TARANTO – La Procura della Repubblica di Taranto e quelle dei Minori che indagano su vicende di gravi violenze subite da due disabili manduriani ad opera di baby gang, hanno riformulato ieri le accuse a carico degli indagati aggravandole, nei confronti di tredici minori e tre maggiorenni, già colpiti da misure restrittive. Ai tre reati sinora contestati (violazione di domicilio, lesioni personali e tortura), i sostituti procuratori della repubblica titolari dei fascicoli d’indagine dell’inchiesta, Pina Antonella Montanaro ( a capo della Procura dei minorenni) e Remo Epifani, hanno aggiunto altri nove capi d’imputazione che vanno dalle lesioni alle percosse, alle molestie, furto, sequestro di persona, concorso. Il capo di accusa più pesante di tutti, è il 613 bis previsto in casi di tortura aggravata che al quinto comma prevede : “Se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte quale conseguenza non voluta, la pena è della reclusione di anni trenta. Se il colpevole cagiona volontariamente la morte, la pena è dell’ergastolo“.
La riformulazione dei capi d’accusa della magistratura jonica è un’evidente conseguenza della relazione del medico legale dr.ssa Liliana Innamorato che a seguito dell’autopsia effettuata sul sul corpo di Antonio Cosimo Stano ha evidenziato che le vessazioni e violenze, fisiche e psicologiche, subite negli anni da parte di più gruppi di ragazzi, sono una concausa della morte per ulcera perforata del pensionato disabile di Manduria.
Il medico legale nella sua perizia così fornisce la sua interpretazione al quesito più importante a cui gli inquirenti attendevano una risposta medico-scientifica.: “La morte del signor Stano scrive la Innamorato è da ascriversi ad arresto cardiocircolatorio irreversibile conseguente a shock settico post-peritonite da perforazione di ulcera peptica duodenale complicatasi con emorragia digestiva incoercibile con i trattamenti medici, chirurgici e angiografici” e nello specifico “Le azioni vessatorie di cui fu vittima Antonio Cosimo Stano possono essere concausa nella comparsa dell’ulcera duodenale di cui lo stesso fu vittima nonché abbiano potuto favorire, unitamente alla patologia psichiatrica cronica preesistente, un atteggiamento di paura e di chiusura di tipo negativo nei confronti dell’ambiente esterno, per il quale fu procrastinato il ricovero fino al momento della perforazione settica“.
La procura dopo gli avvisi di garanzia notificati ieri ai rispettivi legali degli indagati, ha fissato per loro un nuovo interrogatorio che si svolgerà giovedì prossimo. Gli indagati che sono ristretti cautelarmente nel carcere minorile di Bari verranno ascoltati dal procuratore capo Montanaro, in due gruppi: il primo alle 9 e il secondo alle ore 15.
L’unico minore convocato non in carcere, sarà invece sentito alle 15, sempre di giovedì, dal dr. Carlo Pagano Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Taranto titolare di delega conferitagli della Procura dei minori di Taranto. Ieri mattina due dei nove minorenni sottoposti ad interrogatorio di garanzia a seguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere del 26 giugno, pe ril momento si sono avvalsi della facoltà di non rispondere (opzione prevista dal Codice Penale)
La decisione di non rispondere adottata in accordo con i rispettivi avvocati, ha consentito al gip dr.ssa Maria Pia Romano che aveva firmato e convalidato i provvedimenti restrittivi chiesti dalla pubblica accusa di poter terminare prima del previsto l’udienza. Due indagati di sedici e diciassette anni, attualmente ristretti per il “caso Stano”, dovevano rispondere in questo caso anche dell’aggressione ai danni secondo disabile manduriano vittima anche lui, secondo le due procure joniche, di continue molestie verbali da pare di baby gang uno dei quali la sera del primo aprile scorso lo avrebbe aggredito a calci e con delle mazze con la complicità di altri tre ragazzi, causandogli la rottura di tre denti .