La Squadra Mobile dei Bari in meno di 48 ore dal delitto di Lello Capriati, 41enne nipote del “boss” Tonino Capriotti, dopo aver rintracciato l’auto su cui viaggiava quella sera ha identificato la donna che era con lui la sera di Pasquetta quando è stato vittima dell’ agguato mortale a Torre a Mare su via Bari, donna che adesso ha un un nome ed volto sulla quale sono in corso verifiche ed approfondimenti per accertare che tipo di rapporto la unisse a Capriati , e viene ipotizzato che i due avessero anche una relazione sentimentale.
La donna che era alla guida dell’ autovettura è quasi coetanea della vittima, e dopo l’agguato, mortale nonostante lo spavento, con sangue freddo ha prima chiamato il 118, quindi atteso l’arrivo dell’ ambulanza che ha portato Capriati in ospedale, per quindi scomparire nel nulla a bordo della vettura.
Gli unici ad averla vista infatti sono stati gli operatori del 118 accorsi in via Bari dopo una richiesta di aiuto. Quando hanno caricato Capriati sull’ambulanza per portarlo al Policlinico (dove è morto poco dopo l’ arrivo) la donna si è dileguata, infatti quando la polizia è arrivata sul luogo dell’agguato della donna non c’era traccia. Gli investigatori nelle prossime ore l’ ascolteranno, poichè le sue dichiarazioni sono fondamentali per la ricostruzione della dinamica del delitto. L’ autopsia sarà effettuata domani.
L’indagine della Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Filippo Portoghese viene coordinata dalla DDA, la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e, al momento, non viene esclusa alcuna ipotesi investigativa, anche se le modalità dell’ omicidio di Lello Capriati hanno una firma chiaramente mafiosa. Dalla notte di lunedì (Pasquetta) ad oggi la Polizia di Stato non si è fermata un attimo ed ha ascoltato anche i parenti e le persone vicine alla vittima, a partire dalla moglie Maria e i figli Sabino e Christian Capriati che sono stati convocati ed ascoltati a sommarie informazioni in Questura
Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti sarebbe la possibile vendetta in relazione a dei dissidi tra giovani “rampolli” dei clan mafiosi baresi, in cui Lello Capriati si sarebbe messo in mezzo, o una faida per il controllo mafioso di alcune zone della città, in particolare quelle in cui potrebbero essersi creati dei vuoti di potere a seguito deggli arresti che hanno raso al suolo i vertici epicali dei clan Parisi-Palermiti.
Così come non viene esclusa una vendetta dopo l’agguato avvenuto nella piazza centrale del quartiere di Carbonara, a Bari, con due giovani rimasti feriti da colpi di pistola in una zona controllata dal clan mafioso degli Strisciuglio, da sempre acerrimi nemici dei Capriati, o un possibile regolamento di conti legato a contrasti nella gestione degli affari illeciti in città.
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