Angela De Cosmo è la donna al volante della Fiat 500 su cui viaggiava Raffaele “Lello” Capriati a Torre a Mare, alle porte del capoluogo pugliese, la sera di Pasquetta, avrebbe fatto sparire dopo l’agguato la pistola mai più rinvenuta di Capriati dal luogo del suo omicidio commesso da due persone in sella ad una moto , è stato assassinato. Questa l’accusa con la quale gli agenti della Questura di Bari hanno arrestato la donna che deve rispondere di detenzione e porto abusivo di arma comune da sparo in luogo pubblico, commessi con l’aggravante mafiosa. Lello Capriati era il nipote del “boss” Tonino, figlio di Sabino e fratello di quel Filippo che attualmente è detenuto in carcere e viene ritenuto il boss del “clan” mafioso di Bari Vecchia, e di Domenico, anch’egli assassinato nel novembre 2018 a Japigia.
La donna 35enne di Triggiano, incensurata, avrebbe recuperato la pistola di Capriati, secondo quanto riporta l’ordinanza cautelare disposta dal dr. Francesco Vittorio Rinaldi giudice per le indagini preliminari del Tribunale, di Bari “commettendo il fatto alla presenza di numerose persone, in luogo di passaggio, nella consapevolezza della condizione di omertà“. Secondo le indagini coordinate dal pm della DDA dr.ssa Grazia Errede, i fatti si riferiscono allo scorso 1 aprile, allorquando i due, dopo aver trascorso alcune ore insieme in un bed and breakfast, hanno fatto rientro a Bari.
“Ci siamo messi in macchina e ci siamo diretti verso via Bari” – ha confessato la donna agli investigatori della squadra mobile di Bari, guidata del primo dirigente dr. Filippo Portoghese – “Ad un certo punto siamo stati raggiunti da una moto. Tutto è avvenuto velocemente. Ho sentito dei rumori che inizialmente ho creduto di aver urtato qualcosa perché ho visto il vetro anteriore destro che si infrangeva. Ho sentito, credo due rumori, che poi ho realizzato fossero delle esplosioni“. La donna ha aggiunto di “non aver capito più niente e di essere «rimasta immobile per alcuni istanti. Poi ho preso il telefono e con WhatsApp ho chiamato mia madre e le ho raccontato che stavo con Lello Capriati e che lo avevano sparato. Ho accostato, sono scesa dall’auto e delle ragazze si sono fermate perché avevano capito che era successo qualcosa. Ho chiesto loro di aiutarmi ed ho chiamato il 112″.
Sono state proprio loro le due ragazze 16enni che stavano aspettando un autobus, a raccontare agli investigatori delle Squadra Mobile che dopo aver allertato i soccorsi, nel momento in cui il personale del 118 ha estratto il corpo di Raffaele Capriati dall’abitacolo, “gli è caduta una pistola. La signora velocissimamente l’ha presa, si è messa in macchina ed è andata via come se niente fosse successo”, ha messo a verbale una delle due ragazze, mentre l’altra amica ha aggiunto “L’ho vista, ma non so dire che pistola fosse ricordo solo che aveva il manico marrone. È caduta dall’uomo che era stato sparato mentre lo spostavano sulla barella”.
Dichiarazioni ritenute attendibili in quanto “puntuali e specifiche” dal Gip Rinaldi che ha evidenziato nella sua ordinanza come “una delle due ha indicato riferito di aver visto cadere l’arma mentre Capriati è stato trasportato sulla barella”. Interrogata dalla Squadra Mobile la De Cosmo ha dichiarato di ignorare se “Lello Capriati” avesse o meno una pistola. Arma che non è stata più recuperata in quanto la 35enne “l’ha portata con sé, all’interno della propria auto, dileguandosi”.
Gli investigatori della Mobile di Bari ipotizzano che “l’arma sottratta alla scena del crimine è ancora nella disponibilità dell’indagata”. “L’acquisizione da parte di De Cosmo della disponibilità della pistola – scrive il gip nell’ordinanza di custodia cautelare – si appalesa funzionale ad avvantaggiare il clan Capriati“, del quale Raffaele “Lello” (nipote del capoclan Tonino, condannato all’ergastolo) era elemento di spicco, “assicurando al clan mafioso in questione il consolidamento del possesso dell’arma” L’indagata, scrive ancora il Gip, “ha mostrato di intrattenere rapporti, significativi di una vicinanza o comunque di una contiguità con tale contesto criminale“, con “parenti stretti” della vittima, motivo per cui questa mattina Angela De Cosmo è stato associata cautelarmente presso il carcere di Trani, in quanto “sussiste il concreto e attuale pericolo di reiterazione di reati analoghi oltre che il pericolo di commissione di gravi reati con l’utilizzo di armi”. “L’indagata è tuttora nella disponibilità di un’arma comune da sparo”, prosegue il Gip Rinaldi nell’ordinanza e “potrebbe utilizzare l’arma posseduta per porre in essere ritorsioni, vendicando l’agguato letale subito dal compagno, anche avvalendosi dell’apporto di terze persone“.
Lello Capriati era stato condannato ed aveva finito di scontare la condanna 19 anni di detenzione in carcere nell’agosto 2022 per l’omicidio di Michele Fazio. Uscito dal carcere e ritornato a casa a Bari vecchia, ad occuparsi degli affari di famiglia, secondo le ipotesi investigative della Dda di Bari . Il figlio maggiore Sabino, è stato arrestato alcuni giorni fa per spaccio di droga.
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