Pratiche aggressive. I procedimenti dell’ Antitrust erano stati avviati a luglio 2015. L’Antitrust si è avvalsa anche del parere dell’Autorità dell’energia sia per l’attività ispettiva del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di finanza. A definizione della sua istruttoria, l’Agcm ha verificato ed accertato che le cinque società hanno posto in essere una prima pratica commerciale aggressiva, cioè la gestione inadeguata delle istanze e delle comunicazioni di clienti finali che lamentavano la fatturazione di consumi di elettricità o di gas naturale divergenti da quelli effettivi. Questa omissione era dovuta a delle mancanze di trasparenza del processo di fatturazione, a dei malfunzionamenti dei sistemi informatici (chiaramente a favore dei gestori) ed alla omessa mancata sospensione delle attività di riscossione nell’attesa di una risposta chiara, puntuale ed esaustiva (sollecito, messa in mora e distacco, talvolta senza preavviso). Nel caso di conguagli di elevato importo, inoltre, le imprese non avevano adottato misure per attenuare l’impatto della bolletta, senza informare adeguatamente gli utenti sulla possibilità di rateizzare né sui termini di pagamento più lunghi.