Una nuova “esplosiva” indagine denominata “operazione “Dirty Soccer” quella sul calcio-scommesse, condotta dagli uomini del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, avrebbe accertato l’esistenza di due associazioni criminali che erano capaci grado di condizionare i risultati degli incontri di calcio della Lega Pro e di Serie D. Sarebbero decine le partite oggetto di compravendita e corruzione. L’accusa per tutti è di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Il provvedimento di fermo è di circa 1200 pagine. Arresti e perquisizioni in 21 province italiane: Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, L’Aquila, Ascoli Piceno, Monza, Vicenza, Rimini, Forlì, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova, Savona.
Il lavoro dei magistrati della Procura Antimafia di Catanzaro ha portato alla luce, nel corso di questi mesi, una fitta rete di giocatori, allenatori e dirigenti di società che si è rivelata essere particolarmente attiva – assieme a personaggi appartenenti a due distinte organizzazioni criminali – nel combinare le partite, alterandone i risultati, e nell’investire il denaro nei circuiti illegali delle scommesse, in Italia e in diversi paesi esteri.
Presidenti, allenatori, manager, calciatori, imprenditori italiani ed esteri ed anche “magazzinieri” delle società calcistiche della serie D e della Lega pro (ex serie C) ma anche di serie B sono al centro dell’ultimo scandalo delle partite truccate dei nostri campionati che stamattina sono finiti in galera con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e con l’aggravante di avere favorito organizzazioni mafiose, la ndrangheta in particolare.
L’operazione contro due organizzazioni dedite al calcio scommesse “dimostra che l’attività delinquenziale legata al settore è sempre attiva e fiorente non solo in Italia”.
Lo ha detto il questore di Catanzaro Giuseppe Racca. “Abbiamo scoperto una stabile organizzazione criminale – ha aggiunto – che grazie a calciatori, dirigenti e tesserati e non, ha messo in atto condotte finalizzate ad alterare i risultati di varie partite. Il problema è tutt’altro che risolto“.
Sono quasi 50 “insospettabili”, da Trento ad Agrigento, che decidevano chi perdeva e chi vinceva nelle partite seguite da migliaia di ignari tifosi che andavano allo stadio pensando di assistere ad un incontro onesto tra la squadra del loro cuore e quella degli avversari. Ma non era così. Era tutto truccato per consentire agli stessi calciatori, presidenti, allenatori e scommettitori di guadagnare milioni e milioni di euro corrompendo tutti. E’ quanto emerge dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro diretta dal Procuratore Antonino Lombardi e dagli uomini dello Sco coordinati da Renato Cortese, che hanno individuato ed in parte arrestato i protagonisti di questa squallida vicenda. In galera sono finiti oltre 15 calciatori, 6 presidenti di società sportive 8 dirigenti sportivi, allenatori, direttori generali, 10 “finanziatori” (scommettitori italiani, maltesi, del Kazakistan, della Russia, cinesi e serbi).
Tra gli arrestati figurano anche i fratelli Antonio e Giorgio Flora, rispettivamente presidente e vice presidente del Brindisi , e perino un sovraintendente di Polizia. “L’operazione ci dà grande soddisfazione – ha detto il direttore del Servizio centrale operativo, Renato Cortese – per il brillante risultato conseguito nel contrasto a clan della ‘ndrangheta che conferma come la ramificazione della criminalita’ organizzata abbia raggiunto livelli esorbitanti non solo nei settori criminali, ma anche nel mondo dello sport. Dall’altra parte non si può nascondere l’amarezza per intere generazioni di tifosi e appassionati nel leggere come alcuni protagonisti del calcio abbiano mortificato le speranze proprie di chi crede nei valori dello sport“.
Il procuratore federale Stefano Palazzi ha preso contatto con la Dda la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro per avere informazioni sull’inchiesta sul calcioscommesse: “Un’inchiesta per disinquinare il mondo del calcio“.
Per quel che riguarda le gare che riguardano il girone C di Lega Pro e la Serie D girone H queste le partite sotto esame.
