Dopo l’elezione del nuovo consiglio camerale della Camera di Commercio di Taranto, eletto e nominato dal (magistrato) Michele Emiliano, attuale Presidente della Regione Puglia, nonostante i patetici attacchi strumentali della solita associazione “specializzata” in proteste ma priva di alcune proposta concreta per il territorio, e cioè la Confcommercio di Taranto, che ha visto dimezzare i propri rappresentanti in Consiglio, è stata eletta questa mattina la Giunta di cui fanno parte il Presidente Luigi Sportelli, Vincenzo Cesareo (presidente di Confindustria Taranto) ed Antonio Marinaro (presidente uscente di ANCE Taranto), Domenico D’ Amico (presidente di Confartigianato), Vito Lobasso (presidente di Confesercenti), Carlo Maria Martino (presidente della Confapi), Rita Macripò (vicepresidente della Confcooperative), Alfonso Cavallo (presidente della Coldiretti) e dulcis in fundo…Luca Lazzaro presidente della Confagricoltura.
Fra gli uscenti non riconfermati, spicca il nome di Emanuele Di Palma, direttore generale della BCC S.Marzano di S. Giuseppe, così come colpisce la totale assenza in giunta dei tre rappresentanti camerali (fra cui appunto Di Palma) di emanazione creditizia bancaria, e cioè Franco Cavallo (nominato dall’ ABI) attuale presidente della BCC S.Marzano di S. Giuseppe, e di Angelo (Lillo) Basile consigliere di amministrazione della BCC Banca di di Taranto.
Nasce quindi una nuova Giunta camerale “a tempo” in quanto tutte queste cariche dovranno essere ridiscusse, rifatte le elezioni, allorquando sarà esecutiva la legge di riforma camerale, per le quali gli organismi camerali di Taranto e Brindisi hanno già deciso a favore per la fusione delle due camere di commercio in un’unica. Ma anche su questo punto non è tutto ancora definito in quanto prende sempre più piede un’ipotesi di aggregazione alle due Camere di Commercio di Taranto e Brindisi, anche quella di Lecce che in un primo momento voleva fare il “dominus” nelle fusioni, mentre adesso spinge per aggregarsi
Vedere in giunta Luca Lazzaro, presidente della Confagricoltura, che passa il suo tempo a postare fotografie e selfie su Facebook, è, a dir poco imbarazzante, in quanto colpito da un decreto penale di condanna, a seguito di quanto proposto dal dr. Cataldo Motta, procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della repubblica di Lecce, al termine le indagini dell’inchiesta aperta nel 2013 a seguito dell’avvenuta scoperta da parte della Commissione di Catania di ben 103 elaborati poco credibili, successivamente annullati, in occasione gli esami di abilitazione alla professione di avvocato che si svolsero a Lecce nel dicembre 2012 ed ai quali si erano presentati oltre 1.000 candidati, originari delle province di Lecce, Brindisi e Taranto.
A seguito della richiesta del Procuratore Motta, accolta dal Tribunale di Lecce venne quindi emessa un’ordinanza di pagamento per una pena pecuniaria pari a 11 mila euro per ciascuna delle 103 persone coinvolte (che a suo tempo soltanto il Corriere del Giorno – unico giornale a Taranto – aveva rivelato ) nell’inchiesta, 40 delle quali sono iscritte all’albo Praticanti degli Ordini di Lecce, Brindisi e Taranto, uno a quello di Foggia. Al momento contro questo decreto penale di condanna non risultano depositate impugnazioni, cioè opposizioni, che qualora venissero accolte sfocerebbero in un processo ordinario ….che non sarebbe molto edificante per i “furbetti”…. cioè i copioni del diritto.
Vedere uno di questi “furbetti” seduto addirittura nella Giunta camerale, è secondo noi un’offesa alla legalità che mina la trasparenza necessaria in un Ente pubblico, come la Camera di Commercio di Taranto, sopratutto quando Lazzaro si autoconsacra nei “salottini” ed “ufficetti” che frequenta come il prossimo (nuovo) vicepresidente della Camera di Commercio tarantina. Ma il “ragazzetto di campagna” poverino non ha ancora fatto i conti con la stima ed esperienza e sopratutto integrità morale di cui gode il vicepresidente uscente Domenico D’ Amico, che sarà difficile scalzare. A volte si entra “cardinali” e si esce vescovi, ed in questo caso rischia persino di restare un semplice “chierichetto” !