di Andreea Tolomeiu
Il giornalista di RaiSport Alessandro Antinelli e la stessa Rai sono stati denunciati all’ Antitrust, Agcom ed alla Commissione parlamentare di vigilanza per la possibile fattispecie di pubblicità occulta. A presentare oggi un esposto il Codacons, che ha segnalato una presunta indebita pubblicità ad un marchio di abbigliamento – di cui lo stesso Antinelli sarebbe testimonial – nel corso di alcune trasmissioni della rete.
Antinelli avrebbe indossato in più occasioni e vistosamente giacche ed abbigliamento recante il logo del marchio dell’azienda di abbigliamento “Manuel Ritz” durante le proprie apparizioni in tv, come ad esempio nel corso delle partite Italia-Germania del 4 giugno 2022, Italia–Ungheria del 7 giugno e Inghilterra–Italia dell’11 giugno – scrive il Codacons nell’esposto – Il giornalista, oltretutto, risulterebbe essere stato testimonial e protagonista di campagne e spot pubblicitarie proprio per l’azienda di abbigliamento Manuel Ritz.
Come noto al servizio pubblico Rai è da sempre assolutamente vietata ogni tipo di pubblicità occulta, poiché volta a inficiare il rapporto di fiducia tra i cittadini-telespettatori e il fornitore del servizio di informazione; il divieto di pubblicità occulta riguarda tanto le trasmissioni quotidiane che gli appositi spazi giornalistici.
Appare singolare la circostanza secondo cui il Direttore del programma, Alessandra De Stefano, e Donatella Scarnati la responsabile del team di RaiSport, non sembrerebbero avere effettuato i dovuti controlli omettendo di verificare la giusta e corretta condotta del giornalista.
le immagini incriminate di Alessandro Antinelli utilizzate nella campagna pubblicitaria di Manuel Ritz
Nell’esposto del Codacons si legge che una tale forma di pubblicità occulta potrebbe essere idonea a modificare indebitamente il comportamento economico dei consumatori e a restringere l’ambito del mercato della libera concorrenza, in violazione anche della tutela coordinata con la libertà di iniziativa economica, realizzando la possibile fattispecie prevista dagli articoli 20, 21, 22 e 23 del d.lgs. n. 206/2005. Per tale motivo l’ associazione di consumatori ha denunciato il giornalista Alessandro Antinelli e la Rai alle Autorità Antitrust ed Agcom ed alla Commissione di vigilanza Rai, chiedendo di aprire un procedimento sul caso e, se riscontrate violazioni o illeciti, procedere alle sanzioni previste dalla legge.
Lo scorso 9 settembre la direttrice di RAI SPORT Alessandra De Stefano ha inviato una lettera di chiarimento sulla vicenda: ” Non esiste nessuna sponsorizzazione e nessun accordo pubblicitario riguardante il collega Antinelli che mi ha spiegato nel dettaglio tutta la vicenda che risale al 2015/2017. Antinelli mi ha riferito inoltre di aver informato, seppur solo verbalmente, l’allora direttore di Rai Sport Gabriele Romagnoli. Il collega non ha percepito neanche un centesimo e mai preso parte a campagne pubblicitarie del marchio”. “Ho chiesto ad Antinelli di non apparire più in diretta indossando simboli – continua la De Stefano – anche minimi, che possano fare riferimento ad un qualsivoglia brand e mi riservo nelle prossime ore di ricordarlo a tutti i giornalisti della testata “.
“Il collega ha commesso un errore in totale buona fede. Ha capito. Si è scusato” spiega la De Stefano che però racconta qualcosa di incredibile ” Questa mattina al telefono ho chiamato un membro dell’attuale CDR per invitarlo a non indossare più un capo sponsorizzato con il quale è andato in onda durante le dirette anche ieri. L’immagine di Rai Sport va tutelata sempre per questo già da mesi con l’Azienda stiamo lavorando per fornire capi d’abbigliamento con il marchio Rai a tutti i colleghi che vanno in video soprattutto quando si trovano in trasferta. Lo faremo anche per i prossimi Mondiali di Calcio a Doha e per lo Sci”.
In passato altri giornalisti RAI erano stati sanzionati per le loro pubblicità ingannevoli. Uno di loro Franco Di Mare, venne sanzionato con la “censura“ dal Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio nella riunione dello scorso 21 febbraio 2011, incredibilmente in seguito è stato nominato persino direttore rete (RAITRE). A raccontare la vicenda da cui partì il procedimento fu Beatrice Borromeo su Il Fatto Quotidiano.
