ROMA – Via libera dei presidenti delle Camere di commercio italiane alla proposta di riorganizzazione del sistema camerale. L’Assemblea ha approvato a larga maggioranza il documento messo a punto da Unioncamere dopo un’ampia consultazione. La proposta, che attua la legge Madia di riforma della Pubblica Amministrazione, contiene il piano degli accorpamenti delle Camere di commercio che da 105 passano a 60.
Il documento verrà inviato al Ministero dello Sviluppo economico che, entro 60 giorni, varerà definitivamente, con proprio decreto, la nuova geografia del sistema camerale. “La proposta, messa a punto da Unioncamere e approvata dall’Assemblea, recepisce i suggerimenti giunti da tutte le Camere al termine di un lungo lavoro di ascolto e di analisi delle diverse realtà territoriali” ha commentato con l’ ANSA Ivan Lo Bello presidente di Unioncamere. “La razionalizzazione salvaguarda la presenza capillare del sistema camerale in un’ottica di crescita dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione delle Camere. Tutto ciò anche per adempiere al meglio ai nuovi compiti e alle nuove funzioni che la riforma ci affida”.
La riforma affida alle Camere di commercio funzioni importanti sui temi centrali della digitalizzazione, del turismo, dell’orientamento e della formazione. Le Camere di Commercio , inoltre, sono state chiamate a far parte del Network nazionale Industria 4.0.
Finalmente arrivata a conclusione la fusione fra la Camera di Commercio di Taranto che dovrà unificarsi con quella di Brindisi, grazie al lungo lavoro di lobbying effettuato dal presidente dell’ente camerale tarantino, il cui consiglio camerale aveva deliberato per primo in favore dell’accorpamento con Brindisi, onde poter raggiungere i nuovi requisiti stabiliti dalla legge . Adesso si svolgerà un vero e proprio confronto fra il presidente della CCIAA di Taranto Luigi Sportelli (emanazione Confindustria) ed il presidente della CCIAA Brindisi Alfredo Malcarne (emanazione Confcommercio) sulla guida del nuovo ente camerale, ma sopratutto sulla gestione del personale e delle aziende speciali che, per legge, dovranno accorparsi. E molte poltrone e compensi (a volte sprecati) svaniranno come per incanto.