I nostri lettori ricorderanno sicuramente l’aggressione che il nostro quotidiano online ha ricevuto il 9 agosto 2014 dall’ Assostampa di Puglia esattamente una settimana dopo l’avvio delle nostre pubblicazioni, regolarmente autorizzate dal Tribunale di Roma, nel cui registro della stampa è registrata la nostra testata giornalistica. La circostanza più paradossale fu l’attacco nei nostri confronti venne pubblicato ad uffici (chiusi per ferie) del sindacato dei giornalisti pugliesi, con cui si chiedevano alle Autorità degli interventi nei nostri confronti, come ad esempio il sequestro, la chiusura . Senza mai venire ascoltati da chi, a differenza loro, la Legge la conosce ed è tenuta ad applicarla
A seguito di tale iniziativa, abbiamo depositato attraverso la Polizia Postale delle Comunicazioni delle querele dinnanzi alla Procura della Repubblica di Roma nei confronti di questa associazione, cioè l’ Assostampa di Puglia, che ha giuridicamente e legalmente come unico scopo quello di tutelare e rappresentare i suoi iscritti nei confronti dei rispettivi editori e datori di lavoro. Ci risultano stati iscritti nel registro degli indagati il rappresentante legale dell’ Assostampa di Puglia (all’epoca dei fatti Raffaele Lorusso, attuale segretario nazionale del FNSI) ed il giornalista-sindacalista che ad uffici chiusi dell’ Associazione, scrisse ed inserì in rete la diffamazione in questione, inviandola addirittura all’ Agenzia ANSA.
Anche questa volta come evidente atto di ripicca nei nostri confronti, dopo le nostre querele, l’ Assostampa e la FNSI hanno emesso e pubblicato un altro comunicato stampa nel chiaro intento di danneggiarci annunciando addirittura la costituzione di parte civile nell’eventuale procedimento penale (che ancora non esiste !) nei confronti del nostro Direttore Antonello de Gennaro. Ecco cosa scrivono i sindacalisti di “professione” sul loro sito per sindacalisti e disoccupati.
“Il sindacato unitario ( o meglio unico n.d.r.) dei giornalisti coglie l’occasione per ribadire che l’operazione messa in piedi dal De Gennaro ha come unico obiettivo quello di danneggiare i colleghi del Corriere del Giorno di Puglia e Lucania, quotidiano che ha sospeso le pubblicazioni nel marzo del 2014 e la cui testata è stata messa in vendita dal liquidatore allo scopo di soddisfare almeno in parte i creditori, a partire proprio dagli ex dipendenti. Questa vicenda deve anche interrogare l’Ordine dei Giornalisti sulla compatibilità di tali comportamenti con gli obblighi e con il decoro della professione, oltre che sull’opportunità di mantenere iscritto nei propri elenchi chi si fa scudo del tesserino per fare ben altro. In questo caso, parliamo di un signore che ha già alcune condanne passate in giudicato”.
Purtroppo (per loro) la Legge non ammette ignoranza, e quindi anche in questo caso verrano denunciati nuovamente alla Magistratura e dinnanzi al Tribunale Civile. Infatti questi diffamatori di professione non sanno, o meglio fanno finta di non sapere, che il nostro direttore Antonello de Gennaro ha due sentenze passate in giudicato per delle stupidi liti con dei vigili urbani, ma mai per “diffamazione a mezzo stampa” come invece altri autorevoli colleghi come Giorgio Mulè, Alessandro Sallusti, Marco Travaglio, Maurizio Belpietro, Vittorio Feltri, Bruno Vespa ecc.
Anche perchè il totale delle due condanne passate in giudicato a carico di deGennaro è di soltanto 8 mesi. A differenza del giornalista sindacalista Mimmo Mazza, come egli stesso ha documentato, si è salvato dalla condanna di 1° grado subita per brogli elettorali in occasione delle elezioni politiche, solo e soltanto grazie all’intervenuta “prescrizione” in appello. E presto pubblicheremo tutte le carte della sua condanna in primo grado, lasciando ai lettori il diritto di essere informati, e di farsi la propria opinione.
Sulla vicenda del “Corriere del Giorno di Puglia e Lucania“, in cui si accusa che la nostra iniziativa “ha come unico obiettivo quello di danneggiare i colleghi del Corriere del Giorno di Puglia e Lucania” – i sindacalisti di professione aggiungono – “quotidiano che ha sospeso le pubblicazioni nel marzo del 2014 e la cui testata è stata messa in vendita dal liquidatore allo scopo di soddisfare almeno in parte i creditori, a partire proprio dagli ex dipendenti” dimenticano che gli editori di questa testata a loro molto cara…erano proprio i giornalisti che con la loro cooperativa editoriale fallita hanno incassato e dilapidato negli ultimi 10 anni oltre 27 milioni e mezzo di contributi pubblici a fondo perduto (Legge editoria) e cessato per sempre la loro attività editoriale con una massa (debiti) fallimentare di oltre 5 milioni di euro !
Dov’erano i “prodi “….sindacalisti, quando i giornalisti che fondarono il “Corriere del Giorno di Puglia e Lucania”, utilizzarono la stessa testata del quotidiano “Corriere del Giorno Nuovo” e del “Corriere del Giorno” , quest’ultimo fondato nel 1947 da quattro giornalisti fra cui il padre del nostro Direttore , esistenti e registrati del loro giornaletto “di Puglia e Lucania” ? Forse sarebbe più opportuno che questi sindacalisti si ricordassero di essere dei giornalisti innanzitutto, e di essere tenuti a parlare sulla base di fatti e documenti. Anche perchè risparmierebbero i soldi che dovranno pagarci per i danni subiti e subendi !