L’ Ordine dei Giornalisti del Lazio aveva appiedato nel 2005 Marco Mazzocchi, conduttore all’epoca dei fatti della Domenica Sportiva: due mesi di sospensione dalla professione per alcuni spot pubblicitari. Mazzocchi si difese: “E’ un’ingiustizia”. Ed il Cdr Raisport invece di associarsi alla decisione deontologica dell’ Ordine commento incredibilmente: “Si guardi a casi analoghi“
Leggete cosa scrivevano i giornalisti sindacalisti del servizio pubblico radiotelevisivo: “Il Cdr di Raisport in una nota prende atto della sospensione di Marco Mazzocchi, ma richiama anche l’attenzione degli istituti di categoria su casi analoghi di colleghi che operano nell’emittenza privata nello spirito di una reale ‘par condicio’. ”Il Cdr di Rai Sport, d’intesa con l’Usigrai, prende atto della sospensione dalla professione per due mesi a carico del collega Marco Mazzocchi dopo che il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha deciso di non accogliere la richiesta del collega di sospendere la sanzione comminata dall’Ordine regionale del Lazio. Un errore, ammesso dallo stesso Mazzocchi, che ha comunque devoluto in beneficenza il compenso ricevuto, sanzionato in maniera assai severa in base al principio, in cui chi lavora a Rai Sport si riconosce pienamente, che i giornalisti non devono fare pubblicità”. A tale riguardo conclude il comunicato: ”respingendo ogni tipo di strumentalizzazione della vicenda, il Cdr di Rai Sport richiama l’attenzione degli istituti di categoria su altri casi analoghi di colleghi che operano nell’emittenza privata, non per spirito di delazione, ma per un’ovvia par condicio nel rispetto di un principio basilare per i giornalisti italiani”. (ANSA). Della serie: così fan tutti…!
L’ Antitrust aveva già condannato la Rai per pubblicità occulta, oltre ad una sanzione amministrativa di 57.100 euro, per comportamenti reiterati di ingannevolezza ai danni dei consumatori. Il 18 novembre 2005, l’ associazione di consumatori Adusbef,a seguito di diversi interventi di “Striscia la Notizia” denunciava all’ Antitrust una fattispecie di pubblicità non trasparente all’ interno del programma “Isola dei famosi 3” andato in onda su Raidue,in merito alle immagini del marchio “Gatta ci Cueva” marchio ideato e promosso dalla moglie del giornalista, impresso sugli indumenti del giornalista Massimo Caputi, ripreso durante i collegamenti con l’ isola di Saman (Santo Domingo),diffuse il 26 settembre 2005. In seguito Massimo Caputi è passato al quotidiano IL MESSAGGERO dove per 7 anni è stato a capo dello Sport del quotidiano romano del gruppo Caltagirone Editore, salvo venire licenziato “per giusta causa”.
La Rai era stata condannata a pagare 25 mila euro di multa per il programma “Occhio alla spesa” in onda su Rai 1 condotto da Alessandro Di Pietro. L’accusa è precisa: il conduttore aveva fatto pubblicità occulta alla pasta Aliveris. Le puntate sotto accusa erano 3, quella del 9 gennaio 2012 intitolata “I cibi della salute”, quella del 23 aprile, “La salute vien mangiando”, e quella del 28 maggio intitolata “Alimentazione. Salute. Benessere. Cibi e salute”. Nel corso dei programmi, recitava la sentenza, “vengono ripetutamente descritte in modo estremamente enfatico tutte le caratteristiche benefiche della pasta, vengono intervistati i professori Carlo Clerici e Kenneth D.R. Setchell direttori scientifici degli studi e clinici e soci della stessa società, vengono trasmessi servizi interamente registrati presso lo stabilimento di produzione della pasta Aliveris”.
Nel 2019 Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, ha attaccato Monica Setta, la conduttrice di “Uno Mattina in famiglia” in onda su Rai 1, sempre presente in prima alle manifestazioni leghiste ad applaudire Matteo Salvini. L’accusa anche in quel caso er di pubblicità occulta. Ecco il post del politico apparso su Facebook che sta creando polemiche, non solo sui social: “È normale che una conduttrice del servizio pubblico faccia pubblicità occulta agli indumenti, i gioielli e le scarpe che indossa in una trasmissione Rai, attraverso le sue pagine ufficiali sui social network?” si chiedeva Anzaldi ?
Michele Anzaldi continuava: “Monica Setta, conduttrice di “Uno Mattina in famiglia” su Rai1, nelle sue pagine Instagram e Facebook fa promozione alle aziende che le forniscono scarpe, gioielli, vestiti, facendo esplicito riferimento con foto e hashtag alla trasmissione di Rai1“. Il post prosegue con alcune domande: «É stata autorizzata dalla Rai? C’è un accordo economico con la Rai o è una sua questione personale? Ci sono eventuali altri accordi economici di altro tipo? Se fosse in vigore il codice sui social, già votato all’unanimità dalla commissione di Vigilanza Rai e sul quale la Rai è ancora inadempiente, Monica Setta avrebbe potuto comportarsi così? Nelle aziende private cosa succederebbe di fronte a situazioni del genere?». Michele Anzaldi conclude: «È opportuno che la Rai e l’amministratore delegato rispondano».
Ricordate il vecchio slogan: “Rai di tutto di più” ? Forse sarebbe il caso di cambiarlo in “Rai di tutto di peggio”....!