Dopo solo 24 ore dalla nomina ricevuta dai commissari dell’ ILVA in amministrazione straordinaria a direttore generale del gruppo siderurgico, l’ingegner Marco Pucci, che era stato nominato al posto di Massimo Rosini, ha rinunciato all’incarico a seguito delle numerose proteste delle associazioni ambientaliste di Taranto, in quanto condannato in Corte d’Appello a 6 anni e dieci mesi per il rogo della Thyssen di Torino in cui morirono sette persone, ed il prossimo 13 maggio ci sarà la sentenza definitiva nella Cassazione.
“Mi sembra una scelta quantomeno discutibile. Il 13 maggio ci sarà la sentenza definitiva nella Cassazione del processo Thyssen; Pucci è stato condannato nella sentenza dell’appello bis a sei anni e dieci mesi…”. Questo è stato il commento attraverso Facebook dell’on.Antonio Boccuzzi, deputato Pd, sopravvissuto al rogo nell’acciaieria, alla notizia della nomina di Pucci.
La nomina aveva suscitato aspre polemiche in quanto Pucci era stato condannato per il rogo della ThyssenKrupp, di cui è stato consigliere delegato marketing e vendita, insieme ad altri. Quando il 6 dicembre 2007 divampò il violento rogo, Marco Pucci , era sì componente del consiglio di amministrazione della società Tk Ast (Thysssen Krupp-Acciai Speciali Terni) ma è bene ricordare ai soliti “movimentisti” ed ex-sindacalisti, ora pseudo ambientalisti tarantini che l’ing. Pucci aveva la competenza di deleghe soltanto sull’area commerciale e del marketing, competenze quindi non riferibili e collegabili, alla sicurezza sul lavoro che, invece, erano in capo all’allora amministratore delegato anch’egli componente del cda della Tk Ast: , come si evince da una memoria legale, riassunta dagli avvocati della difesa. Pucci, proseguono ancora i suoi legali, “non ricopriva alcuna posizione di garanzia in materia di sicurezza ed igiene del lavoro egli, sia formalmente che sostanzialmente, svolgeva esclusivamente compiti di natura commerciale“.
Dopo l’ultima sentenza della Conte d’Assise d’appello di Torino, l’ing. Pucci ha fatto ricorso in Cassazione ed è ora stata fissata udienza di discussione per il 13 maggio 2016, e con una nota diffusa in serata dall’ ILVA ha reso noto di preferire rinunciare all’incarico di direttore generale: “Ringrazio i Commissari per la fiducia che mi hanno mostrato nel nominarmi direttore generale di ILVA per la fase di trasferimento degli asset della società. Tuttavia non ritengo di accettare l’offerta e preferisco attendere l’esito del ricorso in Cassazione sul processo che mi ha visto condannato ingiustamente per il tragico incidente alla Thyssen di Torino».
“All’epoca – ricorda Pucci – ero nel Cda della società senza alcuna delega alla sicurezza e con responsabilità nelle aree commerciali e del marketing. Confido che i giudici supremi sapranno dare il giusto peso alle responsabilità penali personali. Sono tornato – conclude Pucci – in ILVA un anno fa e continuerò a collaborare come manager per il risanamento e il rilancio della società. Ringrazio i commissari ma preferisco attendere l’esito del ricorso in Cassazione sulla condanna ingiusta.
Il 29 maggio scorso (2015) i giudici della Suprema Corte avevano rimandato a Torino gli atti e avevano chiesto di rimodulare le pene per i reati considerati. Di fatto, con tale sentenza la corte ha applicato il «concorso formale» fra i reati di omicidio colposo e di incendio colposo e, in merito al reato di “Rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro” (articolo 437 del Codice penale), e la corte ha eliminato l’aggravante, come indicato dalla Cassazione.