La Presunzione d’ innocenza. Qualcuno spieghi a Martellotta, Lorusso e “compagnucci” vari del sindacato, che la “Carta (ora Testo Unico) dei Doveri del Giornalista” (leggi QUI) contempla un dovere-diritto costituzionale: la PRESUNZIONE D’INNOCENZA e che non spetta a quattro sindacalisti che non contano nulla, emettere delle sentenze quando non c’è neanche un eventuale rinvio a giudizio !
La memoria corta. Questi sindacalisti invece di difendere il loro “compariello” Mimmo Mazza che ha richiesto un provvedimento a dir poco assurdo ed illegittimo nei confronti del nostro Direttore deGennaro, che ricordiamo nuovamente non è ancora un provvedimento definitivo….e si preoccupassero piuttosto di tutelare il lavoro degli iscritti disoccupati in Puglia.
Se vogliono fare i sindacalisti sul serio, si preoccupassero piuttosto di denunciare alla Magistratura (se ne hanno il coraggio) alle Autorità competenti che negli uffici stampa degli enti pubblici a Taranto e provincia (Comune di Taranto, Provincia di Taranto, ASL Taranto, Camera di Commercio, Autorità Portuale, Commissariato per le Bonifiche ecc.) non lavora neanche un iscritto all’ ordine professionale, in violazione della Legge 150 che prevede l’obbligo di utilizzare per dette funzioni soltanto iscritti all’ Ordine dei Giornalisti ! Forse se questa gente lavorasse seriamente e realmente invece di “giocare” sui social network, sarebbe un bene per la categoria e probabilmente anche per se stessi
I sindacalisti-giornalisti pugliesi ci fanno solo ridere. Dove sono, cosa fanno, mentre un quotidiano edito in Puglia, e cioè La Gazzetta del Mezzogiorno nella sua edizione di Taranto è scritto per la stragrande maggioranza da collaboratori esterni pagati a 7 euro lordi ad articolo ! Eppure in quella redazione vi è più di un sindacalista. O forse è meglio tacere in vista di qualche futura promozione… ? Senza tralasciare il Nuovo Quotidiano di Puglia dove ai collaboratori pagano qualche euro in più….! Su queste vicende però l’ Assostampa di Puglia tace…..
Il doppio lavoro degli iscritti. I “sindacalisti-giornalisti pugliesi“ si preoccupassero di vigilare piuttosto sui giornalisti dal “doppio lavoro”, come ad esempio Michele Mascellaro, attualmente sotto inchiesta disciplinare per le sue intercettazioni in merito al “processo Ambiente Svenduto” in cui si era messo al servizio di Girolamo Archinà, il responsabile delle relazioni esterne dell’ ILVA sotto la gestione della famiglia Riva. Mascellaro è attualmente un giornalista alle dipendenze del quotidiano (Taranto) Buona Sera edito dalla Cooperativa Sparta, ma nello stesso tempo fa anche l’ addetto stampa del gruppo Pd in consiglio regionale.
Il Gruppo del Pd con un comunicato stampa ha reso noto alcuni mesi fa di aver nominato ufficio stampa e collaboratori “in applicazione alla legge regionale 22 ottobre 2015 n. 29“. Il Partito democratico – si legge in una nota – “ha proceduto all’istituzione dell’ufficio stampa ed alla nomina di 12 collaboratori. Accogliendo l’invito dell’Associazione della Stampa di Puglia, i nominativi per l’ufficio stampa sono stati selezionati tra i giornalisti iscritti all’Ordine“. aggiungendo che “tra i vari curricula esaminati la scelta è ricaduta su Carmen Carbonara, Giovanni Dello Iacovo, Michele Mascellaro. La gestione dei social media – è ancora la nota del Pd – è stata affidata all’esperto di comunicazione Giovanni Abbaticchio. Professionalità e rapporto di fiducia tra i criteri che hanno ispirato anche le altre nomine”.
I “principi deontologici” calpestati. Come mai il Consiglio Territoriale di Disciplina dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia , nominato dal Presidente del Tribunale di Bari, tace su questa vicenda allucinante ? E dove è finito il precedente procedimento disciplinare a carico di Michele Mascellaro ? Per non parlare poi di un praticante iscritto per 5 anni nel Registro dei Praticanti quando la Legge lo consente solo per 3 anni….A questo punto ci rivolgeremo con un bell’esposto-denuncia al nuovo Presidente del Tribunale di Bari, unitamente alla Direzione Generale Affari Civili del Ministero di Giustizia (organo vigilante sui consigli regionali degli ordini professionali) per chiedere di accertare il rispetto delle norme di Legge e l’eventuale commissariamento dell’ Ordine dei Giornalisti di Puglia
Se qualche sindacalista crede di farci paura con i suoi comunicati di minaccia, stia pur sereno. Sta solo perdendo il suo tempo: ci fanno solo ridere. Qualcuno dei “furbetti di Puglia” non ha capito che tutte le strade portano a Roma…e se ne accorgeranno nelle opportune sedi giudiziarie !
L’Ordine dei Giornalisti di Puglia “in sonno” ? Come mai l’ Ordine dei giornalisti pugliesi tace su questa vicenda ? E come mai non indaga su alcune testate giornalistiche pugliesi (a Bari e Taranto) che sfruttano i collaboratori con la promessa del tesserino da pubblicista calpestando tutte le norme di legge, comprese quelle fiscali. C’è addirittura un giornalista barese che organizza corsi di giornalismo non autorizzati, sfruttando i corsisti sulla propria testata giornalistica-quotidiano online. Ma meglio fare finta di niente, così si incassano nuove quote d’iscrizione all’ Ordine e la poltrona è salva…