Mentre è in corso il terzo incontro di negoziato che si svolge a Belovejskaïa Pouchtcha, luogo di frontiera tra Bielorussia e Polonia, fra le delegazioni del governo ucraino e quello russo. I due precedenti incontri, ospitati sempre dalla Bielorussia, si sono tenuti il 28 febbraio ed il 2 marzo. Secondo quanto riporta la Tass, il negoziatore russo Leonid Slutsky in un’altra dichiarazione a Russia-24 ha detto che “durante il secondo round, la parte ucraina ha dimostrato capacità negoziale” ed aggiunto “Si rendono conto che è in gioco la vita della popolazione, questa è la nostra comune priorità”.
La Russia è pronta a fermare le ostilità “in qualsiasi momento” se Kiev rispetta le condizioni poste da Mosca ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass. Le richieste da parte di Mosca sono sempre le stesse, ribadite anche oggi da Putin nella telefonata al presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, riguardo a quella che viene definita la “denazificazione e smilitarizzazione” dell’Ucraina, il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea e dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk.
Il presidente ucraino Volodimir Zelensky ha risposto al Cremlino chiarendo “di non accettare ultimatum” per fermare l’invasione e ha chiesto al suo omologo russo, Vladimir Putin, di “uscire dalla sua “bolla e consentire il dialogo“. Lo ha fatto in un’intervista all tv americana Abc, rispondendo ad una domanda sulla proposta di Mosca di interrompere l’offensiva se Kiev rinuncia all’adesione alla Nato, riconosce la Crimea come territorio russo e riconosce l’indipendenza del Donbass. “Questo è un altro ultimatum e non siamo per gli ultimatum” ha avvertito.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha chiesto a Vladimir Putin “di fermare immediatamente le ostilità e assicurare il passaggio umanitario sicuro e l’accesso agli aiuti”. È quanto riporta lo stesso Michel su tweet riferendo del suo colloquio telefonico con il presidente russo durante il quale ha anche “sottolineato la necessità di garantire la sicurezza delle centrali nucleari durante le ostilità in Ucraina”. “Abbiamo convenuto di mantenere ulteriori contatti” ha concluso Michel che in un altro tweet ribadisce che “la Ue condanna nei termi più forti possibili l’aggressione russa dell’Ucraina“.
L’oligarca russo Oleg Deripaska, considerato molto vicino al presidente Vladimir Putin, ha scritto su Telegram che “è necessario giungere alla pace il prima possibile“. Rispondendo a un commento dello storico israeliano Yuval Noah Harari sull’invasione russa dell’Ucraina, il miliardario russo ha concordato sul fatto che “abbiamo bisogno di pace”. Deripaska, nell’aprile del 2018 è stato colpito dalle sanzioni del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’ America, ha aggiunto che dopo il conflitto “il mondo intero sarà diverso e la Russia sarà diversa“.
Sono 406 i civili che hanno perso la vita in Ucraina dall’inizio dell’aggressione militare russa. Lo rende noto l’Agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani, aggiungendo 801 feriti al bilancio delle vittime della guerra. Il numero reale, fa notare l’Onu, potrebbe essere maggiore.
La Nato nel frattempo “per la prima volta ha attivato la Response Force sul fianco esterno“ tenendosi pronta ed allarmata “ad affrontare ogni genere di minaccia” ha dichiarato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, in conferenza stampa congiunta a Riga con il primo ministro lettone Arturs Krisjanis Karins. Altri 400 militari Usa arriveranno in Lituania “nei prossimi giorni“. Blinken ha ricordato che “gli Stati Uniti hanno schierato altre 7mila truppe in Europa, riposizionando le forze per rafforzare il fianco orientale della Nato“. Il segretario di Stato americano ha poi ribadito che Washington consideri “impegno sacrosanto” quello dell’articolo 5 dell’Alleanza Atlantica, “un attacco contro uno di noi è un attacco contro tutti”. Al momento vi sono già circa 500 soldati americani in Lituania, dove si trovano anche militari tedeschi con la Germania che guida il battlegroup di stanza nella base di Rukla, che recentemente ha ricevuto rinforzi.
