gara che venne annullata in autotutela dal sindaco in carica all’epoca dei fatti Avv. Dario Iaia attualmente eletto deputato di Fratelli d’ Italia. Il rinvio a processo ha colpito anche Pietro Accolla, Giacomo Santoro, ed il funzionario dell’ente provinciale Lorenzo Natile accusato in questo troncone d’inchiesta di corruzione per aver favorito Antonio D’elia per ottenere la patente di guida per automezzi pesanti.