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22 Luglio 2024 13:51
22 Luglio 2024 13:51

Oggi l’interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta, omicida di Giulia Cecchettin

Il giovane accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona comparirà alle 10 davanti al gip di Venezia

Filippo Turetta, accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, è comparso oggi davanti al magistrato per l’interrogatorio di garanzia. Il 21enne, fermato ed arrestato in Germania, che si trova da sabato scorso in Italia detenuto nel carcere Montorio di Verona, per raccontare la sua versione dei fatti, al gip di Venezia Benedetta Vitolo su cosa è successo l’11 novembre scorso a a Vigonovo (Venezia).

Lo studente universitario di 21 anni accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, era assistito dall’avvocato Giovanni Caruso. Turetta si è avvalso della facoltà di non rispondere, ed ha pianto prima di voltare le spalle al Gip ed al Pm Andrea Petroni e rientrare nella sua cella. Turetta, ha poi reso noto il suo difensore,  ha confessato con brevi dichiarazioni spontanee davanti al gip l’omicidio dell’ex fidanzata.

“Ho ammazzato Giulia, volevo farla finita ma non ho avuto il coraggio”

Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita”, le parole che Filippo Turetta aveva confessato ai poliziotti tedeschi che lo hanno arrestato su mandato di arresto europeo per l’omicidio dell’ex fidanzata. Una confessione che oggi l’omicida 21enne ha “sostanzialmente ripetuto” davanti al gip di Venezia e al pm, così rendendole quindi valide anche per la giustizia italiana. Turetta, ieri, aveva incontrato nel carcere di Montorio uno psicologo, un educatore e il cappellano ed è apparso, stando a quanto riferito in buone condizioni compatibilmente a quanto successo e allo choc della prigione.

Il rischio ergastolo e la premeditazione

Fonti investigative sottolineano che al momento “La premeditazione non è contestata”, ma questa aggravante, che potrebbe far lievitare la condanna fino all’ergastolo, viene evocata in base a una serie di elementi che sono emersi dopo, tra cui il coltello e un guanto trovati nella Punto nera che deve ancora essere riportata in Italia. “Non è chiaro” se Filippo Turetta le abbia legato le mani con il nastro adesivo, utilizzato dallo studente per tappare la bocca e impedire alla 22enne di urlare e chiedere aiuto. “Non ne abbiamo certezza, è una delle cose che dovrà chiarire” spiega una fonte investigativa. ed infatti per questo motivo è stato richiesto alle Autorità tedesche il trasferimento dell’auto su cui viaggiava Turetta, per affidarla agli esami e rilievi scientifici del RIS dei Carabinieri.

Turetta dovrà spiegare perché aveva 300 euro con sé, perché aveva comprato online (così lasciando stupidamente tracce informatiche dell’ acquisto) il nastro adesivo utilizzato per impedire a Giulia di urlare, perché avrebbe studiato possibili percorsi di fuga e perché si fosse procurato dei sacchi neri, trovati accanto al corpo abbandonato tra le rocce vicino al lago di Barcis. Elementi nuovi che potrebbero essergli contestati oggi aggravando, di fatto, la sua posizione, insieme alla possibilità di dover rispondere di occultamento di cadavere.

Le tre opzioni per Filippo

Turetta aveva già confessato in Germania quando è stato catturato dopo una fuga di oltre mille chilometri, l’omicidio di Giulia ma le sue ammissioni non hanno valore sino a quando non saranno ripetute oggi davanti al Gip di Venezia. Il giovane ha oggi preferito rilasciare dichiarazioni spontanee ed avvalersi della facoltà procedurale di non rispondere.

L’ avvocato Giovanni Caruso difensore di Filippo Turetta

L’ avvocato Giovanni Caruso difensore del giovane già in questa fase preliminare avrebbe potuto chiedere una perizia psichiatrica. Ma così non è avvenuto e quindi il Gip non dovrà scrivere alcun nuovo provvedimento. Ieri dopo un colloquio di tre ore avvenuto con il suo assistito in carcere il legale ha dichiarato: “Non anticipo alcunché rispetto all’interrogatorio per rispetto all’autorità giudiziaria. Non presenterò richiesta al Riesame, né richiesta di affievolimento della misura della custodia cautelare in carcere“.

Il difensore di Turetta, docente di diritto penale all’Università di Padova, potrebbe orientarsi sulla scelta più prudente, prendere tempo e far decantare anche a livello mediatico l’attenzione su un caso che ha scosso l’opinione pubblica. Nel frattempo, ha assicurato che non avanzerà alcuna istanza  nemmeno per ottenere gli arresti domiciliari ben consapevole che molto difficilmente sarebbero accolti.  Al momento il capo d’imputazione non contiene l’aggravante della premeditazione.

L’avvocato della sorella di Giulia: Turetta ha fatto anche stalking

Per il legale di Elena Cecchettin, l’omicidio della sorella Giulia «è aggravato dallo stalking». L’avvocato Nicodemo Gentile infatti, sostiene che Filippo Turettaha dimostrato di essere un ‘molestatore assillantè, il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono ‘fame di possessò verso la nostra Giulia“. Si è trattato, ha aggiunto il legale, di “un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia. Un uso padronale del rapporto che ha spinto il Turetta prima a perpetrare reiterate azioni di molestie e controllo, anche tramite chiamate e messaggi incessanti, e poi, in ultimo l’omicidio, al fine di gratificare la sua volontà persecutoria“.

Silenzio a casa Turetta

I genitori di Filippo Turetta, che potranno vedere il figlio solo dopo l’interrogatorio di oggi, sono chiusi nel più totale silenzio e riserbo. Dopo gli appelli a tornare lanciati con voce preoccupata da mamma Elisabetta, ed il dolore per la morte della giovane Giulia manifestato nelle parole di papà Nicola, incombe ora la fatica di dover accettare quello che per la procura di Venezia è invece un caso risolto.

Proseguono le indagini, asse Roma-Berlino

Nel frattempo proseguono le indagini, anche sull’asse Italia-Germania. Saranno i Ris dei Carabinieri di Parma a svolgere gli accertamenti sui due coltelli, uno trovato nel parcheggio di Vigonovo e l’altro nell’auto di Turetta, sul guanto, sulle tracce repertate sull’asfalto e sulle macchie di sangue che sarebbero state trovate nella Punto dell’indagato. In corso anche gli accertamenti sul libro per bambini posato accanto al corpo senza vita di Giulia e per capire se la ragazza avesse le mani legate col nastro adesivo, ipotesi al momento smentita dagli inquirenti. A quanto viene spiegato da una fonte qualificata “il capo d’imputazione è fluido”, non cristallizzato alle accuse di sequestro di persona e omicidio aggravato dal vincolo affettivo tra Turetta e Cecchettin.

© CDG1947MEDIAGROUP – RIPRODUZIONE RISERVATA |

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