LEGA PRO
Juve Stabia-Lupa Roma del 1 novembre 2014
Barletta-Catanzaro del 1 aprile 2015
Aversa-Barletta dell’11 aprile 2015
Vigor Lamezia-Paganese del 12 aprile 2015
Barletta-Vigor Lamezia del 19 aprile 2015
SERIE D
Monopoli-Puteolana del 2 novembre 2014
Brindisi- San Severo del 23 novembre 2014
Andria-Puteolana del 23 novembre 2014
Pomigliano-Brindisi del 14 novembre 2014
Questi i nomi di tutti i fermati nell’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ed eseguita dagli agenti della squadra mobile in collaborazione con i colleghi dello S.C.O. il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato:
CICCARONE Antonio, nato a Eboli (SA) l’11.10.1973, direttore sportivo del Neapolis (serie D);
MOXEDANO Mario, nato a Napoli il 28.2.1954, ex presidente del Napoli e presidente del Neapolis serie D);
MOXEDANO Raffaele, nato a Napoli il 22.1.1985, figlio di Mario e calciatore del Neapolis (serie D);
MOLINO Francesco, nato a Cosenza il 22.6.1980, direttore sportivo del Montalto (serie D);
PALERMO Antonio, nato a Cosenza il 7.3.1967, dirigente del Montalto (serie D) (continua)
DALENO Savino, nato a Barletta il 2.5.1975, ex calciatore e consulente di mercato del Brindisi (serie D);
FLORA Antonio, nato a Bari il 24.12.1946, presidente del Brindisi (serie D);
FLORA Giorgio, nato a Gioia del Colle (BA) il 9.3.1982, vicepresidente del Brindisi (serie D);
MORISCO Vito, nato a Bari il 14.4.1970, direttore generale del Brindisi (serie D);
IZZO Pasquale, nato a Pozzuoli (NA) il 19.9.1982, calciatore della Puteolana (serie D);
MARZOCCHI Emanuele, nato a Napoli l’1.2.1984, calciatore della Puteolana (serie D);
ASTARITA Salvatore, nato a Cercola (NA) il 19.2.1983, ex calciatore dell’Akragas (serie D);
DI NICOLA Ercole, nato ad Atri (TE) il 5.4.1977, direttore sportivo de L’Aquila (LegaPro);
NUCIFORA Vincenzo, nato a Messina il 29.7.1945, ex direttore sportivo della Torres (LegaPro);
DI LAURO Fabio, nato a Paola (CS) il 20.4.1975, ex calciatore e imprenditore;
BRDANIN Aleksander, sloveno (1981), finanziatore di combine;
MILOSAVLJEVIC Uros, sloveno (1982), finanziatore di combine;
JOVICIC Milan, serbo (1972), finanziatore di combine;
MALVISI Enrico, nato a Forlì il 22.5.1972, imprenditore;
CIARDI Daniele, nato a Montevarchi (AR) il 15.4.1974, magazziniere del Santarcangelo (serie D);
GUIDONE Marco, nato a Monza il 17.5.1986, calciatore del Santarcangelo (serie D);
OBENG Francis, nato in Ghana il 7.2.1986, calciatore del Santarcangelo (serie D);
TRAORE’ Mohamed Lamine, nato in Guinea il 13.10.1991, calciatore del Santarcangelo (serie D);
RIDOLFI Giacomo, nato a Pesaro il 16.5.1994, calciatore del Santarcangelo (serie D);
ULIZIO Mauro, nato a Cagliari il 20.1.1967, ex direttore generale del Monza ed ex socio occulto della Pro Patria (LegaPro);
SOLAZZO Marcello, nato a Campi Salentini (LE) il 3.8.1983, intermediario;
ULIZIO Andrea, nato a Cagliari il 6.5.1994, figlio di Mauro ed ex calciatore della Pro Patria (LegaPro);
CARLUCCIO Massimiliano, nato a San Pietro Vernotico (BR) l’1.8.1981, socio occulto della Pro Patria (LegaPro);
GEROLINO Adolfo, nato ad Avellino l’11.4.1990, ex calciatore della Pro Patria (LegaPro);
MELILLO Vincenzo, nato a Benevento il 22.8.1986, portiere della Pro Patria (LegaPro);
TOSI Marco, nato a Livorno il 12.2.1960, ex allenatore della Pro Patria (LegaPro);
CALIFANO Gianni, nato a Pagani (SA) il 18.11.1971, direttore sportivo del Monza (LegaPro);
CALIFANO Bruno, nato a Pagani (SA) il 21.09.1941, padre di Gianni;
TIMOSENCO Ala, moldava (1974), intermediaria;
ARUCI Erikson, albanese (1990), intermediario;
BENINI Stefano, nato a Cesenatico (FC) il 15.2.1980, intermediario;
SCARNÀ Alberto, nato a Cosenza il 19.6.1973, sovrintendente della Polizia di Stato;
PAGNIELLO Maurizio Antonio detto “Morris”, nato in Australia il 25.3.1977, ex calciatore e intermediario;
DAN Ioana Delia detta “Bianca”, romena (1992), interprete;
PIETANZA Raffaele, nato a San Pietro Vernotico (BR) il 13.3.1981, intermediario;