Gli Stati Uniti stanno considerando l’ipotesi di fornire sistemi di difesa aerea agli alleati della Nato nell’Europa orientale mentre aumenta il timore che i russi possano prendere in considerazione il lancio di missili contro il fianco orientale dell’alleanza. Lo ha riferito un funzionario statunitense alla Cnn. Non esiste ancora un piano specifico, ma l’idea è incentrata sulla preoccupazione che i missili o gli aerei russi possano deliberatamente attaccare obiettivi all’interno del territorio della Nato, ha spiegato il funzionario.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha accusato di ipocrisia la Russia per aver organizzato corridoi umanitari in Ucraina che consentono lo spostamento dei cittadini verso il territorio russo. “Non conosco molti ucraini che vogliano rifugiarsi in Russia. Questa è ipocrisia“, ha detto Macron in un’intervista a Lci. L’ambasciatrice britannica ha lasciato l’Ucraina.
“Abbiamo bisogno di jet e di una no fly-zone il prima possibile”, è l’appello all’Occidente dell’ex presidente ucraino Petro Poroshenko in collegamento con la Cnn dalle strade di Kiev. “Putin è un macellaio e sta massacrando i civili di proposito” , ha detto, avvertendo che la guerra della Russia è “anche contro l’Europa e gli Stati Uniti. Putin non si fermerà“.
Almeno 150 giornalisti hanno lasciato la Russia, dove le nuove leggi rendono impossibile la libertà di stampa. Lo scrive il Moscow Times, citando il sito Adentsvo che ha contattato 17 redazioni. Per quanto riguarda i media russi, sono partiti quasi tutti i giornalisti della redazione moscovita del sito di notizie Meduza, circa 20 persone, e diversi colleghi dell’emittente Dozhd, la radio Ekho Moskvy e il quotidiano Novaya Gazeta diretto dal premio Nobel Dmitri Muratov.
Il procuratore generale degli Stati Uniti Merrick Garland si è unito ai ministri della giustizia di diversi paesi alleati per chiedere che l’Interpol sospenda immediatamente la Russia dall’accesso ai suoi sistemi, come ha reso noto il portavoce del Dipartimento di Giustizia Anthony Coley che ieri sera ha twittato che Garland, insieme ad altri ministri della giustizia di quello che è noto come il “Five Country Ministerial” composto da Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Australia e Nuova Zelanda, hanno invitato l’Interpol e il suo comitato esecutivo “a decidere questa settimana sulla sospensione immediata dell’accesso della Russia ai suoi sistemi”.
Anche il ministro dell’Interno britannico Priti Patel domenica sera via Twitter ha scritto: “Le azioni della Russia sono una minaccia diretta alla sicurezza delle persone e alla cooperazione internazionale delle forze dell’ordine”.
Interpol, che sta per International Criminal Police Organization, è un’agenzia globale che ha sede a Lione in Francia, che facilita la collaborazione della polizia nei suoi 195 paesi membri nelle indagini penali. L’ Interpol emette i cosiddetti avvisi rossi per richiedere l’ubicazione e l’arresto di un individuo in attesa della sua estradizione. Se la Russia venisse sospesa dall’Interpol, impedirebbe al Paese di continuare a partecipare e quindi presenterebbe richieste di avvisi rossi, ma non rimuoverebbe gli avvisi rossi che sono già nel sistema, ha affermato Ted Bromund, ricercatore senior presso la Fondazione Heritage ed esperto dell’Interpol.
Secondo avvocati ed esperti, la Russia è tra i pochi paesi noti come abusatori del sistema per inseguire gli oppositori del governo. “In generale, (la Russia n.d.r. ) lo usa per molestare le figure dell’opposizione, ma questi potrebbero essere uomini d’affari a cui il regime vuole rubare i loro soldi, potrebbero essere registi teatrali che hanno una reputazione per la produzione di materiale politicamente permaloso… I dati dell’opposizione coprono molto terreno” ha spiegato Bromund, “aggiungendo che spesso baseranno l’avviso su reati finanziari”.
Nel frattempo oggi gli Stati Uniti d’ America ed altri Paesi membri della NATO hanno fatto arrivare alle forze armate ucraine Ukraine 17.000 missili antitank and 2.000 missili stinger anti-aircraft, come confermato alla CNN.
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto stasera una conversazione telefonica con il Cancelliere della Repubblica federale di Germania, Olaf Scholz, incentrata sulla situazione sul terreno in Ucraina, sulla risposta europea in termini umanitari e sanzionatori e sulle conseguenze in ambito energetico della crisi in atto. I due leader hanno concordato di tenersi in stretto contatto nei prossimi giorni anche in vista del Vertice informale in programma giovedì e venerdì. Lo rende noto Palazzo Chigi.