di Antonello de Gennaro
Durante il corso della mia trentennale carriera professionale, ho incontrato e conosciuto centinaia di magistrati di tutt’ Italia, compresi numerosi consiglieri di Cassazione, del Consiglio di Stato e del Consiglio Superiore della Magistratura. Uno dei magistrati più bravi, e seri e capaci che ho conosciuto, a giorni andrà in quiescenza, cioè in pensione per i raggiunti limiti d’eta. Sto parlando di Nicolangelo Ghizzardi, che il prossimo 22 ottobre compirà 70 anni, ancora per qualche giorno Avvocato Generale della Repubblica presso la Sezione distaccata di Taranto della Corte di Appello di Lecce da cui dipende il distretto jonico, a conclusione di una brillante carriera che lo hanno fatto apprezzare non solo dalle forze dell’ ordine ma anche dagli avvocati.
Ho conosciuto Nicolangelo Ghizzardi causalmente in un ristorante del centro di Taranto, mentre entrambi guardavamo in televisione una partita di Champions League dove giocava la “nostra” amata Juventus, e senza sapere neanche chi fosse. Non lo avevo mai incontrato prima. Quando mi è stato presentato da comuni amici al termine della partita, ed ho scoperto chi fosse, ho capito che avevo di fronte un “magistrato-gentiluomo“, e sopratutto una persona dotata di grande spirito di osservazione ed infinita educazione.
Un mese fa trovandomi per motivi di famiglia presso la Corte di Appello di Taranto , sono andato a salutarlo nel suo ufficio e come sempre ho trovato in lui un interlocutore squisito e cortese, attento e sopratutto pronto al confronto di idee nel reciproco rispetto, con un atteggiamento etico molto raro negli uffici giudiziari di Taranto
La carriera Ghizzardi ebbe inizio a Manduria come pretore, e successivamente proseguita prima come sostituto procuratore presso la Procura di Taranto, e successivamente come procuratore aggiunto presso la Procura di Brindisi . Nel corso della sua carriera sopratutto come sostituto a Taranto, Nicolangelo Ghizzardi viene ricordato per il suo impegno e lotta senza fine alle associazioni mafiose costituitesi nei clan malavitosi tarantini che durante il decennio 1980/90 si erano infiltrati con la forza in tutti i business di terra ionica, avevano fatto esplodere delle autentiche “guerre” fra le varie famiglie della malavita jonica.
Nel corso della sua carriera svolta fra procedimenti penali ed i conseguenti processi antimafia celebrati nelle aule di giustizia, Ghizzardi ha rappresentato la pubblica accusa in modo esemplare come gli viene riconosciuto da molti avvocati penalisti, che hanno voluto rendergli omaggio la settimana scorsa con una cerimonia tenutasi nell’aula dell’Ordine forense di Taranto, in occasione della quale è stato evidenziato il garbo istituzionale ed il rispetto nei confronti degli avvocati, che hanno contraddistinto il suo percorso professionale. Nell’occasione Ghizzardi visibilmente emozionato per la calorosa accoglienza ricevuta, ha evidenziato come “all’Avvocatura jonica va il riconoscimento della funzione importante che viene svolta: senza la loro attività non esisterebbero democrazia e una dialettica che garantisca il giusto processo, sia civile che penale“.
Secondo il procuratore Ghizzardi la conflittualità non ha mai fatto bene a nessuno e tantomeno può farlo alla Giustizia. “Ho sempre ritenuto che sia possibile ottenere molto di più con un sorriso ed il buon senso che con le urla e le minacce“. dice Ghizzardi, aggiungendo “se non c’è un’avvocatura forte in uno stato di diritto, che sia capace di contrapporsi alla magistratura di fatto verrebbe meno uno dei pilastri fondamentali della democrazia“.
“La Giustizia funziona soltanto se c’è un’azione sinergica, di questo sono fermamente convinto” continua Ghizzardi ” non sono mai stato dell’idea che un pubblico ministero debba cercare a tutti i costi la condanna dell’imputato, ma che invece sia più giusto e corretto attendersi una decisione giusta. E’ sempre stato questo il mio obiettivo”
“Ho sempre avuto il massimo rispetto e ho apprezzato la professionalità e la competenza degli avvocati sin da quando ero un giovane pretore all’inizio della mia carriera, quando mi occupava di cause civili e del lavoro – conclude Nicolangelo Ghizzardi – Così come dalle memorie difensive dei penalisti ho compreso le lacune investigative di alcune mie indagini. Ovviamente tutti possiamo sbagliare, i giudici come gli avvocati, ma sempre in buona fede”.
Al dottor Ghizzardi vanno i più sinceri ringraziamenti della Fondazione, Direzione, e Redazione del Corriere del Giorno, che ha sempre seguito e rispettato prestando la dovuta attenzione alle vicende giudiziarie portate alla ribalta del nostro giornale.