DE PALMA Diego, nato a Pago Veiano (BN) il 21.9.1975, imprenditore, co-finanziatore di combine e intermediario;
POGGI Raffaele, nato a Riolo Terme (RA) il 14.6.1953, imprenditore, co-finanziatore di combines e intermediario;
NERJAKU Edmond, albanese (1973), imprenditore, finanziatore di combine e scommettitore in proprio;
CENNI Massimo, nato a Rimini il 7.5.1977, intermediario;
CORDA Ninni, nato a Nuoro il 28.1.1974, allenatore del Barletta (LegaPro);
MAGLIA Fabrizio, nato a Lamezia Terme (CZ) il 29.10.1967, direttore sportivo della Vigor Lamezia (LegaPro);
BELLINI Felice, nato a Catanzaro il 19.8.1976, ex direttore sportivo del Gudja United Malta e attuale dirigente responsabile marketing della Vigor Lamezia (LegaPro);
FARRUGIA Robert, maltese (1970), finanziatore di combine;
FARRUGIA Adrian, maltese (1981), finanziatore di combine;
LA FERLA Sebastiano, nato a Catanzaro il 24.4.1971, intermediario
Le telefonate: «Lotito ricatta tutti»
Intanto emergono le intercettazioni. “Macalli e Tavecchio sono due rincoglioniti…in mano a Lotito, che li ricatta”. Lo dice Vittorio Galigani, una vecchia conoscenza dei tifosi tarantini, ex ds di diverse squadre dalla serie A alla C e oggi editorialista della rivista on line TuttoLegaPro.com, al telefono con Ercole Di Nicola il direttore sportivo de L’Aquila . La telefonata è negli atti dell’inchiesta di Catanzaro. La telefonata è del 15 gennaio scorso, lo stesso giorno in cui Galigani (che non risulta indagato) aveva pubblicato sul sito TuttoLegaPro.com un editoriale in cui, scrivono gli inquirenti, “lamentava una diffusa quanto generale atmosfera di prevaricazione e malaffare imperane in seno agli organi di potere della Lega Pro“. Concetti questi che Galigani ripete nella telefonata con il Ds de L’Aquila Ercole Di Nicola (arrestato), lo stesso che, dicono sempre gli investigatori “si atteggiava a uomo di calcio ligio alle regole” quando in realtà era “capace di combinare incontri di calcio senza remore e senza scrupoli“.
Le intercettazioni
“I due conversano a lungo e il Galigani – si legge negli atti dell’inchiesta – dava prova di quanto radicato fosse il malcostume nelle stanze del calcio professionistico italiano”. Ecco il passaggio della telefonata riguardante Tavecchio, presidente della Figc, Lotito e Macalli (nessuno li loro è indagato):
Di Nicola: “ho visto il tuo editoriale su tutto Lega Pro…hai attaccato Lotito a tutto andare!“
Galigani: “no no ma deve andare a casa deve andare…racconto storie vere, non è che racconto favole…Lotito ha rotto i coglioni…il motivo del dissidio è Lotito, non è Ma…Macalli e Tavecchio sono due rincoglioniti in mano alle…come si dice…si in mano a Lotito, che li ricatta, c’è pure che lui pensa che aveva diritto di fare il vicepresidente“.
Di Nicola: “eh“
Galigani: “in Federcalcio, se lui lascia la sua poltrona a Macalli, c’è un motivo, se lui perde…una cosa che molti non hanno compreso..questa maggioranza della Lega, della Federcalcio, esiste in funzione del 17% della Lega Pro, se lui perde il 17% della Lega Pro salta tutta la Federcalcio…la sua stanzetta che ha lassu’ al quinto piano di via Allegri, lo cacciano».
Tutto parte dalla cosca Iannazzo
L’inchiesta parte da monitoraggi sulla cosca calabrese Iannazzo affiliata alla ‘ndrangheta . Da uno dei capi “che è Pietro Iannazzo – racconta il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo – noi scopriamo che entra in contatto con soggetti che hanno ruoli nella società Neapolis che gioca in serie D, da lì le captazioni si estendono a una serie di soggetti da cui ricostruiamo due associazioni a delinquere finalizzate alla frode sportiva. Abbiamo individuato una serie di partite oggetto di frode sportive, e scopriamo un’ altra associazione anche più estesa e pericolosa che ha la sua punta dell’iceberg in soggetti che sono dirigenti della Pro Patria. L’attenzione dunque è andata alla Lega Pro dove vediamo che una serie di partite sono soggette a combine”.